Udine, 16 feb - Un sistema sanitario orientato alla prevenzione
e organizzato per dare sicurezza ai malati cronici e risposte
immediate nelle acuzie e nelle emergenze.
È il quadro che emerge, dati alla mano, dal rapporto sintetico
sulla sanità regionale, illustrato oggi a Udine a tre anni
dall'avvio della riforma.
Un bacino di numeri che pesa oggettivamente il sistema sanitario
prendendo a modello una giornata tipo su cui confrontare i
principali parametri del servizio (nello specifico un giorno
infrasettimanale).
Il medico di base si conferma il primo punto di riferimento
sanitario per il cittadino, con 45.000 persone al giorno che
mediamente interagiscono con questa figura. Nello stesso giorno
tipo sono 23.800 le chiamate al Centro unico di prenotazione
(Cup), 5.000 le persone ricoverate negli ospedali della regione,
9.000 quelle non autosufficienti assistite nelle case di riposo,
ad esclusione dei ricoveri in Residenza sanitaria assistita (Rsa).
Le chiamate al 118 nel giorno medio sono 836 e comprendono le
semplici richieste di informazioni o di attivazione di un
servizio, mentre i mezzi in missione, ovvero in movimento sul
territorio, sono 347, pari a circa 126.700 missioni l'anno.
La fotografia misura l'inversione di tendenza nel ricorso alle
cure ospedaliere a vantaggio della prevenzione e dell'assistenza
territoriale.
Il servizio domiciliare contava, nel 2016, 3.456 utenti fissi in
carico, saliti a 3.775 nel 2017, per i quali vengono effettuati
76.759 accessi giornalieri per assistenza in casa, pari al 13,2%
in più rispetto al 2016, con un trend di crescita costante.
Nella prospettiva di una società sempre più composta da persone
anziane malate che vivono sole, la Regione ha potenziato il
servizio Sicuri a Casa con cui operatori del sistema sanitario
verificano telefonicamente lo stato di salute delle persone a
rischio e monitorate. Sono state effettuate 4.280 telefonate a
persone anziane che vivono sole, di cui l'85% sono donne, con
un'età media di 83 anni. La Regione in questo ha adottato un
modello utilizzato nel Nord Europa per la prevenzione della
fragilità, che consente di intercettare con anticipo i casi a
rischio, tramite il monitoraggio telefonico svolto dal Televita
regionale.
Quanto agli accessi in Pronto Soccorso sono 450.000 l'anno, con
una media di 1.329 accessi nei giorni feriali e 1.274 nel
week-end, complessivamente in leggero calo, laddove la
diminuzione più rilevante riguarda gli accessi di codici bianchi
rispetto al totale.
Rilevanti i risultati raggiunti dai piani sanitari e dalle reti
di assistenza per le malattie croniche, a cominciare dal diabete.
Tra i diabetici infatti, aumenta del 17% il ricorso agli esami
diagnostici preventivi, con un conseguente calo dei ricoveri in
ospedale per problemi correlati. La rete dell'ictus, inoltre, ha
portato quasi al raddoppio del numero di interventi di trombolisi
nel biennio 2015-17, passati da 274 a 457 l'anno. La conseguenza
diretta, in questo caso, è una riduzione dei decessi e delle
disabilità conseguenti, con un minor ricorso alla riabilitazione.
In tema di prevenzione il Friuli Venezia Giulia fa inversione
anche nel trend negativo delle vaccinazioni (era tra le ultime
regioni in Italia nel 2016 per numero di vaccini effettuati): la
campagna vaccinale ha portato ad un incremento anche rispetto ai
dati 2015, in particolare per lo pneumococco (da 81,02% a 85%,
molto vicino alla soglia ottimale).
Resta altissima l'incidenza delle campagne di screening tumorale,
con un aumento, ad esempio, dal 65,95% al 70% dello screening
della mammella, un dato che pone il Friuli Venezia Giulia tra le
prime regioni in Italia.
Infine, su un numero complessivo di 1.050.000 telefonate al Cup
regionale, sono 690.000 le prenotazioni di esami e visite
effettuate con questo servizio.
ARC/SSA/fc