Trieste, 2 gen - Rispetto al 2017, il 2018 appena concluso in
Friuli Venezia Giulia è stato caratterizzato da una situazione
migliore per quanto riguarda le polveri sottili, da qualche
criticità con l'ozono e da una tendenza all'aumento per i
pollini. Lo segnala l'Agenzia regionale per la protezione
dell'ambiente, Arpa Fvg, in una nota che riporta una prima
analisi preliminare sullo stato della qualità dell'aria nell'anno
appena concluso.
La nota indica in primo luogo una generale diminuzione nella
presenza delle polveri sottili. Una diminuzione particolarmente
evidente nel numero dei superamenti giornalieri, che è rimasto
quasi ovunque significativamente inferiore alla soglia prevista
dalla vigente normativa (35 superamenti del valore medio
giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo) (figura 1). Un
contributo fondamentale per il raggiungimento di questo risultato
è stato dato dalla meteorologia. Nell'anno appena concluso,
infatti, i mesi solitamente favorevoli al ristagno atmosferico
(gennaio, febbraio e dicembre) sono risultati frequentemente
perturbati, spesso con ventilazione proveniente da Nord e
Nordest, che ha favorito la rimozione dell'inquinamento
atmosferico.
Pur in un contesto decisamente migliore rispetto agli anni
passati, nel 2018 si è comunque confermata la tendenza ad una
maggior presenza di polveri sottili al confine con il Veneto,
zona posta all'imboccatura della valle Padana che, essendo
maggiormente protetta dai venti provenienti da Nord e Nordest, è
più soggetta al ristagno atmosferico e all'accumulo degli
inquinanti rilasciati in atmosfera.
Per quanto riguarda l'ozono (figura 2), il 2018 ha
sostanzialmente confermato i valori elevati osservati negli anni
precedenti e l'ubiquità di questo inquinante, tipicamente
associato al periodo estivo. I riferimenti di legge sono stati
infatti superati su quasi tutto il territorio regionale (25
giorni con un valore medio calcolato su 8 ore inferiore a 120
microgrammi per normal metro cubo).
Anche per i pollini è confermata la tendenza osservata negli
ultimi anni ad un generale aumento nell'aria del Friuli Venezia
Giulia (figura 3). L'origine di questa tendenza è riconducibile
al generale aumento delle temperature, in particolare quelle
invernali, che condizionano la quantità e la tipologia dei
pollini presenti nell'aria.
La pianura si conferma la zona con più varietà polliniche, mentre
il litorale adriatico ha una presenza di pollini molto inferiore,
risentendo nella composizione in parte delle pinete, in parte
della pianura retrostante. La zona montana presenta una stagione
pollinica più ristretta, quindi una minor quantità complessiva di
pollini, mentre la zona di Trieste presenta un comportamento
diverso dal resto della regione, dovuto alla presenza di piante
tipiche sia della macchia mediterranea che del Carso situato
immediatamente oltre la linea costiera.
La presenza di piante aliene infestanti, come la brussonezia,
l'ambrosia o l'ailanto, viene monitorata e risulta critica in
pianura, minimale in montagna.
Questa prima analisi sommaria è basata sui dati grezzi, che non
hanno ancora completato il percorso di validazione previsto dalla
certificazione ISO 9001. La relazione consuntiva di dettaglio
sulla qualità dell'aria, comprensiva dell'andamento dei
microinquinanti, verrà pubblicata nel prossimo mese di giugno; a
marzo verrà invece diffusa la relazione consuntiva di dettaglio
sui pollini.
ARC/ARPA/Com
Numero di superamenti della soglia giornaliera prevista per le polveri sottili (50 microgrammi al metro cubo come media giornaliera) nel corso del 2018. La soglia di legge è individuata in 35 superamenti giornalieri in un anno solare
Numero di giorni con concentrazione media di ozono su otto ore superiore a 120 microgrammi/Nm3
Quantitativi annui di Pollini e rispettive tendenze rilevati nelle stazioni di monitoraggio della regione Friuli Venezia Giulia nel decennio 2008-2018. * La prima serie annuale completa di dati presso la stazione di Lignano Sabbiadoro risale all’anno 2012