Notizie dalla Giunta


12.05.2016 15:08

TERREMOTO: PROTEZIONE CIVILE FVG, GEORIFERITI 4.100 BENI CULTURALI

Udine, 12 maggio - Come salvare in emergenza sismica gli edifici storici danneggiati da un eventuale terremoto, alla luce delle esperienze maturate dal Friuli dopo il sisma del 1976? Le prospettive più aggiornate sono state oggi esposte nel corso della seconda giornata del convegno Ricostruire la memoria. Il patrimonio culturale del Friuli a quarant'anni dal terremoto a cura della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia e dall'Azienda speciale Villa Manin per approfondire il tema del restauro in una ideale prosecuzione del percorso espositivo della mostra Memorie, che nasce sempre dalla fruttuosa collaborazione tra la Regione e l'ufficio periferico del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT).

Introdotto dal soprintendente Corrado Azzollini - che con Giovanni Carbonara è curatore della due giorni di studi che si tiene all'Auditorium della Regione di Udine - e dai saluti di Lionello D'Agostini, presidente della Fondazione CRUP, che si è detto "commosso nel partecipare al primo convegno nell'Auditorium dopo l'intitolazione ad Antonio Comelli, avvenuta alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella", il convegno di oggi è stato moderato dalla storica dell'arte della Soprintendenza e direttrice di Miramare, Rossella Fabiani.

Fabiani ha richiamato "l'impegno di tutti i colleghi che, dal 1976 in pochissime unità e dal 1979 in ranghi maggiori, hanno lavorato al recupero dei beni architettonici e artistici in condizioni spesso difficili. Certo, si dirà, è un dovere dell'impiegato statale svolgere il proprio impegno: ma molte volte - ha fatto notare Fabiani - l'attività è andata oltre al semplice obbligo. In questo siamo certamente facilitati dal fatto che il nostro è un lavoro sempre entusiasmante, perché a contatto con l'arte, la storia, la bellezza".

"Ancora oggi, entrando silenziosamente in una chiesa, nel vedere affreschi restaurati a cura della Soprintendenza o statue lignee che sappiamo essere state salvate da situazioni così precarie se carpiamo le positive manifestazioni del pubblico ci emozioniamo, sapendo quanto è stato arduo l'impegno per salvare la memoria della storia", ha aggiunto Fabiani, ringraziando anche a nome del soprintendente Azzollini i tanti tecnici, storici, restauratori, archivisti, il personale amministrativo protagonisti del "patrimonio salvato". Un tributo particolare è stato riconosciuto all'architetto Carla Rigo, che l'anno scorso è mancata "e che sicuramente avrebbe potuto oggi dare un suo prezioso contributo nell'organizzazione di questo evento", ha ricordato Fabiani.

È stato poi Fabio Di Bernardo per la Protezione civile del Friuli Venezia Giulia a illustrare come è stato organizzato l'impegno per la messa in sicurezza dei beni culturali, con una dettagliata illustrazione dei piani di emergenza e ricordando che con la Presidenza del Consiglio dei Ministri è prevista l'esercitazione di emergenza sismica di livello nazionale per il 12-17 settembre in diverse località della regione. L'evento vedrà la partecipazione delle Protezioni civili di altre regioni e dei Paesi confinanti.

"L'obiettivo è quello di sensibilizzare i diversi soggetti istituzionali, gli Enti locali, le strutture di Protezione civile e gli stessi cittadini sulle tematiche del rischio sismico e sulle azioni che competono a ciascun soggetto al verificarsi di un forte terremoto nel nostro territorio", ha spiegato Di Bernardo, che nella prima parte del suo intervento ha passato in rassegna i principali rischi naturali che la Protezione civile si attrezza ad affrontare, ricordando come "i terremoti sono da sempre di casa in Friuli Venezia Giulia".

L'attività di monitoraggio, che dopo il 1976 è costante, ha rilevato nel periodo 1977-2010 ben 18.066 scosse, ovviamente di lieve entità e 74 di maggiore impatto (Magnitudo maggiore di 4 Richter) a riprova dell'incessante lavoro della crosta terrestre in questo territorio.

A titolo di prevenzione e monitoraggio, la Protezione civile in collaborazione con l'IPAC ha realizzato tra il 2012-2013 la georeferenziazione dei luoghi di interesse culturale, integrando con oltre 4.100 siti le mappe informatizzate dei Piani di emergenza di tutti i 216 comuni della regione. Tali informazioni sono in tal modo facilmente confrontabili con le aree a rischio, risultando inseriti nel tessuto connettivo del paesaggio della regione.

A ricordare come il Friuli sia un modello ancora oggi nella gestione del salvataggio di edifici storici nel corso di un'emergenza è stato Stefano Grimaz, docente dell'Università di Udine e direttore del laboratorio Sprint che afferisce al Dipartimento Politecnico di ingegneria e architettura dell'Ateneo friulano.

Università di Udine e Vigili del Fuoco, infatti, hanno messo a punto tecniche e creato un'expertise  oggi riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Il manuale di intervento a cui l'Ateneo ha contribuito è già stato applicato in Emilia, nella missione in Nepal del 2015, nel sito UNESCO di Katmandu e, recentemente, nella missione in Ecuador.

"Si tratta di un traguardo raggiunto grazie a un percorso di capitalizzazione delle esperienze che ha forti radici in Friuli e che ha fatto leva sulla sinergia tra scienza e pratica applicativa", ha spiegato Grimaz.

ARC/EP/ppd
 

Legge regionale 64/1986 - Delibera della Giunta regionale 99/2008