Terzo settore: Riccardi, non c'è una risposta unica a bisogni sociali
Zugliano (Ud), 5 giu - "Non c'è una risposta unica e
standardizzata ai bisogni sociali, ma è necessario un forte
sistema di sussidiarietà orizzontale che integri pubblico e
privato per garantire non solo il contenimento dei costi, ma
soprattutto efficacia e flessibilità dei progetti".
Così il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo
Riccardi, è intervenuto oggi al centro Balducci di Zugliano in
occasione del primo seminario di confronto sul Terzo Settore che
porterà all'elaborazione del rapporto 2020, pubblicato dal Forum
del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con la Regione e il
Centro servizi volontariato Fvg.
"La pubblica amministrazione deve indicare le linee di indirizzo
ed agire da strumento per liberare e coordinare le tante risposte
provenienti dal mondo del volontariato e dell'impresa sociale" ha
detto Riccardi, evidenziando come "sarebbe un pericolo se la
risposta ai bisogni sociali fosse istituzionalizzata e ingabbiata
nel sistema pubblico, perché perderebbe la funzionalità che è in
grado di esprimere oggi e che proprio in Friuli Venezia Giulia ha
consentito di elaborare uno dei migliori modelli di integrazione
socio-sanitaria".
In questa visione secondo il vicegovernatore "il reddito di
cittadinanza non è l'unico strumento sociale, poiché oltre alla
povertà sono in aumento le fragilità che necessitano di risposte
non esclusivamente di natura economica".
La frammentazione del mondo del volontariato sociale è la
premessa su cui si fonda la ricchezza del Terzo settore in
regione secondo Franco Bagnarol e Paolo Felice, i due portavoce
del Forum, che hanno dato vita all'iniziativa odierna. Al
seminario hanno preso parte esponenti di diverse realtà di
volontariato, di società mutualistiche, della cooperazione e
dell'impresa sociale, di enti di ricerca, nonché di
rappresentanti delle Università di Udine e di Trieste.
Soggetti attivi nel Terzo Settore a vario titolo e che hanno
contribuito alla stesura del precedente rapporto 2018. Un
documento la cui importanza è stata enfatizzata dallo stesso
Riccardi poiché "restituisce un quadro d'insieme in cui è
evidente che la tenuta del sistema sociale in Friuli Venezia
Giulia dipende da una dinamicità del settore più forte che in
altri territori della Penisola e da un meccanismo economico
virtuoso che garantisce la sostenibilità dei servizi".
Il prossimo 10 giugno il coordinamento del Forum del Terzo
Settore incontrerà la Regione per condividere le linee guida
sullo sviluppo del prossimo dossier statistico e per entrare nel
merito di alcuni aspetti della legge regionale con cui il Friuli
Venezia Giulia si adeguerà alla nuova normativa nazionale.
Nel frattempo il quadro emerso dal dossier 2018 è composto da
10.495 istituzioni non profit attive in Friuli Venezia Giulia,
con un incremento del 35 per cento dal 2011 al 2016. Il numero di
occupati che lavorano stabilmente nel Terzo Settore ha superato i
18.200 e rappresenta circa il 3 per cento degli occupati
complessivi sul territorio regionale. Ai lavoratori si affiancano
170mila volontari, ovvero 13,8 ogni cento residenti, con un
incremento del 43 per cento dal 2011. Secondo la distinzione
introdotta dalla nuova normativa, il mondo del no profit in
Friuli Venezia Giulia registra 1.251 Organizzazioni di
volontariato (ODV) e 856 associazioni di promozione sociale (APS)
iscritte al registro regionale alla data del 12 luglio 2018.
ARC/SSA/ppd
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