Udine, 3 mag - L' "Anciuti music festival" è una delle gemme
dell'offerta culturale del Friuli Venezia Giulia; ancor più
significativo perché parte da un piccolo comune della montagna
friulana, e attraverso la riscoperta di un artigiano originario
di Forni di Sopra che ha segnato la storia degli strumenti
musicali a doppia ancia, attiva una serie di concerti che
raggiungeranno anche Roma e l'Austria, e si svilupperanno tra l'8
maggio il 24 ottobre dalle Dolomiti friulane fino a Brugnera.
La settima edizione dell'iniziativa è stata illustrata a Udine,
nel palazzo dell'Amministrazione, presente l'assessore regionale
alla Cultura.
E' stata l'occasione per ricordare che Giovanni Maria Anciuti,
nato a Forni di Sopra nel 1674 e morto a Milano nel 1744,
realizzò gli strumenti musicali a fiato più apprezzati
dell'epoca, e tutt'ora ambiti: flauti, fagotti, oboi, creati con
diverse essenze, dai legni più duri, come il bosso, il melograno,
il palissandro, il granatiglio, fino al costoso avorio.
Si tratta di strumenti che per le loro caratteristiche di qualità
venivano impiegati in tutta Europa e che ora arricchiscono i
musei di tutta Europa.
Il 7. Festival si articolerà in quattordici eventi, uno già
tenutosi a Palmanova, tra concerti, attività formative nelle
scuole, camp e 'masterclass'.
Essi mirano ad approfondire e a diffondere la conoscenza del
contesto musicale dell'epoca nella quale visse Anciuti, anche in
relazione al suo rapporto con Leonardo Da Vinci, attraverso
l'esecuzione di brani di Johan Sebastian Bach, Telemann, Vivaldi,
Hendel e di altri compositori che hanno fatto la storia della
musica.
Tra essi Benedetto Marcello, che è stato ricordato nell'occasione
in quanto autore di un concerto per oboe e orchestra
caratterizzato da melodie dai toni struggenti, che evocano
emozioni di vita vissuta.
Un concerto, quello di Benedetto Marcello, che com'è stato detto
può essere definito un emblema della nostra regione,
caratterizzata da una comunità operosa, capace di rialzarsi dalle
difficoltà che spesso la vita fa incontrare.
Com'è accaduto nuovamente per la montagna friulana, e il fornese,
dove il maltempo ha abbattuto ampie aree del patrimonio boschivo,
caratteristica pregnante dei paesaggi della Carnia.
Ma anche, è stato ricordato, preziosa materia prima, già nel XVII
secolo, per la realizzazione di strumenti a fiato ricavati dal
legno dei nostri boschi.
Boschi, che a loro volta sono un po' il simbolo della tenacia e
delle capacità della gente di montagna.
ARC/CM