Trieste, 22 nov - "In aderenza al cosiddetto 'Percorso
sicurezza' per i volontari di protezione civile delineato dal
quadro normativo, riteniamo che l'attività dei volontari di pc
sia soggetta alle disposizioni del Decreto legislativo 81 del 9
aprile 2008, limitatamente ad alcune sue parti e che trovi il suo
inquadramento normativo in tre capisaldi".
Ha esordito tecnicamente così, oggi, l'assessore con delega alla
Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi,
rispondendo a un'interrogazione in Consiglio regionale sulla
vicenda che coinvolge i volontari di Pc del Fvg.
Entrando nel dettaglio, infatti, Riccardi ha spiegato, facendo
riferimento alla normativa di legge - di mera competenza dello
Stato -, che l'articolo 3 (comma 3-bis) del Dl 81 del 2008 ha
stabilito espressamente che le disposizioni in materia "sono
applicate tenendo conto delle particolari modalità di svolgimento
delle rispettive attività, individuate entro il 31 marzo 2011 con
decreto del Ministero del lavoro - ha detto in Aula, aggiungendo
che il decreto 13 aprile 2011 (il cui articolo 3) ha stabilito
che le norme del Dl81 sono applicate "alle organizzazioni di
volontariato della protezione civile nel rispetto delle loro
caratteristiche strutturali organizzative e funzionali
preordinate alle attività e ai compiti di protezione civile".
In particolare è stato richiamato il comma 2 che prevede che il
volontario di pc è equiparato al lavoratore esclusivamente per
attività specificate quali formazione, informazione e
addestramento, con riferimento a scenari di rischio di protezione
civile e ai compiti svolti dal volontario in questi ambiti.
"Questa particolare attività è frutto di un percorso normativo
che si è perfezionato a partire dal 2009 a seguito di un
intervento correttivo del Dl81, apportato dal D.Lgs 106/2009 che
ha ritenuto di adottare un approccio specifico e mirato alla
sicurezza per le attività di volontariato di protezione civile -
ha aggiunto Riccardi -. Il legislatore regionale è in linea in
questo contesto normativo: la norma, a nostro avviso, non può
trovare applicazione nei confronti delle peculiari figure del
volontariato di protezione civile: coordinatori, caposquadra e
volontari".
"Questa vicenda, senza precedenti, ha una lettura diversa da
parte della Procura della Repubblica, la quale ha avviato un
procedimento penale a carico di un sindaco e di un coordinatore
di Pc del Fvg. Va sottolineato che noi guardiamo con grande
rispetto all'azione, indipendente e terza, della Magistratura; e
non potrebbe essere altrimenti. Ed è altrettanto essenziale
ricordare che i tecnici dell'Azienda sanitaria universitaria
Friuli Centrale hanno operato nell'ambito dell'indagine in
qualità di delegati ufficiali di polizia giudiziaria, rispondendo
al magistrato, non d'iniziativa".
"Sull'interpretazione della Dl81 la Regione ha un'opinione
diversa: lo abbiamo spiegato ai volontari, chiedendo al capo
dell'Ufficio legislativo del Dipartimento nazionale di Protezione
civile di intervenire spiegando le ragioni. Riteniamo che lo
'stop' alle attività, annunciata dei volontari, per timori di
essere inquisiti e di rischiare i propri beni mentre prestano
generosa e meritoria attività a favore della comunità, sia una
reazione comprensibile: non possiamo pensare che nel nostro Paese
si possa archiviare quest'esperienza straordinaria, che non ha
eguali".
"Ci siamo già mossi, ci siamo fatti parte diligente e abbiamo
ottenuto la disponibilità del ministro per la Protezione civile,
Sebastiano Musumeci: a rango di norma bisogna intervenire con
ulteriore rango di norma. Deve essere chiarita la separazione
delle 'due parti' del decreto legislativo. Altrimenti metteremo a
rischio l'archiviazione di un'esperienza importante che, per le
informazioni di cui siamo in possesso, non si limiterà ai 'soli'
confini di questa regione" ha detto Riccardi che ha riferito di
aver avuto una lunga conversazione sul tema, nella giornata di
ieri, con il capo del Dipartimento nazionale di Pc, Fabrizio
Curcio, che a sua volta ha ottenuto la disponibilità del ministro
Musumeci.
"La vicenda va affrontata per la serietà che impone; mi auguro
che il Parlamento faccia il suo corso e mi auguro che i Ministeri
competenti, non soltanto quello della Protezione civile, ma
soprattutto, per competenza, quello del Lavoro e della Salute,
comprendano le ragioni dell'interpretazione chiara del Decreto
legislativo 81".
ARC/PT/gg
L'assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi nell'Aula consiliare