Trieste, 16 set - "Il percorso verso l'integrazione
sociosanitaria va sostenuto da una nuova cultura che consolidi
una consapevolezza da parte di tutte le parti in causa: politica,
operatori e portatori d'interesse avranno un ruolo fondamentale
nel comporre una risposta che porti all'omogeneizzazione della
soddisfazione dei bisogni delle persone".
È quanto sostenuto oggi a Gorizia dal vicegovernatore del Friuli
Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, nel
corso della riunione che, assieme ai vertici della direzione
regionale Salute e della Aas 2, lo ha visto incontrare i sindaci
e i rappresentanti dell'ambito Collio-Alto Isontino.
"I cittadini - ha spiegato Riccardi - hanno bisogni diversi ai
quali occorre dare risposte differenziate. È possibile riuscire
in questo compito riorganizzando il modo di dare risposte. Ciò
può essere fatto finanziando questa modifica attraverso
l'individuazione, dentro il sistema della sanità, di risposte
inappropriate per spostarne la spesa verso il territorio
coinvolgendo i soggetti interessati".
"Un compito - ha evidenziato il vicegovernatore - che deve essere
portato a termine con la partecipazione di tutte le parti in
causa: operatori, organizzazioni sindacali e politica,
invitandole a partecipare a una operazione di interesse pubblico
che modificherà l'assetto della risposta di salute".
"Si tratta di portare a termine un'operazione dal basso - ha
continuato Riccardi - capace di affermare un nuovo modello di
risposta ai bisogni effettivamente basato sull'integrazione
socio-sanitaria".
Accanto al sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, e all'assessore
comunale alla Salute, Silvana Romano, all'incontro hanno preso
parte amministratori e rappresentanti dell'ambito.
Fra i vari temi, è stato approfondito il trattamento della
fragilità, partendo non solo dal dato di 3.382 anziani che a
Gorizia vivono soli, ma anche dalla presenza di povertà,
emarginazione e dipendenze che rendono necessari percorsi che si
sviluppino a partire dal territorio.
"Se i territori esprimono caratteristiche socio demografiche
diverse - ha commentato il vicegovernatore - serve però agire su
modelli organizzativi diversi. La risposta al cittadino deve
essere uguale nel senso del soddisfacimento del bisogno ma deve
essere personalizzata sul territorio".
Su di un punto c'è stata già una piena condivisione: occorre
controbilanciare la struttura ospedaliera, che deve mantenere il
suo ruolo di luogo nel quale si dà risposta qualificata alle
acuzie, per completare la presa in carico sul territorio al quale
vanno dati i mezzi per operare anche perché, è stato rilevato, lo
stravolgimento demografico che sta interessando la nostra società
spinge a prevedere una pianificazione di cure a lungo termine che
veda la piena integrazione fra servizi sociali e ospedale.
"In questa nuova architettura - ha concluso Riccardi - una parte
fondamentale sarà rivestita dal volontariato e dal terzo settore,
senza il quale il compimento dell'integrazione socio sanitaria
non potrà dirsi concluso".
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