Economia: Bini, SviluppoImpresa ha accolto istanze categorie
Udine, 12 gen - Il disegno di legge SviluppoImpresa, che i
primi di febbraio verrà portato all'esame del Consiglio
regionale, è stato presentato oggi in dettaglio ai rappresentanti
delle categorie economiche regionali. "Leggendo il testo vi riconoscerete in molti degli articoli che
lo compongono perché sono il frutto della condivisione delle
scelte e del contributo che nei mesi scorsi avete apportato alla
scrittura della norma; un metodo di condivisione che ritengo
imprescindibile per far fronte alla sfida più difficile e più
ambiziosa che abbiamo davanti, ovvero far ripartire l'economia
regionale dopo la più grave crisi mai registrata negli ultimi
decenni", è stato il commento dell'assessore regionale alle
Attività produttive Sergio Emidio Bini nell'introdurre
l'illustrazione del ddl 123 "Disposizioni per la modernizzazione,
la crescita e lo sviluppo sostenibile verso una nuova economia
del Friuli Venezia Giulia". Secondo l'assessore SviluppoImpresa "è una norma anticipatrice di
nuovi modelli, che rafforza alcuni cambiamenti necessari, in
parte imposti ed accelerati dalla pandemia". La dotazione iniziale della legge ammonta a 51 milioni di euro di
fondi regionali nel triennio 20-22 a cui andranno ad aggiungersi
altre risorse, tra cui i fondi europei della Programmazione
comunitaria, del React EU e New Generation EU della Strategia di
specializzazione intelligente (S3). "Il ddl - ha detto Bini - poggia su alcuni pilastri quali la
necessità di modernizzare e accrescere le nostre imprese, la
formazione di nuove professionalità, lo sviluppo sostenibile, la
necessità di attrarre investimenti e imprese, il rafforzamento
dell'internazionalizzazione, dei consorzi di sviluppo economico
locale, la riforma dell'accesso al credito". Entrando nel dettaglio di alcuni provvedimenti relativi al
commercio, Bini ha ricordato l'obiettivo di "ripopolare i centri
storici e le aree degradate delle nostre città e dei nostri
paesi". Per questo sono previsti fondi per il sostegno ai privati
che decideranno di riaprire le saracinesche o abbattere i canoni
di locazione dei negozi sfitti nei centri città. Verranno
individuati dei Distretti del commercio, ambiti territoriali
definiti tra Enti locali, Regione, categorie economiche e privati
che, attraverso un partenariato stabile, potranno accedere ad un
Fondo commercio per lo sviluppo del distretto, che finanzierà, ad
esempio, progetti di banda larga, pedonalizzazione, arredo
urbano, a favore degli enti pubblici, oppure di e-commerce o
innovazione servizi, a favore dei privati. Un altro provvedimento riguarda i paesi fino a 3mila abitanti
dove verrà dato sostegno ai negozi di vicinato. Un'ampia parte della norma guarda all'obiettivo della
digitalizzazione a partire da un rilancio del distretto delle
tecnologie digitali Ditedi che secondo Bini "è stato sfruttato
molto poco negli ultimi anni e va potenziato affiancandogli
quelle eccellenze universitarie che possono dare molto
all'innovazione digitale e alla cyber security". Un ulteriore attore della riforma sarà l'Agenzia Lavoro &
SviluppoImpresa attraverso cui passerà la diffusione delle
opportunità che Europa, Stato e Regione offrono alle imprese
attraverso la creazione di nuovi servizi di informazione. Un capitolo a sé occupano giovani e startup. Bini ha evidenziato
come i giovani imprenditori delle rappresentanze di categorie
siano stati coinvolti direttamente nel processo di stesura della
norma ed ora siano stati inseriti in modo permanente nei tavoli
di lavoro programmatici. A loro si devono i contributi alle norme
sul potenziamento dei centri di co-working, con investimenti
pubblico-privato, e al lancio di piattaforme di crowdfunding per
le piccole aziende. Nell'ambito turistico la principale novità riguarda la creazione
del Fondo credito per il turismo e il provvedimento che consente
ai proprietari di seconde case di ottenere un contributo fino a
20mila euro per ammodernare l'immobile e immetterlo nel mercato
delle locazioni per vacanze attraverso le agenzie immobiliari.
Viene quindi previsto il rilancio dell'albergo diffuso e
l'introduzione di un voucher da 80 a 120 euro per chi pernotta
almeno 3 giorni in un albergo del Friuli Venezia Giulia. La norma contiene inoltre provvedimenti per la semplificazione e
la sburocratizzazione, per le riconversioni industriali, la
capitalizzazione e il rafforzamento dei patrimoni, nonché
un'ampia riforma dell'accesso al credito. È previsto l'accorpamento dei fondi di rotazione in un unico
strumento e il rafforzamento del ricorso a operazioni quali mutuo
a tasso agevolato, leasing, microcredito, credito a breve e medio
termine, garanzie e prestiti partecipativi. "L'obiettivo è
ridurre al minimo il costo del denaro per chi vuole fare impresa"
ha rimarcato l'assessore. La novità principale in questo settore
è l'apertura della gestione del credito al sistema bancario,
tramite gara pubblica, superando l'attuale centralizzazione delle
pratiche sull'istituto Mediocredito. Il ddl punta inoltre al rafforzamento del ruolo di Friulia nelle
operazioni di finanza innovativa, all'internazionalizzazione e
all'attrazione di nuovi investimenti. A tal proposito sono
previsti incentivi a fondo perduto per nuovi insediamenti con un
investimento iniziale di almeno 7 milioni di euro, con un vincolo
di destinazione di 7 anni, una filiera che attinga
all'imprenditoria locale per almeno 3 anni e un piano di
assunzioni di 10 unità nel primo anno e altre 20 nel triennio. La Regione intende inoltre sostenere alcune filiere di elezione
del territorio regionale quali acciaio, automotive,
cantieristica, nautica a cui saranno affiancati provvedimenti
specifici per potenziare la filiera del legno, dal bosco al
mercato. Infine, ulteriori risorse a fondo perduto andranno ad
incentivare l'economia circolare e l'efficientemente energetico.
Un plauso all'impianto normativo è giunto da Giovanni Da Pozzo
(Confcommercio), Michelangelo Agrusti (Confindustria Alto
Adriatico), Anna Mareschi Danieli (Confindustria Udine), Graziano
Tilatti (Confartigianato).
ARC/SSA/ep
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