Deportati di Gorizia: dramma del confine orientale a lungo ignorato
Trieste, 3 mag - Restituire dignità alle vittime delle grandi
tragedie connesse alla storia del Confine orientale è uno degli
obiettivi della Regione, che intende sostenere in maniera
convinta la diffusione delle verità storiche legate a drammi come
quello dei deportati goriziani nel maggio del 1945. Un dramma
troppo a lungo dimenticato, avvenuto dopo la fine della Seconda
Guerra mondiale e quindi teoricamente in tempo di pace, nel quale
persero la vita centinaia di abitanti di Gorizia, che vennero
strappati alle proprie famiglie per trovare la morte nelle
carceri jugoslave o nelle foibe.
Oggi il confine tra Italia e Slovenia non esiste più e l'amicizia
tra il Friuli Venezia Giulia è salda e fruttuosa. Un rapporto che
potrà essere reso ancora più solido con la concretizzazione di
un'Europa dei popoli che, attraverso il rispetto delle
particolarità e delle particolari delle sue genti, permetterà di
superare i drammi del passato ed eviterà che si ripetano.
È questo il concetto espresso a Gorizia dall'assessore regionale
alla Funzione pubblica, durante la cerimonia in onore dei 665
deportati in Jugoslavia, che si è svolta al Parco della
rimembranza, dove sorge il monumento a loro dedicato.
In particolare è stato evidenziato che, nonostante molte verità
su quanto avvenuto siano rimaste a lungo nascoste, oggi viene
celebrata una verità, ovvero che luoghi come il Parco della
rimembranza di Gorizia sono fondamentali per l'identità del
Friuli Venezia Giulia.
ARC/MA/ppd
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