Salute: Riccardi, in Fvg un miliardo speso in gioco d'azzardo
Impegno della regione di 2 milioni nel biennio per prevenire il
fenomeno
Udine, 17 gen - "Il gioco d'azzardo patologico resta un fenomeno
sommerso e pericolosissimo in cui la condizione di rischio dei
giovani è il dato che ci preoccupa maggiormente; per questo la
Regione sta lavorando e continuerà ad investire nella
prevenzione, con pratiche innovative che di anno in anno stanno
facendo crescere il numero delle persone seguite dal sistema
sanitario regionale".
Così il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo
Riccardi, ha delineato l'impegno della Regione nel contrasto al
gioco d'azzardo, nel corso della presentazione dei dati regionali
sulla diffusione di questa dipendenza e delle iniziative messe in
campo dall'Area promozione salute e prevenzione.
"In questa regione si spende un miliardo di euro all'anno nel
gioco, il che rende evidente la pericolosità e la grandezza del
problema; eppure nonostante siano migliaia le persone affette da
questa patologia in maniera conclamata, i nostri servizi riescono
ad intercettare ed avere in carico poche centinaia di persone" ha
evidenziato Riccardi.
Il Fondo statale gioco d'azzardo patologico ha assegnato al
Friuli Venezia Giulia 2.063.000 euro per la programmazione di
attività nel biennio 2018-2019 (da realizzarsi negli anni
2019-2021).
"Nel 2019 investiremo già 1,5 milioni di euro - ha annunciato
Riccardi - per dare continuità alla rete di cure e trattamento,
avviare iniziative con il Terzo settore e attività formative
anche in collaborazione con le Università, per la supervisione
clinica, la formazione rivolta agli insegnanti delle scuole
secondarie, agli esercenti attraverso le associazioni di
categoria, ai genitori per fornire un corretto approccio alla
cultura digitale".
Tra le prime iniziative in campo, la divulgazione di uno spot di
un minuto rivolto ai soggetti a rischio o ai loro famigliari per
indurli a rivolgersi al numero verde (800558822) e segnalare
l'esigenza di aiuto.
La stima di giocatori problematici, sulla popolazione totale,
varia fra l'1,3% e il 3,8%. La percentuale di giocatori
patologici è compresa tra lo 0,5% e il 2,2%.
Ciò significa che il principale problema legato al contrasto al
gioco d'azzardo è intercettare e far emergere il "sommerso"
affinché il sistema sanitario regionale possa occuparsene. Nel
2018 sono stati presi in carico dai Servizi per le dipendenze 577
persone (di cui il 76% maschi). Il dato conferma l'incidenza del
fenomeno negli ultimi anni: 390 utenti nel 2014, 406 utenti nel
2015, 421 utenti nel 2016, 502 utenti nel 2017.
L'incidenza sociale del fenomeno si comprende ancor meglio dal
volume economico di gioco che è stato pari a 1.301 euro pro
capite (sulla popolazione maggiorenne, quindi oltre un miliardo
di euro di giro d'affari complessivo).
Una raccolta che riguarda 1.454 concessioni, per un totale di
1.982 punti di gioco e 4.292 apparecchi installati.
Il Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche
dell'Università di Udine ha analizzato in dettaglio la portata
economica del gioco d'azzardo: ogni esercente ha un ricavo medio
di 4.800-7.000 euro l'anno per ogni slot machine (la percentuale
riconosciuta all'esercente varia dal 4% al 6%); ciò significa che
ogni macchinetta raccoglie oltre 120.000 euro l'anno. La ricerca
ha anche evidenziato che in alcuni locali le slot possono
arrivare a 1.000 euro di ricavi mensili, a fronte di un costo di
gestione minimo, attorno ai 460 euro l'anno circa.
La raccolta globale in regione è nella media nazionale mentre nei
singoli territori è sotto la media a Gorizia e sopra la media
nazionale a Udine (158.000 euro raccolti per ogni slot).
"In alcuni paesi la presenza nei bar di queste macchinette è la
primaria fonte di reddito, ma anche l'inizio di cambiamenti
radicali della vita per le persone di quel posto, soprattutto nei
comuni piccoli, nelle vallate e in montagna dove si riscontrano
situazioni di emarginazione che sconquassano le famiglie e il
tessuto sociale" ha osservato Giuseppe Napoli, presidente di
Federsanità Anci Fvg, con cui la Regione fa rete nell'attività di
prevenzione, confermandosi tra le Regioni più virtuose in tema di
prevenzione grazie ai progetti di collaborazione tra scuole,
Comuni e sistema sanitario.
L'attenzione maggiore è ora rivolta ai giovani - come ha ribadito
Paolo Pischiutti, direttore dell'Area promozione salute e
prevenzione - che sono i principali soggetti a rischio, anche per
un crescente accesso al gioco d'azzardo online tramite smartphone
e tablet.
Il CNR di Pisa ha analizzato il rapporto tra minori e gioco
d'azzardo (15-19 anni) rilevando che il 25% degli studenti del
Friuli Venezia Giulia ha giocato d'azzardo almeno una volta nei
12 mesi antecedenti la somministrazione del questionario. Il 50%
ha giocato in bar, tabacchi o ricevitorie. Il 16% ha giocato
d'azzardo on line.
Tra chi ha giocato negli ultimi 30 giorni, la maggior parte non
ha speso più di 10 euro, il 13-14% ha speso tra gli 11 e i 30
euro, il 21% ha speso più di 50 euro on line mentre l'8% ha speso
più di 50 euro in luoghi fisici.
La familiarità aumenta il rischio di cadere nella trappola del
gioco d'azzardo: ad esempio, tra i giocatori problematici, il 20%
ha il padre giocatore, più del 3% la madre giocatrice e più del
10% entrambi i genitori.
Anche i Comuni sono impegnati nel contrasto alla diffusione delle
macchinette, in ottemperanza a quanto prescritto dalla legge
regionale 1/2014. Ad oggi sono 63 i Comuni che hanno predisposto
un elenco dei luoghi sensibili presenti sul proprio territorio,
per i quali è prescritta una distanza di sicurezza entro la quale
non possono essere installate sale gioco o slot machine; 27 sono
i Comuni che hanno regolamentato gli orari di apertura delle sale
da gioco e del funzionamento delle apparecchiature per il gioco
lecito e 3 i Comuni che hanno applicato sanzioni amministrative.
ARC/SSA/ppd
Salute: Riccardi, in Fvg un miliardo speso in gioco d'azzardo
Il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi (al centro), con il presidente di Federsanità Anci Fvg, Giuseppe Napoli (a sx) e il direttore dell'Area promozione salute e prevenzione della Regione, Paolo Pischiutti - Udine, 17 gennaio.
Foto ARC
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