Investimento da 2mln di euro per progetto "Rete 100G"
Trieste, 18 gen - Più veloce, sicura, autonoma: è la nuova rete
in fibra ottica che collega enti scientifici e accademici del
territorio regionale. L'infrastruttura, collaudata in questi
giorni, è la risultante del progetto "Rete 100G" dell'Università
di Trieste e garantirà prestazioni di alto livello.
L'investimento complessivo sfiora i due milioni di euro, di cui
un milione e mezzo messo a disposizione dalla Regione e 476mila
euro dall'ateneo giuliano e dagli enti che fanno riferimento alla
piattaforma Lightnet, cui partecipano tutti gli atenei regionali
assieme ai principali enti di ricerca.
La Regione, inoltre, ha concesso a titolo non oneroso alcune
fibre della rete Ermes (290 km) cui si aggiungono i 245 km della
fibra degli enti di Lightnet già in utilizzo.
Il progetto, che ha visto la partecipazione attiva dell'ateneo di
Udine sin dalla partenza, si è avvalso del supporto della
Direzione alle Infrastrutture e territorio, in particolare
attraverso il servizio che si occupa del coordinamento delle
attività nel settore delle telecomunicazioni e attuazione del
programma Ermes (banda larga), e ha beneficiato della
collaborazione operativa di Insiel per quel che riguarda la
predisposizione delle tratte di fibra regionale necessarie per
realizzare l'architettura fisica della rete.
È l'assessore regionale all'Istruzione, università e ricerca
Alessia Rosolen a battezzare il progetto, spiegando che "anche la
stretta attualità ci ricorda quotidianamente quanto sia
semplicemente fondamentale disporre di infrastrutture realmente
competitive e innovative. Non sappiamo ancora quando usciremo dal
tunnel della pandemia, ma siamo perfettamente consapevoli del
fatto che non potremo più prescindere dalla rete e dalla
possibilità di trasmettere dati e informazioni in modo veloce,
sicuro e autonomo. Il progetto Rete 100G, infatti, assegna al
sistema scientifico e accademico regionale un'infrastruttura
propria, che consentirà a tutti i soggetti di disporre ovunque
delle risorse computazionali nei datacenter (con gli accordi del
caso anche il supercalcolatore Ulysses di Sissa) e di muoversi
con libertà e con il sostegno di mezzi realmente all'altezza
delle sfide che l'innovazione impone a certi livelli".
"Il sistema scientifico di cui parliamo - aggiunge Rosolen -
necessita di investimenti oculati e lungimiranti per innalzare il
livello qualitativo dei servizi e aumentare la capacità di essere
attrattivo agli occhi di altri soggetti. La pandemia ha
letteralmente stravolto il concetto di partecipazione e di
confronto: non si torna indietro, certi sistemi saranno
concorrenziali nella misura in cui saranno capaci di raggiungere
soggetti ovunque e in tempi rapidissimi. Adeguare e potenziare le
infrastrutture è stata un'iniziativa brillante della Regione
concepita negli anni scorsi: chi non regge il confronto su questo
terreno è destinato a essere spodestato da altre realtà più
pronte ad aggredire questo mercato".
"L'ateneo triestino, capofila di questo progetto d'eccellenza, ha
saputo cogliere un'opportunità ed ha agito con prontezza, in
sinergia con il sistema dell'università e della ricerca
scientifica regionale. È uno sforzo che si aggiunge agli
investimenti - ricorda l'assessore - con i quali stiamo portando
la banda larga negli istituti scolastici del territorio
regionale: la pandemia, con i suoi disagi, le sue limitazioni, le
sue restrizioni, deve essere la scintilla per inaugurare una
nuova stagione che sappia vincere le sfide della digitalizzazione
e dell'innovazione. Mentre per la scuola la didattica digitale
integrata costituisce una risposta all'emergenza ma resta
propedeutica a un rientro nelle aule, gli spazi virtuali e i
servizi evoluti realizzabili sulla nuova rete continueranno a
essere centrali per università ed enti di ricerca e potranno
rivelarsi, nel tempo, un prezioso valore aggiunto anche per
arricchire l'offerta didattica degli atenei".
ARC/Com/ep
L'assessore regionale all'Istruzione, Università e Ricerca Alessia Rosolen
Foto ARC Montenero