Notizie dalla Giunta


05.05.2015 16:52

1976, TERREMOTO DEL FRIULI: SERRACCHIANI, RIPARTIRE DA QUEI VALORI

Lo slancio, la caparbietà, la capacità d'intervento e l'etica, per la ricostruzione di allora, "vanno ritrovati e gelosamente conservati perché sono la base necessaria e importante per confrontarsi con la crisi, per ricominciare da capo e diventare più forti di prima" ha detto la presidente.

Udine, 5 mag - Il patrimonio di valori della ricostruzione - lo slancio, la caparbietà, la capacità d'intervento e l'etica - sono l'attuale tesoro a cui attingere in periodi di crisi e ripartenza. Lo sottolinea la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani alla vigilia del trentanovesimo anniversario del tragico terremoto del 6 maggio del 1976.

Secondo la presidente della Regione, questi sono principi che "vanno ritrovati e gelosamente conservati, perché sono la base necessaria e importante per confrontarsi con la crisi, per ricominciare da capo e diventare più forti di prima".

Serracchiani, che recentemente ha incontrato a Venzone i primi cittadini dei 137 comuni terremotati, ha ribadito che un anniversario serve anche a "traghettare le storie e il vissuto di allora alle nuove generazioni, che fortunatamente non hanno un'esperienza diretta di quei tragici fatti di distruzione e di morte".

A quasi un anno dal quarantennale del terremoto che sconvolse il Friuli - quel 6 maggio 1976 una scossa di 6,4 gradi Richter si accanì sulle province di Udine e Pordenone, causando quasi 1.000 morti, 2.600 feriti, distruggendo 18.000 edifici, colpendo quasi 300 fabbriche - la Regione ha però il dovere non solo di ricordare quei fatti e di commemorare chi non c'è più, ma anche di far riemergere il Modello Friuli, quell'esperienza straordinaria di un'opera di ricostruzione sociale ed economica che si è fondata sulla determinazione di una comunità, sull'etica di una classe dirigente, sulla collaborazione sapiente tra le istituzioni, tra il Governo centrale, la Regione e gli Enti locali del territorio.

"Alla chiamata del dolore si mosse il Paese e risposero i popoli amici e quelli più lontani, e ammirevolmente corale fu la risposta della regione intera, che diede più forte significato alla parola solidarietà. Con lo stesso spirito rinnoviamo il patto che ci rende uniti e pronti a superare le avversità, come anche a confermare in noi stessi l'orgoglio per i traguardi raggiunti", afferma Serracchiani.

ARC/EP