Pordenone, 4 apr - "L'inaugurazione odierna è un tassello
importante di un progetto che contribuisce a migliorare la
qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.
L'Amministrazione regionale continuerà a sostenere e a potenziare
i percorsi avviati nella convinzione che il primo diritto è
quello all'istruzione: è un diritto che combatte tutti i tipi di
povertà".
Lo ha detto l'assessore regionale all'Istruzione, Alessia
Rosolen, in occasione dell'inaugurazione dello spazio realizzato
per ospitare le attività della "Scuola in Ospedale" (Sio) nel
reparto di pediatria del Santa Maria degli Angeli a Pordenone
alla quale erano presenti il primo cittadino Alessandro Ciriani,
la referente dell'Istituto comprensivo Pordenone Sud Silvia
Burelli, il primario del reparto Roberto Dall'Amico, Eva Fiappo
della direzione medico ospedaliera del nosocomio e l'associazione
Le Petit Port onlus con la presidente Dusy Marcolin.
"L'idea di potenziare i servizi per la scuola in ospedale e poi
dare avvio al percorso virtuoso, e non solo normativo, con
l'istituzione di un master e la messa a disposizione del
personale docente per la Sio - ha aggiunto Rosolen - è nata
grazie al confronto con le associazioni e con il reparto di
pediatria del Santa Maria degli Angeli che hanno segnalato le
problematiche sul tema. Questo ha permesso alla Regione, che era
fanalino di coda nei servizi educativi e di istruzione
all'interno degli ospedali, di raggiungere un livello importante
sia in termini di risorse messe a disposizione sia in termini di
formazione dei docenti da occupare per queste attività".
L'esponente della Giunta Fedriga ha rimarcato come si tratti "di
un percorso di civiltà che garantisce agli studenti i loro
diritti dando una risposta ai loro bisogni".
Il progetto avviato nel 2019, e proseguito nonostante la
situazione pandemica, permetterà agli studenti degenti della
Pediatria costretti ad un ricovero per un periodo di tempo lungo,
di usufruire di un ambiente esclusivo per svolgere le molteplici
attività scolastiche continuando il proprio percorso formativo.
La scuola in ospedale è riconosciuta, infatti, a livello
nazionale come vera e propria istituzione e dà la possibilità
quindi di non perdere la frequenza scolastica ai ragazzi
ricoverati.
L'attività è stata possibile anche grazie all'Istituto
comprensivo Pordenone Sud che ha avuto dall'Ufficio scolastico
regionale (Usr) la possibilità di nominare dei docenti per un
totale di 40 ore settimanali. Supportano l'impegno anche docenti
volontari e le scuole di appartenenza dei ragazzi. Sono stati
inoltre attivati progetti di musicoterapia e arte terapia.
Rosolen ha ringraziato tutte le componenti che hanno permesso la
riuscita dell'iniziativa: dalla Fondazione Ragazzingioco, alle
associazioni La Biblioteca di Sara e Le Petit Port, dal nosocomio
al Comune di Pordenone che ha contribuito alla ristrutturazione
dei locali. La scuola potrà utilizzare, inoltre, un'attrezzatura
tecnologica di ultima generazione che la rende una delle più
all'avanguardia in regione.
Come illustrato da Burelli, nel primo anno della Sio (2019-2020)
a Pordenone gli alunni degenti erano 11 (5 della scuola
secondaria di 1° grado e 6 della secondaria di 2° grado) saliti a
20 durante la pandemia nel secondo anno 2020-2021 (4 della scuola
secondaria di 1° grado, 14 di 2° grado e 2 alunni di istruzione
domiciliare con la scuola in ospedale) segno della necessità di
dare risposte a un bisogno che è cresciuto.
La Regione, come è stato rimarcato, ha emanato nel 2019 le linee
guida regionali per la Sio e l'istruzione domiciliare (Id) che
ampliano quelle nazionali; linee guide che hanno previsto anche
un forte investimento economico regionale per far crescere i
relativi servizi sul territorio e permettendo, ad esempio,
l'attivazione alle scuole dell'istruzione domiciliare.
ARC/LP/al
L'assessore regionale all'Istruzione Alessia Rosolen nel nuovo spazio dedicato agli studenti all'interno del reparto di Pediatria a Pordenone.
Foto ARC Pironio
L'assessore regionale all'Istruzione, Alessia Rosolen, al taglio del nastro del nuovo spazio per la Scuola in ospedale a Pordenone