L'assessore allo scoprimento della lapide a Faedis e alla
presentazione del libro sul partigiano della Osoppo
Faedis, 11 feb - "È doveroso essere presenti nei momenti in cui
si ricorda una tragedia e anche l'eredità che ci hanno lasciato i
partigiani della Brigata Osoppo: è un'eredità che non è stata
trasmessa appieno nell'immediato dopoguerra e nemmeno adesso c'è
un soggetto che rappresenti e diffonda quei valori nella
pienezza. Alcuni soggetti, tra cui il partito del quale sono
sempre stata orgogliosa di aver fatto parte, hanno trasmesso un
pezzo di quell'eredità ma ne esiste invece una globale da
tramandare e che si basa sul concetto in base al quale viveva e
operava Atteone, il giovane medico e martire che commemoriamo
oggi: curava tutti, senza fare distinzioni".
Lo ha sottolineato oggi l'assessore regionale alla Cultura
Tiziana Gibelli in occasione dello scoprimento della lapide
commemorativa alla memoria di Franco Celledoni "Atteone", una
delle vittime dell'eccidio di Porzus, organizzata
dall'Associazione Partigiani Osoppo Friuli.
Ragazzo alla soglia della laurea in medicina, che riceverà
honoris causa solo dopo la sua morte, nei momenti difficilissimi
della seconda Guerra mondiale, quando il territorio doveva essere
liberato dai nazifascisti, Celledoni scelse da che parte stare
pur prestandosi ad assistere e curare chiunque ne avesse bisogno,
a prescindere dall'appartenenza politica.
"Il valore che ci tramanda questa tragica storica - ha aggiunto
l'assessore - è il rispetto di una libertà così alta e profonda
da lasciare possibilità di scelta sempre e comunque. Dobbiamo
riuscire ad impegnarci a ottenere una convivenza civile: questa è
l'eredità che ci ha lasciato chi ha combattuto per liberare il
proprio Paese dal nazifascismo e contemporaneamente scongiurare
un'altra dittatura".
L'assessore, oltre a sostenere la proposta dell'Apo per rendere
giusta memoria alla figura di Franco Celledoni, sia a livello
nazionale, con il conferimento dell'onorificenza al valor
militare a tutti i caduti delle malghe di Porzus, sia a livello
locale con l'intitolazione di una via o piazza, ha sottolineato
che è "compito delle generazioni più mature spiegare e insegnare
ai giovani, lasciare un messaggio a loro affinché riescano dove
noi abbiamo fallito".
Introdotta dal presidente dell'Apo Roberto Volpetti la
presentazione del libro a cura di Roberto Tirelli è stata
l'occasione in cui il cugino del martire, Armando Celledoni, ha
raccontato i fatti accaduti a Franco e alla sua famiglia.
Franco Celledoni scelse il nome di Atteone, personaggio della
mitologia classica e, pur proveniente da una famiglia modesta,
grazie agli ottimi voti era riuscito a completare gli studi
classici per poi approdare all'università di Padova per dedicarsi
allo studio della medicina.
Nel libro si legge come apprezzasse la parabola del Buon
Samaritano che invita ad aiutare chiunque soffra. La sua
dedizione anche verso i suoi nemici non fu sufficiente a salvarlo
e, caduto in un'imboscata, fu trucidato al pari dei suoi compagni
della Osoppo.
Lo scoprimento della lapide nella casa della madre, casa Lazzaro
oggi agriturismo Valnascosta, e la successiva presentazione del
libro, che sarà distribuito a tutte le scuole che ne faranno
richiesta, hanno preceduto la cerimonia per la commemorazione del
78° anniversario dell'eccidio delle Malghe di Porzus che avrà
luogo domani a Faedis e Canebola.
ARC/EP/gg
L'assessore regionale Tiziana Gibelli alla cerimonia
L'assessore regionale Tiziana Gibelli mentre interviene alla presentazione del libro
La lapide commemorativa