Trieste, 15 mag - "Abbiamo riscontrato una apprezzabile
disponibilità dell'assessore alle Risorse agroalimentari. Ora
sappiamo che la Regione ha ben chiara la gravità del problema e
si impegnerà a risolverlo". Michele Pavan, presidente regionale
della Coldiretti Fvg, commenta con soddisfazione le tre ore di
visita ad alcune aziende delle province di Gorizia e Udine
colpite dai danni da fauna selvatica, in primis dai cinghiali.
Con accanto presidenti e direttori delle Federazioni provinciali,
Pavan ha illustrato all'assessore una criticità che dura ormai da
anni, più volte denunciata dalle aziende agricole.
La visita è partita dalla Murgut Fabiano di Medea. A seguire la
tappa alla Bais Orietta di Chiopris e infine alla Gregorat di
Campolongo Tapogliano, dove erano presenti oltre 200 agricoltori
a testimoniare un quadro preoccupante, in cui titolari e
lavoratori delle imprese non possono seminare causa devastazione,
passano le notti in bianco, temono addirittura di dover chiudere
l'azienda. "La Regione - spiega Pavan - ha mostrato attenzione
alla questione e conseguente volontà di intervenire, per
prevenire anche risvolti sanitari, come la peste suina, e di
sicurezza, visto che i cinghiali mettono a rischio automobilisti,
ciclisti e pedoni". Il nodo, prosegue Pavan, "sono normative
superate che impediscono di ridurre la popolazione dei cinghiali,
e dunque ben comprendiamo che si tratta di agire a monte. Ci
attendiamo ora che la Regione dia concrete risposte a coltivatori
che hanno le necessità di lavorare in tranquillità sui propri
terreni".
Al capitolo "Prevenzione selvaggina" di uno specifico documento
predisposto da Coldiretti, ricorda Pavan, si legge: "La presenza
incontrollata di cinghiali, ungulati, corvidi, colombi e altro è
ormai diventata insopportabile. E non possiamo permetterci di
aspettare che ci scappi il morto, come è successo in altre parti
della nostra penisola, per poi intervenire. Non è più il caso di
vedersi riconosciuti i danni, ormai le imprese agricole neanche
li chiedono più. Ma non è neanche più possibile, ad esempio,
seminare, vedersi invasi dai cinghiali e dover riseminare
un'altra volta. Vanno trovati strumenti nuovi ponendosi
l'obiettivo dell'eradicazione totale di alcune specie anche, se
del caso, modificando la legge regionale sulla caccia".
ARC/com