In Friuli Venezia Giulia crescita Pil prevista intorno al 1,2 per
cento, dietro a Lombardia e Veneto
Porcia, 19 giu 2023 - "Nel metalmeccanico la manodopera è in
crescita, sintomo del buon funzionamento delle politiche del
lavoro adottate, con aumento delle stabilizzazione e tempi
indeterminati. Inoltre il comparto, che da solo vale quasi la
metà del manifatturiero del Friuli Venezia Giulia, conferma di
essere traino e apripista per l'economia regionale".
Sono questi, in sintesi, i concetti espressi oggi a Porcia dagli
assessori al Lavoro Alessia Rosolen e alle Attività produttive
Sergio Emidio Bini nel corso della presentazione del secondo
report dell'Osservatorio della Metalmeccanica Fvg negli spazi di
Innovation Factory di Electrolux Italia Spa di Porcia. Ideato e
coordinato dal Cluster della Metalmeccanica regionale Comet, lo
studio è unico nel suo genere perché riunisce e analizza i dati
provenienti da Innovation Intelligence FVG di Area Science Park,
Università di Trieste e di Udine, nonché Intesa Sanpaolo.
Dall'analisi risulta che, con 5.063 imprese e considerando tutte
le forme societarie, la metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia
rappresenta quasi il 45% della manifattura regionale.
Alla presenza di Marzia Segato, responsabile risorse umane di
Electrolux, del presidente di Confindustria Alto Adriatico
Michelangelo Agrusti e del presidente del cluster Comet Sergio
Barel, i due esponenti dell'Esecutivo regionale hanno posto in
risalto i miglioramenti registrati nel mercato del lavoro ma
anche la funzione di traino che la metalmeccanica sta compiendo
nell'ambito dell'economia regionale. "I dati del report
presentato oggi - ha detto l'assessore Rosolen - testimoniano
l'andamento positivo dell'occupazione in Friuli Venezia Giulia
che, nonostante la difficoltà di reperimento di manodopera in
alcuni settori, continua a crescere rispetto al 2022 e al periodo
prepandemico. I numeri, malgrado il lieve calo di assunzioni
registrato tra il 2021 e il 2022, confermano il miglioramento in
termini qualitativi del nostro mercato del lavoro; in particolare
le politiche attive hanno dato come risultato nella
metalmeccanica un incremento dei tempi indeterminati e delle
stabilizzazioni".
"Lo studio - ha aggiunto l'esponente dell'Esecutivo regionale -
ha poi messo in risalto che le imprese con un welfare più evoluto
sono più solide e competitive sul mercato; questo avviene perché
se il capitale umano viene formato e seguito nel percorso
lavorativo, allora rimane fidelizzato all'interno dell'azienda. E
sta proprio nel welfare, soprattutto quello territoriale inteso
come servizi alla persona e alla famiglia ma anche in termini di
formazione continua, il supporto che istituzioni e imprese
possono dare alla vita dei lavoratori favorendo la scelta di
rimanere nel territorio. La soluzione alla mancanza di manodopera
non passa attraverso l'apertura indiscriminata ai flussi
migratori, ma piuttosto alle competenze professionali che possano
soddisfare le concrete necessità espresse dalle imprese del
territorio. Il sistema delle quote con il click day non
garantisce qualità ma solo numeri".
"Siamo consapevoli - ha concluso Rosolen - che la qualità del
lavoro e del capitale umano è determinata da più fattori: uno di
questi è sicuramente la pianificazione delle necessità delle
risorse umane che possono servire in azienda, tema trascurato per
anni. Lo dimostra il fatto che si siano verificate numerose
cessazioni a cui non si è riusciti a far fronte con nuove
assunzioni, anche perché di pari passo non sono stati programmati
percorsi formativi adeguati alle nuove figure da inserire in
azienda".
Dal canto suo l'assessore regionale alle Attività produttive
Sergio Emidio Bini si è soffermato sul fatto che il Friuli
Venezia Giulia sta affrontando la fase di ripresa post pandemica
con un ruolo da protagonista. "Ciò è dimostrato - ha detto -
dalle ultime stime sull'andamento del Pil, elaborate dal centro
studi di Confcommercio nazionale. Il report attesta, per la
nostra Regione, una crescita prevista per l'anno in corso
dell'1,2%, collocandola appena al di sotto del podio nazionale, a
fianco di Lombardia e Veneto. Alla base di questo risultato ci
sono la resilienza del nostro tessuto produttivo, la capacità
delle nostre aziende di investire nell'innovazione e, non da
ultimo, la virtuosa alleanza che in questi anni si è instaurata
tra il mondo delle imprese e l'Amministrazione regionale".
"All'interno di questo contesto - ha concluso l'assessore Bini -
il settore metalmeccanico, che da solo vale quasi la metà del
manifatturiero del Friuli Venezia Giulia, conferma di essere
traino e apripista per l'economia regionale, come ben evidenziato
dallo studio elaborato da Comet. È quindi, in sostanza, un
settore in grado di attrarre importanti flussi occupazionali e di
aprirsi ai giovani, anche nei board dirigenziali, puntando al
tempo stesso su strumenti di welfare all'avanguardia. Si tratta
di un comparto che conta complessivamente oltre 5mila imprese,
alle quali la Regione non ha fatto e non farà mancare il proprio
sostegno".
ARC/AL/ma
L'intervento dell'assessore regionale al LAvoro Alessia Rosolen durante la presentazione dello studio del distretto Comet svoltosi nella sede di Electrolux a Porcia
L'assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini insieme al presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti durante la presentazione dello studio compiuto dal distretto Comet