Gorizia, 25 nov - "La Cortina Verde è una memoria del paesaggio
e culturale su cui c'è ancora molto da lavorare e qui a Gorizia,
come pure a Trieste, sappiamo bene cosa ha significato essere al
confine tra due mondi. Oggi quella cortina si estende fino a
comprendere i Balcani, la Grecia e la Turchia e costituisce
un'esperienza propedeutica a uno sviluppo coordinato delle
politiche ambientali comunitarie".
Questo il concetto espresso dall'assessore alla Difesa
dell'ambiente del Friuli Venezia Giulia, Fabio Scoccimarro,
intervenuto oggi a Gorizia all'apertura del convegno "La Cortina
Verde in Italia: strategie per lo sviluppo di un patrimonio
ecologico e storico" promosso dall'associazione Rete italiana
Egb, che è membro della European Green Belt Association. L'ente
sostiene la tutela dell'eredità ambientale lasciata lungo la
cortina di ferro dopo la caduta del muro di Berlino.
La Cortina Verde include 12.500 chilometri, che vanno dal Mare di
Barents, sul confine russo-norvegese, sino al Mar Nero, lungo la
costa baltica e attraverso l'Europa centrale ed i Balcani, dove
la natura ha occupato uno spazio che la Storia aveva congelato.
"Ricordo perfettamente - ha detto l'assessore - la sensazione che
provai quando nei giorni della caduta del muro di Berlino
attraversai il confine ad Eisenach: passando dalla Germania ovest
alla Germania est sembrava di passare da un film a colori a uno
in bianco e nero, dove il concetto di ambientalismo non esisteva,
c'era una grande arretratezza nell'affrontare l'impatto
ecologico".
Proprio ad Eisenach, nel 2018, è stata adottata dai partecipanti
alla decima Conferenza Paneuropea sulla Cortina Verde ("European
Green Belt") la risoluzione che definisce gli obiettivi comuni
per contrastare la perdita di biodiversità e promuovere le reti
ecologiche.
"Tra i principi enunciati vi è anche quello di garantire il ruolo
della Cortina Verde come paesaggio della memoria, anche
culturale, e simbolo vivente del superamento della Guerra Fredda
per le generazioni future, ma - ha ammonito Scoccimarro -
sappiamo bene quanto ci sia ancora molto da lavorare".
L'assessore ha infatti ricordato "i problemi transfrontalieri che
riguardano il rilascio delle acque dell'Isonzo tra Italia e
Slovenia o il raddoppio della linea ferroviaria
Capodistria-Divaccia con il grave impatto ambientale che questo
progetto comporta, sul lato sloveno, ma a ridosso della nostra
Val Rosandra".
"Temi che vanno affrontati con una politica comune" ha ribadito
Scoccimarro, ricordando "l'iniziativa che il Friuli Venezia
Giulia ha promosso per il 2020 convocando a Trieste gli Stati
generali dell'Ambiente dell'Alpe Adria e a cui parteciperanno
tutte le regioni contermini, dal Veneto all'Austria, dalla
Slovenia alla Croazia, per condividere politiche energetiche e
ambientali comuni da qui al 2050".
"La Carta che sottoscriveremo non sarà una mera enunciazione di
principi - ha evidenziato l'assessore in conclusione - ma intendo
prevedere una road map che consenta di avviare una sorta di
tagliando annuale delle politiche attivate, al fine di verificare
la concreta attuazione delle misure condivise".
ARC/SSA/fc