Clima:Scoccimarro, Mula di Muggia sito pilota per rischi aree costiere
Grado, 24 giu - "Il Friuli Venezia Giulia si pone
all'avanguardia nell'analisi e nel contrasto ai cambiamenti
climatici. In quest'ambito, grazie al progetto europeo Change we
care, il banco della Mula di Muggia è uno dei cinque siti pilota
dell'Adriatico che contribuiranno a traguardare delle strategie
comuni di adattamento al cambiamento climatico".
L'assessore all'Ambiente del Friuli Venezia Giulia, Fabio
Scoccimarro, è così intervenuto oggi a Grado all'Infoday dedicato
ai cambiamenti climatici nelle aree transfrontaliere della costa
Adriatica, inserito nel programma del progetto Interreg Italia
Croazia Change we care.
"Il Friuli Venezia Giulia è impegnato, anche attraverso questo
progetto, ad adeguarsi alle direttive internazionali per la
protezione e lo sviluppo sostenibile delle aree costiere del
Mediterraneo fin dalla adesione della Regione alla Carta di
Bologna" ha ricordato Scoccimarro.
"L'impegno della Regione - ha rilevato ancora l'assessore -
guarda al futuro anche con l'ambizione di farsi promotore di un
nuovo accordo interregionale mitteleuropeo che porti in tempi
brevi alla sottoscrizione di una "Carta di Trieste" che detti le
azioni da perseguire in tema ambientale da qui al 2050. Solo così
avremo onorato il nostro dovere di garantire un impegno attuale a
difesa delle generazioni future".
Il progetto intende analizzare i rischi nelle aree costiere e di
transizione contribuendo a una migliore comprensione dell'impatto
dei cambiamenti climatici sui regimi idrici, intrusione salina,
turismo, biodiversità ed ecosistemi agricoli che interessano
l'area di cooperazione. Il progetto ha un valore complessivo di
2,7 milioni di euro e si concluderà nel giugno 2021.
L'obiettivo principale è trasferire dei modelli di analisi dai
cinque siti pilota ad altri sistemi con problemi simili, per
pianificare azioni comuni e integrate.
Tra i siti pilota il banco della Mula di Muggia comprende una
successione di barre sabbiose disposte a forma di arco che
probabilmente rappresentano i resti dell'antico delta dell'Isonzo.
I banchi di sabbia esterni tendono a migrare verso sud ovest
seguendo il flusso generato dalle onde; i sedimenti tendono a
spostarsi verso le spiagge turistiche dove col tempo si
accumulano. Il progetto intende quindi, in ultima analisi,
sviluppare una gestione per risolvere i contrasti tra aree
protette e sviluppo turistico. Le attività saranno implementate
in collaborazione con gli operatori turistici, le autorità
locali, i gestori delle aree protette e le associazioni
ambientaliste.
ARC/SSa/ppd