Sociale: Riccardi, tempi impongono a Fvg nuovo modello assistenza
Rispetto a 25 anni fa aumentano persone non autonome
Trieste, 10 giu - "Una regione fra le più vecchie d'Italia e
che in pochi anni avrà in carico 100mila persone non in grado di
vivere in autonomia ha bisogno di un nuovo modello di assistenza
sociale perché quello attuale è stato immaginato 25 anni fa".
Lo ha affermato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con
delega alle Politiche sociali, Riccardo Riccardi, aprendo i
lavori del convegno "Arte della Cura - nuove prospettive di
residenzialità e domiciliarità innovativa. Atto II" che si è
svolto oggi all'Asp (Azienda pubblica di servizi alla persona)
Cordenonese Arcobaleno.
"Le risorse investite dalla Regione - ha evidenziato Riccardi -
sono ingenti: quasi 83 milioni quest'anno per la residenzialità e
semiresidenzialità per gli anziani non autosufficienti (con un
incremento dal 2017 di circa 16 milioni); quasi 45 milioni per i
contributi alle famiglie che assistono le persone non
autosufficienti a domicilio oltre ai servizi domiciliari di
Comuni e distretti sanitari".
"Prima tuttavia di pensare un loro eventuale ulteriore incremento
- ha aggiunto il vicegovernatore - è necessario attuare strategie
per una maggior qualificazione di questa importante spesa
pubblica".
Ricordando che nel 2017 il Friuli Venezia Giulia ha registrato
8.132 nati e 14.517 morti e che l'indice di dipendenza
strutturale, dato dal rapporto tra le persone che non lavorano
rispetto a quelle che lavorano, è del 61,6 per cento, Riccardi,
ha rilevato che "uno sguardo veritiero sulla realtà richiede di
elaborare un modello di assistenza in cui, accanto alla
prevenzione, siano coprotagonisti il volontariato e l'impresa
sociale".
Secondo il vicegovernatore, "vanno superati una visione
ospedalocentrica sui temi della cronicità e il principio della
standardizzazione dell'assistenza, basata su requisiti edilizi.
Occorre - ha proseguito - riaffermare un principio di
sussidiarietà, favorendo alleanze locali e nuove sperimentazioni
che consentano alle persone anziane di continuare a vivere in
contesti abitativi familiari anche quando le proprie autonomie si
sono ridotte".
"La premessa delle sfide cui siamo chiamati - ha concluso
Riccardi - è di abbandonare la demagogia e i comitatismi per
costruire insieme e in buona fede le risposte a bisogni sociali
forti e ineludibili che bussano e busseranno alla porta di tutti
gli amministratori e le cui dinamiche dobbiamo essere in grado di
leggere in modo lungimirante e non con il fiato corto".
ARC/PPH/fc
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