Istituzionalizzati anche steward urbani e controllo di vicinato
Trieste, 13 nov - L'organizzazione dei Comandi di polizia
locale, la selezione e formazione del relativo personale, il
sistema delle collaborazioni nonché la valorizzazione degli
operatori sono solo alcuni degli ambiti che vanno a
caratterizzare lo schema del disegno di legge regionale in
materia di sicurezza e polizia locale che la Giunta, su proposta
dell'assessore competente Pierpaolo Roberti ha approvato nella
seduta odierna dell'Esecutivo.
"A più di dieci anni dall'entrata in vigore della legge di
settore, la 9 del 2009 - spiega Roberti - abbiamo deciso di
intervenire non limitandoci ad una semplice manutenzione, ma
revisionando invece in modo integrale l'impianto normativo,
operando su due piani. Il primo è quello delle politiche di
sicurezza, declinando a livello regionale la "sicurezza
integrata" intesa come l'insieme degli interventi garantiti da
Stato, Regione, Enti locali e altri soggetti istituzionali al
fine di concorrere alla promozione e all'attuazione di un sistema
unitario per il benessere delle comunità territoriali. A ciò si
aggiunge un secondo livello di tipo ordinamentale, con lo scopo
di innovare i modelli organizzativi e gli strumenti operativi,
garantendo una migliore qualità nell'esercizio delle funzioni di
polizia locale e uniformità sul territorio regionale".
"In questo nuovo assetto - prosegue Roberti - la Regione rafforza
il proprio ruolo di raccordo tra le politiche di sicurezza
nazionali e locali, coinvolgendo una pluralità di soggetti
pubblici e privati, individuando di volta in volta quelli più
adeguati a rispondere a esigenze e criticità manifestate dal
territorio. Inoltre, la Regione svolgerà un ruolo di
coordinamento per garantire un innalzamento degli standard
qualitativi dei servizi di polizia locale".
Andando ad analizzare alcuni aspetti specifici, la norma
istituisce e disciplina l'osservatorio regionale sulla sicurezza
urbana e sull'attuazione delle politiche integrate di sicurezza.
Il suo obiettivo è quello di fornire, annualmente, un supporto
conoscitivo delle condizioni di sicurezza in Friuli Venezia
Giulia quale strumento di sostegno per la progettazione e
l'attuazione delle politiche in materia.
Viene poi riconosciuta la figura degli "steward urbani" per le
attività volte a facilitare la fruibilità e la vivibilità degli
spazi pubblici. Questi operano entro i limiti individuati dalla
normativa statale, svolgendo compiti sussidiari e privi di
autonomia, finalizzati al miglioramento della percezione di
sicurezza della cittadinanza ed opera sulla base delle
indicazioni e sotto la direzione del comandante o responsabile di
polizia locale dell'ente locale che ne ha richiesto l'utilizzo.
Un passaggio del disegno di legge è riservato alle norme sulla
sicurezza partecipata. Riconoscendo che la difesa del cittadino
dalla criminalità spetta esclusivamente alle Forze di polizia,
per quanto riguarda invece i reati predatori e le criticità
urbane, l'attività di prevenzione e controllo del territorio può
giovarsi della collaborazione informativa dei cittadini,
attraverso forme di cittadinanza attiva, come il "controllo di
vicinato" o di volontari. Il fine è quello di dare risposte
concrete alle esigenze di sicurezza della collettività,
cooperando in modo sinergico con le istituzioni per garantire
migliori condizioni di sicurezza e di qualità della vita.
Oltre ad un sostegno della Regione a favore degli enti locali
affinchè gestiscano in forma associata le funzioni di Polizia
locale per aumentarne il grado di efficienza e assicurare più
alti livelli di sicurezza urbana sul territorio, la norma
approvata dall'Esecutivo ne definisce anche l'articolazione, che
prevede distretti, presìdi e aree distrettuali. I primi
rappresentano ambiti territoriali entro i quali i Corpi di
polizia locale organizzano l'esercizio delle funzioni di polizia
locale e delle politiche locali di sicurezza in forma singola o
associata. I presìdi invece costituiscono le unità di
decentramento operativo del distretto di polizia locale,
coincidenti territorialmente con uno o più enti locali del
medesimo distretto, caratterizzati da profili di omogeneità.
Infine, sono previste le aree interdistrettuali, ambiti
territoriali di esercizio delle funzioni di polizia locale
coincidenti con il territorio di più distretti contermini, per lo
svolgimento di talune funzioni o servizi.
ARC/AL/ma