Grado (Go), 16 mag - Uno Stato che impone le nomine dei
direttori generali delle aziende sanitarie ad una Regione come il
Friuli Venezia Giulia la quale copre interamente con fondi propri
il bilancio della sanità regionale è fuori dalla realtà.
Altro che influenze della politica, così facendo
deresponsabilizzerebbe le Regioni. Sarebbe profondamente
sbagliato non consentire le scelte a presidenti di Regione eletti
direttamente. Scelte peraltro possibili, giustamente, soltanto
per professionisti presenti in elenchi che certificano i loro
requisiti. Ci si troverebbe davanti ad una nuova Bassanini che
già consegna un sistema della PA dove chi chiede la fiducia della
gente poi non riesce a rispondere di quello che fa.
È la visione espressa oggi dall'esecutivo regionale - per voce
del vicegovernatore con delega alla Salute - rispetto
all'emendamento proposto in Commissione Affari sociali alla
Camera, nell'ambito del decreto Calabria, che limita la
discrezionalità nella scelta dei dirigenti sanitari in capo ai
Presidenti delle Regioni. Un provvedimento che anticipa i
contenuti di un disegno di legge annunciato dal ministro alla
Salute il cui obiettivo sarebbe, tra l'altro, quello di limitare
l'autonomia delle Regioni in materia di nomine sanitarie.
La Regione Friuli Venezia Giulia ribadisce la necessità di
riconoscere agli organi politici eletti direttamente dai
cittadini la responsabilità di scelte che determinano l'efficace
gestione dei programmi di governo in materia di salute e di
conseguenza incidono puntualmente sui servizi erogati e sulla
qualità della vita garantita ai cittadini.
Il dibattito sulla norma annunciata dal ministero potrebbe quindi
aprire un confronto tra Stato e Regioni toccando anche aspetti di
costituzionalità.
Il tema è emerso a margine dell'evento formativo organizzato oggi
a Grado dal Centro regionale di formazione per l'Area delle cure
primarie ed interamente dedicato alle cure palliative.
Un'intera giornata volta a fare il punto sullo stato dell'arte e
sulle prospettive future dell'assistenza alla persona nel fine
vita.
Le cure palliative - è stato detto - si basano su una presa in
carico olistica della persona nei suoi bisogni fisici,
psicologici, spirituali e sociali in un momento di particolare
fragilità del paziente e del contesto di relazioni in cui è
inserito. In questa cornice, un ruolo centrale è affidato ai
medici di medicina generale che sono chiamati sempre più a
lavorare in equipe e in rete.
Un'occasione, una volta di più, per ribadire la necessità di una
forte integrazione socio-sanitaria rispetto alla gestione delle
malattie croniche e complesse che sia garanzia di assistenza non
solo al malato, ma anche ai suoi famigliari.
ARC/SSA/ppd
Header
contenuto
Attenzione!
Il sito è ottimizzato per le versioni recenti dei browser più utilizzati.