Udine, 28 gen - "Il collaudo funzionale della diga di Ravedis,
con la definizione completa dell'esercizio, potrà avvenire
soltanto dopo il completamento della modifica del sistema di
movimento delle paratoie degli scarichi di fondo, mentre gli
interventi di adeguamento sono stati finanziati con delibera del
Cipe 54/20016, e prevedono l'affidamento dei lavori entro il 31
dicembre 2021".
Lo ha anticipato l'assessore regionale all'Ambiente, Fabio
Scoccimarro, rispondendo a un'interrogazione in Consiglio
regionale.
Come ha specificato l'assessore, la complessità della
realizzazione della diga di Ravedis e il suo finanziamento a
lotti hanno finora consentito soltanto l'esecuzione di collaudi
tecnico-amministrativi. Tuttavia, ciò ha consentito un avvio
quantomeno parziale dell'impianto, con quote stabilite dai
singoli collaudi effettuati e sotto lo stretto controllo
dell'Ufficio dighe di Venezia.
Scoccimarro ha poi colto l'occasione per evidenziare che
l'impianto, già così com'è parzialmente attivato, nel corso degli
eventi meteorologici del 6, 7 e 8 dicembre scorso ha fornito un
apporto essenziale per la laminazione dell'onda di piena delle
acque.
Infatti, sotto il controllo dell'Unità di comando e controllo che
si attiva in caso di allerta meteo nella sala operativa della
Protezione civile, Ravedis ha garantito che la somma degli
scarichi congiunti di Meduna e Cellina non superasse mai la
portata di 1200 metri cubi al secondo.
Scoccimarro ha inoltre reso noto che dal gennaio 2020 sono state
attivate le procedure necessarie con l'Autorità di Distretto, che
per legge è la destinataria del finanziamento per la
realizzazione della galleria scolmatrice tra gli invasi di Cà
Selva e Cà Zul e all'integrazione delle opere di scarico della
diga di Ponte Racli: è la prassi necessaria per pervenire a un
Accordo di programma tra la Regione e il Ministero per
l'attuazione della progettazione.
In questo senso, lo scorso mese di maggio, ha rivelato
Scoccimarro, la Regione ha proposto all'Autorità di Distretto il
testo dell'acccordo, che, in seguito, la stessa Autorità ha a sua
volta proposto al ministero delle Infrastrutture e trasporti.
Ma il Ministero, pur apprezzando la proposta della Regione, in
quanto innovativa, ha risposto che essa avrebbe incontrato
difficoltà nella registrazione alla Corte dei conti e ha proposto
un accordo diretto con l'Autorità.
Alle successive richieste di informazioni sull'iter avviato per
l'utilizzo dei 300 mila euro stanziati per questi interventi dal
primo stralcio del Piano nazionale degli interventi nel settore
idrico, sezione invasi, adottato con il Dpcm 17 aprile 2019, da
parte dell'Autorità di distretto non è ancora stata fornita
risposta.
ARC/CM/ep
L'assessore regionale alla Difesa dell'Ambiente Fabio Scoccimarro, in una foto d'archivio
Foto Regione FVG