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30.06.2014 18:40

AUTONOMIE LOCALI: CON IL DDL PARTE IL PERCORSO DI RIFORMA

Trieste, 30 giu - Un sistema istituzionale coeso e nello stesso tempo policentrico, basato su due pilastri: la Regione e il Comune, quest'ultimo inserito in una logica di "area vasta". Con un obiettivo chiaro: arrivare ad un'organizzazione dei servizi per i cittadini più efficiente, snella e meno costosa.

Il "motore" di questo sistema sarà il CAL-Consiglio delle Autonomie Locali, profondamente rinnovato nella composizione e rafforzato nei poteri. Con la messa a punto dello schema di disegno di legge (ddl) "Riordino del sistema Regione-Autonomie locali: individuazione degli Ambiti Sovracomunali Ottimali (ASO)", presto all'attenzione della Giunta regionale, il percorso della riforma delle Autonomie locali arriva al passaggio decisivo, dopo le leggi già approvate sulle elezioni comunali, sull'abolizione delle Province (proposta di legge costituzionale di modifica dello Statuto) e sui referendum.

Nel ddl si individuano innanzi tutto gli ASO, come area adeguata per la promozione e lo sviluppo del territorio, per l'esercizio in forma associata di funzioni comunali, sovracomunali e di area vasta e per la gestione coordinata di servizi. Si punta, in sostanza, a far tendenzialmente coincidere gli ASO con i distretti sanitari e con gli ambiti di pianificazione territoriale.

Sul piano istituzionale i Mandamenti così individuati hanno natura giuridica di Unioni fra Comuni, dispongono perciò di potestà statutaria e regolamentare. Il governo è affidato ad un'Assemblea (organo di indirizzo, composto dai sindaci e da un numero di consiglieri variabile a seconda della popolazione), a un presidente (eletto fra i sindaci componenti l'assemblea) e a un direttivo (organo esecutivo).

Ai Mandamenti viene lasciata ampia autonomia nella definizione dei propri statuti, nel rispetto di alcuni requisiti di democraticità e di rappresentanza delle minoranze. I Mandamenti gestiranno funzioni comunali, provinciali e regionali oltre a quelle delle Comunità montane in fase di soppressione.

Nel ddl si indica anche in modo puntuale una riallocazione di funzioni esercitate dalle Province sia verso i Mandamenti sia verso la Regione e contemporaneamente una riallocazione di funzioni regionali verso gli stessi Mandamenti. Infine, il ruolo del CAL come organo di consultazione e di raccordo fra Regione ed Enti locali.

Nel nuovo assetto, basato sui Mandamenti, al CAL viene attribuita una funzione propositiva che va oltre l'esame dei singoli provvedimenti, per concorrere alla programmazione delle politiche pubbliche e diventare una sorta di cabina di regia per la valutazione dell'impatto delle decisioni sui territori.

Proprio per questo si prevede di strutturare la sua attività in Commissioni speciali. Al CAL, infine, saranno assegnate anche le funzioni ora svolte dalla Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale, per i temi che riguardano le politiche sociali.

ARC/PF