Udine, 9 dic - L'assessore regionale al Lavoro, formazione,
istruzione, ricerca, università e famiglia, Alessia Rosolen, ha
partecipato al Comitato per la legislazione, il controllo e la
valutazione del Consiglio regionale, relazionando sullo stato di
attuazione della Legge 7 del 2017 che prevede interventi per
rispondere alle difficoltà di ingresso e permanenza dei giovani
nel mercato del lavoro, in particolare a supporto di quei giovani
tra i 18 e i 29 anni che non studiano e non lavorano né sono
impegnati in percorsi formativi, i cosiddetti Neet.
Una legge quanto mai attuale, ha specificato l'assessore, poiché
assicura risposte efficaci ai molti giovani che, nella situazione
di crisi determinata dalla pandemia, hanno bisogno contare sulle
istituzioni e su interventi capaci di favorire il loro
avvicinamento nel mondo del lavoro o il reinserimento in percorsi
di istruzione/formazione.
Il contesto regionale in cui si inserisce la norma è comunque
positivo: secondo la fonte Demo Istat, all'1 gennaio 2018, nel
Friuli Venezia Giulia i giovani tra i 18 e i 29 anni sono il 10,7
per cento dei residenti (130.096); tra essi, l'8,6 per cento non
ha titoli scolastici superiori né qualifiche professionali
derivanti da corsi della durata di almeno 2 anni, mentre la media
nazionale è del 13,5 per cento.
"È un dato incoraggiante - ha commentato Rosolen - unitamente al
fatto che circa il 40 per cento dei giovani tra i 20 e i 24 anni
partecipa al sistema di istruzione e formazione e identifica una
regione nella quale i giovani hanno un buon livello di formazione
e possono rappresentare una risorsa per il sistema produttivo
locale".
Inoltre, nel triennio considerato, si è registrata anche una
progressiva riduzione dei giovani Neet di età tra i 15 e i 29
anni: dal 16,9 per cento del 2017 al 13,7 per cento del 2019,
portando il Friuli Venezia Giulia al terzo posto a livello
nazionale; in Italia, nello stesso periodo si è passati dal 24,1
al 22,2 per cento, mentre la media europea è del 12,9 per cento.
Intercettare i Neet resta comunque una delle difficoltà
principali nelle politiche occupazionali rivolte ai giovani,
soprattutto se provenienti da ambienti sociali caratterizzati da
alti livelli di povertà. In considerazione del target, si è
ritenuto strategico prevedere nella norma l'attivazione e il
consolidamento nei territori di Reti locali di cooperazione tra
enti pubblici, enti di formazione professionale, aziende ed enti
del terzo settore ben radicati nel tessuto sociale delle diverse
comunità, per favorire l'inserimento lavorativo dei giovani e
combattere il rischio di esclusione sociale e di povertà.
Un impegno finanziario, per il triennio 2017-2019, di 4 milioni e
500 mila euro (3 milioni assegnati dal FSE e 1 milione e 500 mila
euro di fondi regionali) che hanno portato risultati importanti.
Dal 2017 al 2019, dei 91 progetti presentati nell'ambito di
Attivagiovani ne sono stati approvati 76, 48 dei quali avviati e
conclusi; due sono ancora in corso, mentre le reti che hanno
presentato progetti sono state 62. I giovani che si sono iscritti
al percorso AttivaGiovani nel triennio 2017-2019 sono stati 536,
dei quali 340 hanno terminato la formazione: 150 di essi hanno
trovato lavoro, mentre il 22 per cento di coloro che non hanno
completato la formazione ha trovato occupazione.
Quanto sinora realizzato e i buoni risultati ottenuti hanno
creato un clima di interesse e fiducia verso le opportunità
offerte dalla legge, in particolare dalla misura AttivaGiovani,
sia da parte dei giovani e delle loro famiglie, sia da parte
delle imprese del territorio e, conseguentemente, anche
l'aspettativa di proseguimento delle iniziative a favore di
questo target.
La Regione sta ora predisponendo un nuovo Avviso per
AttivaGiovani, dotato di 1 milione e 800 mila euro: per superare
la frammentazione territoriale e per valorizzare il contributo
dei giovani residenti nei territori di riferimento, l'Avviso sarà
articolato in 5 macro progettualità territoriali. A loro
disposizione ci sarà un pacchetto di servizi flessibile e
personalizzato, per migliorare le competenze di base, di
cittadinanza, digitali, acquisire una maggiore conoscenza del
tessuto produttivo della regione e dei nuovi possibili scenari di
sviluppo, acquisire consapevolezza e maturare anche prime
competenze tecniche. Questo, mediante l'attivazione di percorsi
formativi, seminari, laboratori, visite ad aziende mediante una
didattica attiva.
L'assessore ha infine illustrato il processo di attuazione e i
risultati conseguiti attraverso le misure sperimentali di
accompagnamento intensivo alla ricollocazione, previsti dal Capo
III della legge, rivolto ai soggetti disoccupati residenti sul
territorio regionale che abbiano perso il lavoro presso un'unità
aziendale situata sul territorio del Friuli Venezia Giulia,
dichiarata in stato di crisi a seguito della grave difficoltà
occupazionale del settore manifatturiero.
Sono stati presi in carico rispettivamente 18 lavoratori della
Eaton srl di Monfalcone, 13 dei quali hanno concluso il percorso;
8 lavoratori della Burgo Group spa di Duino Aurisina; e 13
lavoratori dell'Ideal Standard industriale Srl di Zoppola.
ARC/CM/ep
L'assessore regionale al Lavoro, Formazione, Istruzione, Ricerca, Università e Famiglia, Alessia Rosolen
Foto Regione FVG