Sutrio, 1 lug - "Le politiche di sviluppo per la montagna
devono essere declinate secondo le specificità di ogni territorio
soprattutto in una regione come la nostra dove ogni area montana
ha caratteristiche proprie: orografiche, infrastrutturali,
culturali. L'auspicio è trovare una strada non ideologica per non
rischiare di rimanere fermi a progetti che non avranno la
capacità di concretizzarsi".
Lo ha detto l'assessore regionale alla Montagna Stefano Zannier,
al convegno 'In me non c'è che futuro. Far crescere la montagna
nella sostenibilità' che ha aperto il Green Carnia Fest, festival
della sostenibilità in montagna, a Sutrio nella Cjase Dal Len,
promosso dalla Proloco di Sutrio con il supporto della Regione
Friuli Venezia Giulia, di PromoturismoFVG, della Comunità montana
della Carnia e di Fondazione Friuli.
Per Zannier non è il sistema contributivo ad invertire il trend
dello spopolamento "servono strumenti di supporto alle imprese
affinché possano innovarsi e investire in montagna - ha indicato
sottolineando la necessità delle infrastrutture per permettere al
sistema di reggere.
Nel suo intervento non ha mancato di rimarcare come "lo sviluppo
della montagna è legato ai settori agricoli e turistico ma anche
a nuove formule di impresa ed in questo percorso è centrale la
digitalizzazione" e sottolineato come "la sostenibilità non è
mettere nuove aree a tutela e porre vincoli ma creare condizioni
di sviluppo sostenibile".
Zannier ha apprezzato le cinque amministrazioni comunali locali
(Cercivento, Ovaro, Paluzza, Ravascletto e Sutrio) che hanno
contributo all'edizione zero di una manifestazione il cui intento
è quello di porre l'attenzione sulla sostenibilità per costruire
una nuova progettualità che sappia cogliere le enormi possibilità
di questi territori e dare voce al suo capitale umano e naturale.
"Un confronto che potrà avere ricadute positive - ha detto
l'assessore regionale - per individuare su quali linee di
sviluppo agire da tradurre poi in azioni concrete sul territorio
tenendo conto delle specificità".
Un altro aspetto rilevante per Zannier è il superamento delle
ideologie. "Se guardiamo al territorio da un punto di vista
ideologico e non tecnico-scientifico ci danneggiamo, diventa uno
dei limiti principali alla programmazione; basti pensare alla
gestione forestale vista negativamente perché spesso non compresa
o in un'ottica puramente ideologica, quando essa invece rientra a
pieno titolo nel ciclo completo della sostenibilità".
Il problema per Zannier riguarda le regole a cui soggiaciono le
aree montane "spesso dettate da soggetti che stanno fuori dal
territorio montano che non lo conoscono e ne travisano il
concetto di sostenibilità, declinato invece correttamente in
altri Stati".
Sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) Zannier è
stato chiaro. "La sua applicazione - ha detto - deve avere regole
diverse, non deve seguire gli schemi classici dell'intervento
pubblico perché rischiamo di non vederne i frutti". Un piano che,
secondo Zannier, tralascia alcuni settori importanti come la
parte forestale e riversa una quota cospicua delle risorse su
progetti già esistenti.
Il convegno ha visto la partecipazione di Roberto Siagri,
presidente del Consorzio Carnia Industrial Park, Enrico Ferrero
della Fondazione Edoardo Garrone, Marco Bussone presidente
dell'Unione nazionale comuni, comunità ed enti montani (Uncem) e
Fabio Renzi segretario generale di Symbola.
Molti gli aspetti delle terre alte trattati: dal digitale, che
per Siagri assume un ruolo centrale "entriamo nel futuro solo se
usiamo le tecnologie digitali ma è necessario colmare il divario
esistente e infrastrutturare", alla nuova stagione di risorse che
dobbiamo intercettare per riuscire a creare percorsi si sviluppo
secondo Bussone. Ma giocano un ruolo rilevante anche l'immissione
di nuove forze negli Enti locali, la capacità di rendere
attrattiva la montagna che deve diventare anche un luogo di
produzione secondo Renzi che ha sottolineato come la montagna
abbia acquisito una nuova centralità con la crisi climatica e
pandemica che ha fatto riemergere la necessità di migliori
equilibri territoriali.
Durante l'appuntamento Ferrero ha invece portato l'esempio del
"Progetto Appennino - idee che muovono montagne" della fondazione
Garrone per realizzare un nuovo modello di riqualificazione delle
terre alte puntando sulla nascita di giovani imprese, sul
consolidamento di quelle esistenti e sulla sinergia tra loro e,
più in generale, sulla messa in rete di competenze e risorse per
estendere il valore di un'imprenditorialità sostenibile a favore
dello sviluppo complessivo del territorio e della comunità.
ARC/LP/al
Una fase del convegno svoltosi a Sutrio alla presenza dell'assessore regionale alla Montagna Stefano Zannier