Trieste, 15 apr - Il settore siderurgico del Friuli Venezia
Giulia conferma, anche nei primi mesi del 2010, i segnali di
ripresa dati alla fine dello scorso anno.
Lo asserisce l'assessore regionale al Lavoro, Università e
Ricerca, Alessia Rosolen, analizzando i rapporti
dell'Osservatorio sulle situazioni di difficoltà occupazionale ed
in particolare i dati relativi alle richieste di cassa
integrazione.
"Le autorizzazioni richieste dalle aziende del settore
nell'ultimo trimestre del 2009 costituiscono il 17 per cento di
quelle dell'intero anno - nota l'assessore - e sono molto
inferiori rispetto al secondo (38 per cento) ed al terzo
trimestre (36 per cento)".
Nato nel secondo semestre 2008 per monitorare i fenomeni di crisi
su settori o territori più esposti (elettrodomestici, chimica,
occhialeria, siderurgia ed il territorio della Val Canale-Canal
del Ferro) l'Osservatorio ha pubblicato oltre 40 report sul sito
dell'Agenzia del Lavoro ed ora, dopo oltre 18 mesi di attività,
l'assessore Rosolen ha deciso di illustrare il lavoro svolto per
leggere la crisi dal versante settoriale.
"In Italia - rileva l'assessore - a febbraio 2010 si è registrato
un aumento della produzione del 15,4 per cento rispetto a gennaio
e del 28,5 per cento rispetto a febbraio 2009; già a ottobre
comunque, Federacciai riteneva che per l'Italia la fase più acuta
della crisi fosse superata ed anche a livello regionale le
imprese siderurgiche sembrano aver superato il periodo di
maggiore problematicità".
La cartina tornasole dell'uscita dal tunnel è la caduta delle
domande di cassa integrazione ordinaria nel tempo, tanto che
molte imprese (Ferriera di Servola, Sertubi, piccole imprese
della provincia di Udine), che nei mesi precedenti avevano fatto
richiesta dell'ammortizzatore, non hanno avuto la necessità di
rinnovarlo o, come l'Acciaieria Fonderia di Cividale, ne stanno
facendo un utilizzo ridotto.
"Nella prima parte del 2009 la caduta del mercato di prodotti
siderurgici era stato del 50 per cento, mentre il ricorso agli
ammortizzatori sociali era diventato un fenomeno generalizzato"
ricorda l'assessore Rosolen rilevando che, già nell'estate del
2008, erano arrivate le prime richieste di CIG ordinaria per
alcuni lavoratori di Ferriere Nord del Gruppo Pittini (dove sono
occupate oltre 600 persone) e a novembre per i dipendenti della
Zml del Gruppo Cividale (oltre 500 lavoratori) e per quelli dello
stabilimento della AFV-Acciaierie ferriere vicentine.
Nel 2009 il ricorso alla cassa integrazione ordinaria si è
diffuso: l'Abs, che conta un migliaio di dipendenti, ha avviato
l'ammortizzatore a partire da gennaio (nei primi sei mesi del
2009 risulta aver subito un calo dell'attività del 40-50 per
cento della capacità produttiva; il bilancio 2008/2009 si è
chiuso con un fatturato in calo del 30 per cento e le stime per
l'esercizio in corso prevedono un ulteriore calo del 40 per
cento).
Da febbraio 2009 è iniziata la cassa integrazione per i
dipendenti degli stabilimenti della Siat di Gemona del Gruppo
Pittini (complessivamente circa 170 lavoratori); da marzo a
settembre l'ammortizzatore ha colpito i dipendenti della Ferriera
di Servola e della Sertubi. A partire dai primi mesi del 2009, la
cassa integrazione ha riguardato anche imprese direttamente
collegate all'Abs, come la Qualisteel, il Centro Trattamenti
Termici, la Gmt, la Slag (che complessivamente occupano circa 150
lavoratori).
"Sono state poche - rileva Rosolen - le imprese che non hanno
fatto richiesta di CIG, e tra queste ricordiamo Trametal e
FSG-Forgiatura San Giorgio di San Giorgio di Nogaro".
In pratica, nel corso dello scorso anno le domande di cassa
integrazione ordinaria presentate dalle imprese del settore e da
quelle di fornitura erano state 121, per un totale di oltre 850
mila ore richieste e autorizzate.
L'incidenza di domande più rilevante si è avuta a Trieste, con il
36 per cento, e ad Udine (34 per cento), seguite da Pordenone (29
per cento). La stima per difetto dei lavoratori coinvolti dalla
cassa integrazione ordinaria è di 2.533 unità e di questi, il 42
per cento è occupato in imprese della provincia di Udine, il 34
per cento in imprese del Pordenonese ed il 23 per cento a Trieste
In tutto sono stati dichiarati, lo scorso anno, 272 esuberi e di
questi, "43 sono interessati da provvedimenti di cassa
integrazione per cessazione di attività e altri 229 sono stati
definiti come esuberi veri e propri", ricorda l'assessore,
auspicando che, dati i segnali di ripresa, il numero possa
ridursi.
"Gli insediamenti siderurgici in regione sono importanti per la
presenza dei grandi gruppi nazionali, come Riva, Lucchini,
Duferco, e di produttori locali quali il gruppo Cividale, Pittini
e Danieli, realtà di portata mondiale", conclude l'assessore
Rosolen, sottolineando che, nel complesso, il settore dà
direttamente lavoro a 5.000 persone e deve ricevere grande
attenzione "anche in termini di ricerca ed innovazione".
ARC/LVZ