Trieste, 23 lug - A riprova delle volontà della Regione di non
smantellare la sanità Pordenonese, ma anzi di investirvi, ci sono
stanziamenti per un centinaio di milioni di euro tra Cro e S.
Maria degli Angeli negli ultimi due anni. Inoltre nel prossimo
assestamento di bilancio verranno inseriti anche 2,5 milioni per
il completamento della viabilità di accesso al nuovo ospedale.
Azioni concrete che dimostrano l'interesse della Regione per
l'area e l'attenzione per i suoi cittadini.
È questo il concetto espresso dal vicegovernatore con delega alla
Salute nel corso della riunione della Terza commissione
consiliare, avvenuta questa mattina a Trieste, alla quale ha
partecipato anche il direttore generale dell'Asfo. Durante
l'audizione è stato ribadito che l'emergenza Coronavirus ha
confermato che il Friuli Venezia Giulia non può più permettersi
di considerare singolarmente le strutture sanitarie di Trieste,
Udine, Gorizia e Pordenone e dei relativi territori, ma di
ragionare invece in un'ottica di sistema, attraverso un modello
complessivo retto da alcuni pilastri.
In aula è stato spiegato che l'Azienda sanitaria Friuli
Occidentale ha gestito la prima fase dell'emergenza Covid-19
principalmente a livello ospedaliero, con il potenziamento dei
triage e dei reparti di terapia intensiva e sub intensiva,
sviluppando una serie di approcci e modelli operativi
multidisciplinari che ora, in questa nuova fase, devono essere
adottati anche a livello territoriale, attraverso un forte
collaborazione con le istituzioni e gli enti locali. La Regione
sostiene infatti il potenziamento e il miglioramento dell'offerta
sanitaria dell'area pordenonese, come confermato anche
dall'investimento per la costruzione del nuovo ospedale cittadino
e dai fondi stanziati per l'adeguamento dei sistemi e delle
procedure antincendio. Il modello a cui il territorio pordenonese
punterà, però, sarà meno incentrato sui servizi ospedalieri e più
focalizzato su quelli territoriali, con la valorizzazione del
ruolo dei medici di medicina generale, stimolando
l'associazionismo e la creazione di alvei territoriali
rispondenti ai bisogni di salute dei cittadini.
Come è stato rimarcato in aula, l'attivazione del nuovo nosocomio
pordenonese, che fungerà da ospedale hub e avrà una capienza di
500 posti letto, rappresenta un'occasione importante per tutto il
Friuli occidentale. Attraverso l'investimento regionale di 50
milioni di euro verranno strutturate nuove sinergie operative tra
i reparti e i professionisti che vi operano, ma anche percorsi
innovativi e strutturati in modo da essere preparati a situazioni
come quella verificatasi a causa del Covid-19. La struttura sarà,
inoltre supportata dalla Cittadella della salute, dove - entro
l'anno - verranno attivati i primi servizi, come i laboratori e
il centro prelievi. Inoltre, a settembre verrà avviato dall'Asfo
un confronto con la Regione e il Comune in merito al futuro dei
padiglioni dell'attuale ospedale che verranno dismessi.
Durante la riunione è stato inoltre confermato che la Rsa di
Sacile è stata individuata, per le sue caratteristiche fisiche e
organizzative, quale struttura più idonea all'erogazione delle
cure intermedie ai pazienti in fase di guarigione dal Covid o in
attesa di dimissione che non possono ancora essere assistiti a
domicilio. Quindi, nel caso di una riacutizzazione dell'emergenza
pandemica, quella realtà sarà devoluta a tale funzione e svolgerà
un ruolo importante per la gestione della situazione, fungendo da
supporto agli ospedali e ai servizi territoriali.
Per quanto concerne il personale, su indicazione della Regione,
l'Asfo punta a risolvere le attuali criticità con l'assunzione di
dipendenti a tempo determinato e avviare, in tempi brevi,
procedure per l'acquisizione di professionisti a tempo
indeterminato sulla base dei fabbisogni complessivi esplicitati
dalle strutture sanitarie, evitando una precarizzazione del
personale sanitario e rafforzando le competenze esistenti. Asfo
ha comunque già provveduto all'assunzione a tempo indeterminato
di 37 infermieri per garantire la continuità dei servizi, alla
proroga dei contratti di 21 oss interinali per garantire le ferie
del personale, alla proroga dei contratti di 21 infermieri
interinali, di cui uno per la dialisi, alla proroga di 6 autisti
di ambulanza e di un'ostetrica per compensare i picchi di
attività conseguenti alla chiusura della sala parto del
policlinico San Giorgio. Verranno, inoltre, prorogati i contratti
di 4 ostetriche interinali e l'azienda punta anche a prorogare 21
oss in scadenza al 30 settembre e ad assumere ulteriori 18
infermieri e 10 oss a tempo determinato. Per l'ospedale di San
Vito-Spilimbergo, che rappresenta una struttura importante
nell'economia del sistema sanitario regionale, l'obiettivo è,
invece, individuare rapidamente un direttore sanitario.
Riguardo alla trattativa con i sindacati sul tema delle
premialità destinate al personale per l'emergenza Coronavirus, il
vicegovernatore ha confermato in Aula la disponibilità al dialogo
costruttivo con le sigle sindacali, sottolineando anche che
l'investimento a favore del personale per il 2020 da parte della
Regione è aumentato di 42 milioni di euro.
Per quanto attiene agli ex nosocomi di Maniago e Sacile, che sono
stati riconvertiti a strutture territoriali e per i quali sono
previsti specifici interventi, è stato rimarcato che il primo
tenderà al modello dell'Ospedale di comunità, con un punto di
primo intervento che riprenderà ad essere operativo a settembre.
Nel secondo, invece, continuerà ad operare il reparto di
procreazione medicalmente assistita, che verrà dotato anche della
diagnosi preimpianto e della conservazione del tessuto ovarico,
al fine di completarne l'offerta complessiva.
ARC/MA/al