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27.02.2015 17:55

ENTI LOCALI: PANONTIN, IL DDL DI RIFORMA DEL CAL APPROVATO IN VIA PRELIMINARE

Trieste, 27 feb - La Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato oggi in via preliminare il disegno di legge (ddl) di Riforma del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL). "Nel rinnovato contesto ordinamentale delle Autonomie locali è apparso necessario riformare anche l'Organo rappresentativo, il CAL, affinché sia in grado di assicurare una forma di dialogo e confronto più rispondente al mutato quadro istituzionale, svolgendo una funzione di sintesi delle esigenze e istanze dei territori", ha spiegato l'assessore regionale alle Autonomie locali Paolo Panontin.

La revisione dell'intera disciplina del CAL viene peraltro effettuata in un'ottica di semplificazione e razionalizzazione delle procedure. Viene anzitutto rivista la composizione, che sarà costituita da una rappresentanza istituzionale di Enti locali formata da un Comune per ciascuna Unione Territoriale Intercomunale (UTI). "In questo modo - spiega Panontin - si valorizza l'ente Comune e, allo stesso tempo, disponendo che ciascuna UTI individui un Comune all'interno dell'UTI stessa, si garantisce la rappresentatività dell'intero territorio regionale".

Sempre nell'ottica di evitare la moltiplicazione delle sedi di confronto, si prevede la possibilità per le Assemblee di comunità linguistica e per l'Osservatorio per la riforma di avvalersi della sede del CAL. All'articolo 3 della norma si prevede la partecipazione ai lavori del CAL anche da parte di un rappresentante per ciascuna Assemblea di Comunità linguistica.

Alle sedute del CAL possono inoltre partecipare, con diritto di parola, i presidenti dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) e dell'Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (UNCEM) regionali, al fine dell'opportuno raccordo con le associazioni degli amministratori locali. Per garantire un adeguato confronto sul piano istituzionale e codificando la prassi già in uso, è prevista la presenza ai lavori dei componenti della Giunta e del Consiglio regionali, proponenti degli atti sottoposti all'esame.

Sotto il profilo delle funzioni, la scelta è quella di rafforzare il ruolo del CAL per favorire la coesione tra le istituzioni e la sintesi degli interessi: spetterà, infatti, al CAL la competenza a carattere generale, di concorrere alla programmazione delle politiche pubbliche di interesse per le Autonomie locali, funzione strutturata attraverso innovative forme di collaborazione istituzionale. Si prevede, infatti, che il CAL costituisca la sede della permanente collaborazione istituzionale fra la Regione, gli Enti locali e gli altri soggetti portatori di interessi.

Si attribuisce al CAL un ruolo propositivo che va oltre l'esame dei singoli provvedimenti sottoposti al parere o all'intesa, fermo restando il rispetto delle prerogative del Consiglio regionale e della Giunta regionale. Sotto il profilo procedurale, l'obiettivo è quello di ottenere una semplificazione. Si prevede, inoltre, che l'organismo collabori con gli uffici regionali alla valutazione dell'impatto delle politiche pubbliche sul territorio.

Vengono mantenute le forme di consultazione classica, rappresentate dall'espressione dell'intesa e del parere sui provvedimenti, razionalizzando però l'uso affinché il CAL sia chiamato a pronunciarsi sui provvedimenti che rivestono effettiva rilevanza per il sistema delle Autonomie locali. Vi sono perciò rilevanti modifiche al processo di acquisizione del parere e di formazione dell'intesa: quest'ultima, in particolare, viene prevista esclusivamente per i disegni di legge che rivestono un'importanza fondamentale per il sistema delle Autonomie locali e non per provvedimenti amministrativi.

Vengono inoltre semplificati i quorum funzionali per la formazione della volontà del CAL. Un ulteriore passo verso la semplificazione è costituito dal fatto che alle Commissioni interne del CAL potranno essere attribuite funzioni deliberanti e redigenti: infatti, la previsione di un pronunciamento della Commissione in sede deliberante consente di ridurre le tempistiche dei procedimenti, mentre la funzione redigente permette di sottoporre al plenum del CAL una proposta di pronunciamento, tenendo conto delle discussioni intervenute.

Altra novità riguarda l'attribuzione al CAL delle funzioni della Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale, in relazione alle tematiche sanitarie, sul presupposto che alle UTI fanno capo anche le funzioni degli attuali Ambiti distrettuali.

Le competenze attribuite alla Conferenza permanente verranno esercitate dal CAL a composizione integrata, comprensiva dei presidenti delle Conferenze dei sindaci e del rappresentante di Federsanità-ANCI. "Si realizza così la razionalizzazione delle procedure di consultazione anche in riferimento ai provvedimenti in materia di politiche socio-sanitarie, evitando la moltiplicazione delle sedi di discussione, posto che il CAL ha già competenza in materia sociale", conclude Panontin.

ARC/EP