Tra le novità lo stanziamento di 350mila euro per i rimpatri
Trieste, 19 apr - La Giunta regionale, su proposta
dell'assessore alla Sicurezza, ha approvato in via preliminare il
programma annuale sull'immigrazione 2019, per il quale sono stati
stanziati complessivamente 6.417.894,39 euro, che si inserisce
nel Piano triennale per l'integrazione delle persone straniere
immigrate e costituisce lo strumento di coordinamento delle
politiche regionali in questo ambito.
Il documento prevede, per quest'anno, sostanziali novità rispetto
al passato per adeguare la risposta della Regione ad un fenomeno
in continuo mutamento e alle reali necessità espresse dal
territorio e dalla cittadinanza. Le strategie
dell'Amministrazione virano verso un modello meno incentrato
sugli interventi diretti e contributivi e focalizza l'attenzione
sulle strategie di rete, attraverso un approccio di tipo
preventivo e collaborativo tra la Regione e i soggetti
istituzionali e del privato sociale che operano direttamente coi
migranti. Il tutto in considerazione della sostanziale
risoluzione della cosiddetta "emergenza asilo" (comprovata dal
trend calante del numero di richiedenti di tale misura sul
territorio) ma anche della consistente presenza di minori
stranieri non accompagnati e della necessità di continuare a
garantire servizi per le persone stabilmente presenti e quelle in
situazione di vulnerabilità.
Le azioni previste si suddividono in 4 aree tematiche: Legalità,
sicurezza, rimpatri (finanziata con 550mila euro complessivi);
Minori stranieri non accompagnati e neomaggiorenni (5.067.894,39
euro); Soggiornanti di lungo periodo (800mila euro) e Fondi
Comunitari e strumenti.
All'interno della prima area (Legalità, Sicurezza, rimpatri) sono
raccolti gli interventi finalizzati a favorire la convivenza
civile, agendo sulle situazioni sociali che possono generare un
senso di insicurezza nella popolazione. Nello specifico, ci
saranno azioni di prevenzione del fondamentalismo e della
radicalizzazione (150mila euro), anche tramite iniziative nelle
carceri. La Regione ha, inoltre, deciso di sostenere con 350mila
euro le misure volte a favorire i rimpatri degli immigrati e ha
stanziato 50mila euro per l'attuazione di strategie specifiche
contro la tratta degli esseri umani per interrompere gli odiosi
fenomeni dello sfruttamento sessuale e lavorativo e tutelare le
vittime.
Per quanto concerne i minori stranieri non accompagnati e i
neomaggiorenni sono stati stanziati oltre 5 milioni di euro e
sono previste iniziative indirizzate specificatamente alla loro
tutela, con la conferma del supporto regionale agli enti locali
che li accolgono (4.150.000 euro per i minori e 317.894,39 euro
per i neomaggiorenni), ma anche l'introduzione di alcune clausole
di garanzia rispetto alle strutture ospitanti e l'organizzazione
di corsi di italiano specifici per i ragazzi (350mila euro). La
Regione punta inoltre a qualificare il sistema dell'accoglienza
tramite la creazione di un tavolo interistituzionale sul tema
dell'immigrazione e dei minori, che avrà il compito di elaborare
uno specifico regolamento in materia al fine di contenere i
costi, e proporrà corsi di formazione per gli educatori delle
comunità e per gli stessi minori (100mila euro). È quindi
previsto il sostegno all'apertura di nuovi progetti Siproimi (ex
Sprar), lo studio dei vari aspetti della migrazione giovanile e
la progettazione di forme di cooperazione internazionale con i
Paesi di provenienza (150mila euro).
Per i soggiornanti di lungo periodo viene confermato
esclusivamente il sostegno all'integrazione scolastica, per il
quale la Regione mette a disposizione 800mila euro, mentre non
sono previsti ulteriori stanziamenti per il Fondo di rotazione e
garanzia, che per la sua stessa natura è sostenuto dalla
restituzione delle quote erogate.
Nell'area dei Fondi comunitari e degli strumenti rientrano,
quindi, gli interventi trasversali o finanziati con fondi
extraregionali: la tenuta dell'Elenco regionale dei mediatori
culturali e la gestione di un Osservatorio regionale
immigrazione, ma anche i progetti Fami Impactfvg e il Piano di
sviluppo linguistico (Psl) che sono interamente finanziati dal
Fondo asilo, migrazione e integrazione del Ministero dell'interno
e garantiranno per i prossimi due anni ulteriori attività di
integrazione.
Dal punto di vista numerico, in estrema sintesi, il profilo
demografico della popolazione straniera in Friuli Venezia Giulia
(secondo i dati Istat sulla popolazione residente e il bilancio
demografico risalenti al primo gennaio 2018) vede un lieve
aumento degli stranieri, che salgono a 106.652 (erano 104.276 al
primo gennaio 2017), pari all' 8,77% del totale dei residenti (lo
0,17% in più rispetto all'anno precedente), con una forte
presenza di rumeni (il 23,7% dei residenti stranieri),
caratterizzata da un aumento di ben 789 persone rispetto all'anno
precedente.
I cittadini non comunitari sono poco più di 70 mila, provenienti
soprattutto da Albania, Serbia e Ucraina, ma con un netto
incremento rispetto al 2017 dei residenti di origine pakistana (+
1312) e afghana (+ 311), ovvero le popolazioni più rappresentate
tra i richiedenti/titolari di protezione internazionale ospitati
in regione, e una crescita anche dei bengalesi (+ 359). Il 37,3%
degli stranieri vive nell'area dell'ex provincia di Udine, il
29,7% di quella di Pordenone, il 20,4% di quella di Trieste e il
12,6% di Gorizia, con una chiara concentrazione nelle grandi
città ed in particolare Udine e Trieste, seguite da Pordenone,
Monfalcone, Gorizia e Sacile.
Rimane consistente la presenza di minori stranieri non
accompagnati, tanto che la nostra Regione si colloca tra i primi
posti in Italia in quanto a presenze assolute. I dati forniti dai
Comuni che hanno in carico i minori indicano la presenza
contemporanea di oltre 400 ragazzi nelle strutture di accoglienza
regionali (446 al 31 marzo 2018, 410 al 30 giugno 2018, 498 al 30
settembre 2018). Al 30 settembre 2018 la nazionalità maggiormente
rappresentata è costituita dai giovani provenienti dal Kosovo
(33,3% del totale), seguiti da pachistani (29,7%), albanesi
(15,9%), afghani (8,0%), bengalesi (7,4%). Riguardo l'età, il 99%
dei minori ricade nella fascia tra i 14 e i 17 anni, con netta
prevalenza di giovani diciassettenni (71,5%).
ARC/MA/ppd