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24.05.2015 16:33

GRANDE GUERRA: "IL PASSATO CI INSEGNI A NON RIPETERE ERRORI FATALI"

Serracchiani: "Grazie al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la sua presenza sul San Michele"; "Orgogliosi di aver vissuto questa giornata accanto alle Forze Armate".

Monte San Michele, 24 mag - "Il Friuli Venezia Giulia e Trieste in particolare sono orgogliosi e commossi di aver vissuto questa giornata accanto alle nostre Forze Armate. Invio a nome di tutta la Regione il mio ringraziamento al Capo dello Stato Sergio Mattarella che oggi ha voluto rendere onore a uno dei luoghi più simbolici della Grande Guerra. Siamo stati con lui sul San Michele, il monte consacrato dal sangue di migliaia di giovani, cui oggi guardiamo con pietà e rispetto, senza più distinguere il colore della divisa".

Lo ha affermato la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani che questa mattina è stata al Sacrario di Redipuglia, per poi accogliere il Presidente della Repubblica sul San Michele e raggiungere, infine, Trieste, palcoscenico degli eventi conclusivi dell'iniziativa nazionale "L'Esercito marciava ...", voluta per commemorare il Centenario dall'ingresso dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale.

"Cento anni fa l'Italia - ha ricordato la presidente Serracchiani a margine della cerimonia sul San Michele - scelse la guerra come via per completare la sua Unità nazionale. È difficile giudicare le scelte di un secolo addietro alla luce dei valori di oggi, anche se allora non mancò chi vide sbagliato il ricorso alla violenza. Ma ciò avvenne. E messa alla prova, l'Italia combatté. Giunta sin quasi allo stremo, trovò in sé forze vive che non conosceva, e vinse".

"Solo dopo capimmo che nelle trincee si era cementato un senso di appartenenza nazionale", ha evidenziato Serracchiani. "Una coesione di cui oggi, negli anni difficili che stiamo vivendo, abbiamo grande bisogno di risentire nostra".

"Ma si deve ricordare che quel 24 Maggio 1915 non fu uguale per tutti. Questi luoghi - ha aggiunto la presidente del Friuli Venezia Giulia - saranno sempre testimoni dolenti dei lunghi anni della Grande Guerra, combattuta nelle trincee del Carso, nelle grandi battaglie attorno all'Isonzo, sulle nostre montagne. Qui vennero a morire da tutta Italia, nel nome dell'Italia, e qui accogliamo nel Sacrario di Redipuglia le spoglie di centomila Caduti".

"Morirono lontano da casa anche moltissimi ragazzi triestini, friulani, sloveni, istriani, gente di queste terre, arruolati con l'Austria già nel 1914 nel 97° Imperial Regio Reggimento o sulle navi della Marina Asburgica. Esiliati a lungo dalla storia, rendiamo onore anche a loro".

"È dunque giusto che il lungo percorso dell'Esercito in marcia si concludesse a Trieste, dove si addensano i luoghi più simbolici", ha evidenziato la presidente, ricordando che proprio davanti alla piazza che ora si chiama dell'Unità d'Italia, "dopo più di tre anni di lutti, di dolore e di silenzioso eroismo, il 3 novembre del 1918 sbarcarono dalla Nave Audace i Bersaglieri, e il Tricolore fu issato a San Giusto".

"La Prima Guerra Mondiale era finita. Solo la prima, purtroppo. Poi, un altro terribile conflitto mondiale e, sempre su questo confine, un dopoguerra feroce: a lungo l'Europa ha vagato nel buio prima di sradicare odio e divisioni, e finalmente avviare quel processo di integrazione che ci sta assicurando la pace da 70 anni. Pensiamoci bene prima di intaccare questa garanzia che si chiama Unione Europea: il nostro passato ci insegni a non ripetere errori fatali".

"Il Friuli Venezia Giulia, una regione fatta di tradizioni e lingue diverse che in armonia convivono, è al servizio di questo ideale di riconciliazione e di speranza per il futuro". Nel ricordo della Grande Guerra - ha concluso la presidente del Friuli Venezia giulia - c'è stato il maestoso concerto del maestro Riccardo Muti, la messa di Papa Francesco, la visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Dalla nostra regione è già partito un forte messaggio di coraggio e di pace, che oggi ripetiamo con maggior vigore. E lo inviamo a tutti gli Italiani, a tutti, come un abbraccio".

ARC/Com/PPD