Ambiente: Scoccimarro, risorsa idrica richiede monitoraggio e buon uso
Trieste, 26 apr - "La risorsa idrica del Friuli Venezia Giulia
va monitorata con grande attenzione da parte di tutta la comunità
regionale con una crescente consapevolezza del valore dell'acqua
anche in considerazione dei periodi molto prolungati di carenza
idrica che si riscontrano negli ultimi anni nel nostro
territorio, carenza che incide sia sulle portate naturali dei
corsi d'acqua sia suI livello delle falde".
È questo il senso di una comunicazione alla Giunta dell'assessore
alla Difesa dell'ambiente Fabio Scoccimarro.
"La carenza idrica - ha ricordato l'assessore - si manifesta non
tanto nei valori del quantitativo totale di apporti mensili
quanto piuttosto nella anomala distribuzione di questi apporti
nell'arco del mese, che sono molto concentrati su poche giornate".
Evidenza tangibile del perdurare di assenza di precipitazioni per
moltissimi giorni di seguito è la curva di esaurimento della
portata naturale del fiume Tagliamento, dopo i due picchi di
dicembre e inizio marzo. Ad oggi la portata misurata dall'Ufficio
Idrografico a Pioverno è pari a 27,3 m3/s, corrispondente a una
magra significativa.
I dati delle quattro stazioni freatimetriche di riferimento
mostrano che la falda dell'Alta pianura si trova ad un livello
superiore alla media del periodo grazie all'azione di
rimpinguamento delle piogge degli ultimi mesi del 2019.
Ciononostante l'assenza di precipitazioni ha innescato un
inevitabile trend negativo, in parte amplificato dal richiamo
causato dalla notevole portata che fuoriesce dagli acquiferi
artesiani zampillanti, stimata intorno a 48,6 m3/s.
Di fatto, a partire dal 7-8 marzo non si sono registrate
precipitazioni e al momento si conta una sequenza di 37 giorni
"secchi", se si escludono due eventi sporadici di circa 4 mm e di
circa 9 mm nei giorni 22 e 30 marzo rispettivamente. Il mese di
aprile, inoltre, è al momento completamente asciutto.
Per quanto riguarda le precipitazioni nevose, dopo il nulla di
fatto di gennaio e febbraio, a marzo si è riscontrato un nuovo
apporto significativo sia sulle Alpi Giulie che sulle Alpi
Carniche. "Negli invasi montani al momento - ha concluso
Scoccimarro - si trova immagazzinato il 40% della risorsa idrica
accumulabile, ma questo fatto non desta ancora preoccupazione
essendo la stagione estiva lontana".
ARC/PPH/ep