Agricoltura: nasce l'associazione produttori antichi mais friulani
Udine, 6 mar - Rosso di Aquileia, socchievina, resiano, bianco
perla friulano, pignoletto, dente di cavallo, cinquantino: sono
alcune delle antiche cultivar di mais a libera impollinazione che
un gruppo di "contadini custodi" del Friuli Venezia Giulia
continua a produrre in regime di certificazione biologica.
In questi giorni una decina di agricoltori ha dato vita
all'associazione "Produttori antichi mais friulani" con lo scopo
di dare impulso alla valorizzazione delle vecchie varietà, che
una recente ricerca del Dipartimento di Scienze agroalimentari
dell'ateneo di Udine ha caratterizzato geneticamente.
Negli anni gli studi, svolti in convenzione con l'Agenzia per lo
sviluppo rurale (Ersa) che raccoglie e conserva nella propria
banca del germoplasma queste importanti sorgenti di
agrobiodiversità, hanno dimostrato che sono varietà con valori
nutritivi (proteine) molto più alti rispetto agli ibridi, con
maggiore adattabilità al territorio e che sono in grado di
produrre farine di più elevata qualità.
L'associazione, che ad oggi conta una decina di produttori ma che
ha già acquisito molte richieste di adesione tra la cinquantina
di aziende coltivatrici in Fvg, si è presentata oggi nella sede
della Regione, alla presenza dell'assessore alle Risorse
agricole, Cristiano Shaurli.
"La costituzione di questa rete - ha osservato Shaurli - è
un'ottima notizia e la sua importanza, come spesso accade quando
ci si occupa di tutela di varietà antiche, dovrà essere difesa da
quei detrattori che si faranno avanti per farci notare che
tutelare questo genere di agricoltura è 'romantico',
squisitamente di 'nicchia', ma che i numeri e i fatturati stanno
altrove: per una regione piccola come la nostra, invece, questa è
una scelta strategica non solo per motivi di tutela storica e
identitaria, ma anche dal punto di vista economico perché proprio
a noi spetta, per essere competitivi, produrre ciò che altri non
possono copiare".
L'associazione, ha reso noto il suo presidente Gianpaolo Chendi,
sarà aperta anche ai titolari di mulini, alle aziende come
panifici, pastifici, birrifici, alle botteghe artigiane, alle
cooperative e ai consorzi che utilizzano antichi mais friulani.
L'invito a fare parte dell'associazione è rivolto anche ai
ristoratori.
"Un percorso di valorizzazione condivisa tra tutta la filiera -
ha commentato Shaurli - è molto lungimirante e ritengo
particolarmente importante il coinvolgimento del mondo della
ristorazione".
A dimostrazione che questo è lo spirito dell'associazione è
l'adesione annunciata oggi da Chendi alla rete nazionale Slow
Mays, che fa capo a Slow Food e si prefigge di valorizzare le
piccole comunità del cibo italiane che continuano a produrre mais
tradizionali legati alla loro cultura alimentare. Così, dopo
Lombardia e Piemonte, il Friuli Venezia Giulia sarà tra le prime
regioni ad aderire al movimento.
ARC/EP/ppd
Nasce l'associazione produttori antichi mais friulani