Corregionali: Roberti, Regione in dialogo anche con giovani espatriati
Udine, 24 lug - "La speranza è che dopo la fase più acuta
della pandemia e della conseguente crisi economica, il rilancio
che si prospetta per il nostro territorio possa far sì che tanti
giovani che hanno cercato lavoro in molte parti del mondo possano
avere l'opportunità di ritornare e non solo di mettere a servizio
le esperienze maturate all'estero ma anche di trovare sul nostro
territorio occasioni professionali ancora più gratificanti".
Lo ha sottolineato l'assessore regionale ai Corregionali
Pierpaolo Roberti a margine dell'annuale Incontro dei
corregionali all'estero organizzato dall'Ente Friulano Assistenza
Sociale Culturale Emigranti (Efasce) di Pordenone.
Tra ieri e oggi la 44ma edizione si è svolta al Ridotto del
Teatro Verdi di Pordenone con una formula mista tra pubblico in
presenza, rispettando le disposizioni di sicurezza, e online con
persone collegate da varie parti del mondo.
Una formula già sperimentata con successo lo scorso anno, in cui
è stato lanciato il tema "Connessi per creare il futuro",
sviluppato anche quest'anno sempre mettendo al centro le
esperienze dei corregionali all'Estero per la ripartenza del
Friuli Venezia Giulia.
Tra gli interventi in presenza quello con Filippo Trevisan,
originario di Codroipo, professore associato di Comunicazione
Pubblica all'American University di Washington DC; Anna Cupani
originaria di Pordenone, responsabile della comunicazione e
collaborazioni esterne dell'Istituto di Data Science
dell'Imperial College London; Luca Manfè, originario di Aviano,
vincitore negli Usa della quarta edizione di Masterchef. In
collegamento dal Sudafrica, dove hanno una tenuta vitivinicola
sono intervenute invece Michela Sfiligoi (da Pordenone) e Attilio
Dalpiaz (da Gorizia).
Alla ricerca di nuove opportunità professionali ma senza smettere
di fare riferimento alla terra d'origine, anche attraverso forme
di "pendolarismo" internazionale: è l'identikit delle oltre 5
mila persone che nell'ultimo decennio hanno lasciato il Friuli
Venezia Giulia per stabilirsi all'estero. Un flusso che, seppur
rallentato, non si è fermato nemmeno a causa della pandemia da
Covid-19 e da altre situazioni internazionali come la Brexit (il
Friuli Venezia Giulia è la regione italiana con la più alta
incidenza di migratorietà in rapporto alla popolazione).
"L'amministrazione regionale - ha affermato Roberti - vuole
mantenere ben saldi i rapporti con i corregionali sparsi nel
mondo nella consapevolezza che l'emigrazione dal Friuli Venezia
Giulia ha avuto ondate imponenti e ha assunto caratteristiche
diverse a seconda dei territori e delle generazioni. Conosciamo
le storie dei nostri corregionali che si sono allontanati da una
terra martoriata dalla guerra o a seguito del terremoto, in
condizioni economiche precarie, quando la consapevolezza era
quella di non poter fare più ritorno. Oggi il mondo è cambiato,
viviamo nell'epoca della globalizzazione, della mobilità, della
possibilità di lavorare in ogni angolo del mondo: questo permette
ai giovani di scoprire e imparare cose nuove, senza dare per
definitivo il distacco con le proprie radici. Noi abbiamo il
dovere di parlare sia a quei corregionali di seconda e terza
generazione sia a chi ha deciso in un passato molto più recente
di partire per intraprendere esperienze professionali importanti
in altri Paesi".
ARC/EP/al
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