Ambiente: Scoccimarro, pronto protocollo intesa progetto "aMare Fvg"
Trieste, 10 ago - Presto anche nel golfo di Trieste pescatori,
diportisti e sommozzatori durante le loro attività potranno
raccogliere i rifiuti rinvenuti in mare o sui fondali marini,
trasportarli a terra e conferirli in apposite aree attrezzate.
Si tratterà di un importante passo avanti per la salvaguardia
dell'habitat marino che diventerà operativo non appena sarà
siglato il protocollo d'intesa del progetto "aMare Fvg" di cui la
Giunta regionale, su proposta dell'assessore alla Difesa
dell'ambiente, all'energia e sviluppo sostenibile, Fabio
Soccimarro, ha appena approvato la bozza.
Il progetto ha lo scopo di favorire la gestione dei rifiuti che
vengono raccolti accidentalmente in mare durante le attività di
pesca e occasionalmente da diportisti e associazioni di
volontariato nell'ambito di specifiche iniziative di pulizia
degli specchi d'acqua e dei fondali e contempla anche la
possibilità di utilizzare dei seabin, cestini di raccolta dei
rifiuti opportunamente segnalati, che galleggiano in acqua di
superficie.
L'area di interesse del progetto pilota è il golfo di Trieste e
avverrà attraverso la stipula del protocollo tra i soggetti
partecipanti, ovvero Autorità di Sistema Portuale del Mare
Adriatico Orientale, Capitaneria di Porto di Trieste, Arpa Fvg,
Comune di Trieste, AcegasApsAmga SpA, HestAmbiente Srl,
associazioni ambientaliste riconosciute, associazioni di
immersione, società di pesca, società nautiche e marine.
"Fino ad ora l'iniziativa virtuosa era affidata ai singoli, ma
con questo progetto intendiamo ampliare a 360 gradi l'educazione
civica e ambientale e desideriamo anche provvedere a azioni
incentivanti e a certificazioni premianti per chi si occupa di
evitare che pericolose plastiche uccidano pesci e compromettano
la qualità del pescato" spiega Scoccimarro.
In aree attrezzate saranno dislocati cassonetti per la raccolta
dei rifiuti, identificati con il logo "aMare Fvg"; l'ubicazione
delle aree di conferimento dei rifiuti raccolti dai sommozzatori
sarà individuata di volta in volta con il gestore del servizio in
funzione degli specchi d'acqua oggetto di pulizia e i rifiuti
raccolti saranno classificati come rifiuti urbani non
differenziati.
Le società di pesca, nautiche e le marine che aderiranno al
progetto dovranno comunicare la matricola identificativa delle
imbarcazioni che effettueranno la raccolta e saranno identificate
dal logo.
La raccolta e il trasporto dei rifiuti sarà a carico di
AcegasApsAmga SpA con cadenza almeno mensile per le società
nautiche e quindicinale per i pescatori, mentre il loro
trattamento avverrà nell'impianto di HestAmbiente Srl.
Stime mondiali indicano che ogni minuto viene immesso in mare un
camion di rifiuti e il fenomeno risulta essere in aumento anche
nel Mare Adriatico, come rilevato annualmente nei campionamenti
stagionali effettuati da ARPA FVG.
L'Agenzia effettua due campionamenti annuali, in marzo e in
novembre, su dieci spiagge del litorale regionale. Nel 2018 sono
stati raccolti 1045 oggetti per km2, con una media di 16,6
oggetti ogni 1000 abitanti, quantità di rifiuti superiore a
quella del 2017, quando sono stati raccolti 740 oggetti per km2,
con una media di 11,2 oggetti ogni 1000 abitanti.
Dal 2015 a oggi Arpa Fvg ha raccolto 41.500 oggetti di cui il 77%
è costituito da plastica. Il restante 23% è costituito da oggetti
in vetro o ceramica, rifiuti sanitari, carta e cartone, legno,
metallo, tessuti e gomma.
Arpa, che monitora solo lo 0,8% di costa del Friuli Venezia
Giulia, ogni anno raccoglie 200-250 kg di rifiuti spiaggiati. Si
stima quindi che il cosiddetto "marine litter", lungo tutto il
litorale regionale, sia pari a 6,5 tonnellate, equivalenti a
circa 3 camion all'anno.
La plastica presente nei rifiuti marini raccolti sulle spiagge
del Friuli Venezia Giulia è composta per il 50% da imballaggi,
dei quali 56% imballaggi industriali e 37% imballaggi alimentari,
per il 21% da polistirolo, in particolare cassette e loro
frammenti, per il 16% da frammenti di plastica, e per il restante
11% da rifiuti derivanti dall'attività di pesca come reti, boe,
corde e lenze.
Significativi sono anche i dati forniti dall'Autorità di Sistema
Portuale del Mare Adriatico Orientale che effettua la pulizia
dello specchio acqueo di propria competenza su un'area pari a
circa 13.700.000 mq: da tale attività si raccolgono annualmente
più di 11 tonnellate di rifiuti indifferenziati, oltre a quelli
biodegradabili, ingombranti, di imballaggio, plastica ed
emulsioni.
ARC/EP
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