Trieste, 25 feb - No a qualsiasi ipotesi di ulteriori ritardi
nella realizzazione del piano nazionale di diffusione Banda ultra
larga (Bul), nessun avvallo a decisioni che vadano in questa
direzione da parte del Cobul, il comitato che sovraintende
l'attuazione di questa importante infrastruttura, e piena
disponibilità a gestire autonomamente i tratti che Open Fiber non
è in grado ultimare nei tempi stabiliti.
Questi in sintesi i principali passaggi del documento che
l'assessore ai Sistemi informativi, nella sua veste di
coordinatore della Commissione agenda digitale della Conferenza
delle Regioni e Province autonome, ha presentato oggi a Roma nel
corso della riunione del Comitato per la Banda ultra larga.
Durante un incontro che si è tenuto al Mise lo scorso 20
febbraio, al quale hanno preso parte tutte le Autorità di
gestione dei fondi Fesr e Feasr delle Regioni italiane e
Provincie autonome, infatti, è stato comunicato che sarebbe
destinato a proseguire almeno fino al 2023 il piano tecnico di
realizzazione dell'intervento per quanto concerne le aree
bianche, quelle ritenute meno interessanti da un punto di vista
economico dagli operatori delle telecomunicazioni come per
esempio le zone montane.
Inoltre ben 1113 comuni italiani, finora sospesi e programmati
per il 2021, risulterebbero definitivamente esclusi dal piano di
intervento aree bianche in quanto presenterebbero già
disponibilità di Banda ultra larga per oltre il 95% delle unità
immobiliari.
Decisioni che le regioni italiane ritengono inaccettabili anche
in virtù del fatto che il Piano della Banda larga nelle
cosiddette aree bianche viene sviluppato proprio grazie
all'utilizzo, in particolare, dei fondi regionali Fesr e Feasr
per un importo complessivo superiore a un miliardo e mezzo di
euro. Le Regioni, pertanto, sono a tutti gli effetti "soci di
maggioranza" di questo progetto e il loro punto di vista non può
certo essere trascurato.
Nel documento, condiviso a livello di comitato, viene negato
quindi qualunque avvallo alle decisioni del Cobul di estendere i
tempi di ultimazione e di escludere, parzialmente o del tutto,
alcuni territori dagli interventi pianificati.
Si chiede invece che vengano trovate soluzioni veramente
praticabili e in grado di risolvere in modo credibile le
difficoltà che presenta il progetto Bul aree bianche anche
rivedendo la destinazione di fondi come quelli dei risparmi di
gara o quelli destinati ai voucher di incentivo alla domanda.
La priorità delle Regioni italiane, infatti, è quella di
mantenere la promessa di creare infrastrutture a Banda ultra
larga diffuse in modo capillare al fine di connettere i territori
con tecnologie ad alta velocità e favorire la diffusione di
servizi innovativi per lo sviluppo sociale, economico e
culturale.
Pertanto le Regioni hanno chiesto oggi di poter riprendere in
mano direttamente l'implementazione di questo piano nel caso in
cui Open Fiber, società che sta creando l'infrastruttura, si
trovasse nell'impossibilità, in alcuni tratti, di andare avanti
nella realizzazione della Banda ultra larga secondo un calendario
condiviso.
Nel corso della riunione odierna, inoltre, è anche emerso che
Open Fiber si troverebbe in difficoltà nel trovare, nel Nord
Italia, lavoratori qualificati per questo progetto.
A tal proposito la Giunta ha assicurato di poter individuare
tutto il personale necessario attraverso la Direzione Lavoro
della Regione, mentre Open Fiber ha proposto di organizzare corsi
di tre mesi finalizzati alla necessaria preparazione di questi
profili.
ARC/RT/gg