Trieste, 16 mag - Il Friuli Venezia Giulia si presenta alla
sfida della digitalizzazione con un sistema di ricerca e di
trasferimento tecnologico senza più frazionamenti e duplicazioni
- di cui hanno sofferto in passato università e parchi
scientifici - e con Pmi e startup sostenute dalla Regione,
rispettivamente sotto il profilo finanziario e fiscale, per
favorire la transizione verso l'Industria 4.0.
E' uno dei motivi guida emersi nel convegno "Competenze
digitali@work: il futuro è oggi", organizzato oggi nella sede di
Area Science Park di Trieste nell'ambito del Progetto Ip4Fvg
(Industry Platform Friuli Venezia Giulia) cui è intervenuta
l'Amministrazione regionale, rappresentata dagli assessori alle
Attività produttive e al Lavoro e Formazione.
Nella giornata di lavori moderati dal direttore generale di Area
Science Park Stefano Casaleggi è stato dettagliato il processo di
armonizzazione che ha interessato i parchi nella partita sul
digitale. La cabina di regia regionale ha affidato
l'ottimizzazione e simulazione dei dati all'Area di Ricerca di
Trieste, le soluzioni di industria manifatturiera avanzata a
Pordenone, l'internet delle cose ad Amaro e l'analisi dei dati e
le intelligenze artificiali a Udine.
Sotto il profilo degli interventi regionali a favore delle
imprese, è stato ricordato il fondo di garanzia per gli
investimenti in venture capital con le start up, mediante un
fondo di 5 milioni di euro con coperture dei rischi per i
soggetti investitori finalizzato a evitare la moria precoce delle
nuove intraprese, e i 5 milioni stanziati in regime de minimis
per finanziare le dotazioni di cybersecurity, ricerca e sviluppo,
big data delle Pmi.
Se per quanto riguarda l'utilizzo dei fondi europei nell'ambito
della strategia di specializzazione intelligente (S3), del
sistema Argo e degli obiettivi di Industria 4.0, per il Friuli
Venezia Giulia si è rivelata vincente - è stato osservato - la
duttilità della programmazione, per quanto riguarda la formazione
che deve sostenere la transizione verso il digitale una funzione
strategica va assegnata - secondo Regione, Ministero
dell'Istruzione e Confindustria - al ruolo degli Its, gli
istituti tecnici superiori, chiamati a soddisfare un fabbisogno
nazionale di 20mila tecnici per i prossimi 12 mesi. I diplomati -
secondo Regione e Confindustria, rappresentata dal presidente
giuliano Sergio Razeto e da Fabrizio Gea, responsabile nazionale
Digital Hub - devono potersi formare con l'ausilio di
un'alternanza scuola-lavoro ben fatta, salva la possibilità di
proseguire poi gli studi all'università. Come ha reso noto la
rappresentante del Ministero dell'Istruzione, il Friuli Venezia
Giulia già oggi figura al terzo posto nella classifica delle
Regioni d'Italia per i percorsi formativi degli Its.
Per il raggiungimento degli obiettivi di Industria 4.0 - tutti
d'accordo i relatori - saranno decisivi i laureati e i diplomati
Stem (ovvero scientifico-tecnologici). Nello specifico, la
maggior domanda di reclutamento riguarda gli sviluppatori Ict, di
gran lunga la figura più richiesta nell'ambito di un settore
contraddistinto nel 2018 in Italia da una crescita del 2,5 per
cento che - come ha reso noto il direttore di Anitec-Assinform
Linda Cecconi - sarà confermata anche nel 2019.
Nel pomeriggio i lavori del convegno sono proseguiti in una
decina di tavoli tematici con gli approfondimenti a cura di una
sessantina di esperti e la partecipazione di rappresentanti della
direzione regionale Lavoro Formazione Istruzione che trarranno
gli spunti necessari agli adattamenti delle politiche regionali
sui temi della sfida digitale.
ARC/PPH/ppd
Il convegno "Competenze digitali@work: il futuro è oggi" svoltosi oggi all'Area Science Park di Padriciano
Foto ARC