Dal passato ereditata mancanza sottopasso lungo la SS13 che
blocca lo sviluppo della tratta
Pordenone, 7 nov - "Su temi strategici come i trasporti non si
può utilizzare un'ottica tipica delle 'tifoserie' ma bisogna
invece guardare seriamente e con prospettive di lungo periodo
agli sviluppi e ai benefici che gli interventi possono portare a
favore dell'intera collettività regionale. Sulla Sacile-Gemona
invece l'opposizione ha aperto un dibattito miope e poco
edificante, che non tiene conto degli enormi investimenti già
compiuti, frutto di un ragionamento strategico e non di
convenienze politiche, criticando invece un dialogo democratico e
stimolante dentro la maggioranza".
È questa, in sintesi, la riflessione dell'assessore regionale
alle infrastrutture Cristina Amirante in merito al futuro della
linea ferroviaria che attraversa la Città della serenissima e che
in questi giorni ha scatenato non poche polemiche. A gettare
acqua sul fuoco è l'esponente dell'esecutivo Fedriga, che sul
tema ha le idee chiare, frutto di una pianificazione e una
condivisione dell'iter da portare avanti anche a seguito di un
incontro avuto con l'amministrazione comunale sacilese.
"Nella precedente legislatura - spiega Amirante - il mio
predecessore aveva dato importanza alla linea, definendo il nuovo
contratto di servizio con Trenitalia comprensivo dei servizi fino
a Gemona nel momento in cui si sarebbero conclusi i lavori di RFI
per la riapertura delle ulteriori tratte al servizio commerciale.
Inoltre abbiamo proseguito la positiva esperienza, già attuata
nel 2018 e 2019, dei treni con materiale storico lungo l'intera
linea, a dimostrazione della continuità di visione tra le due
amministrazioni regionali".
"A inizio del mio mandato - prosegue l'assessore regionale - ho
incontrato la giunta di Sacile; in quella circostanza non è
emersa una volontà di chiusura della linea, ma è stata
evidenziato invece il tema del passaggio a livello sulla statale
13. Questo è un problema ereditato dalla giunta di
centrosinistra, che ha voluto scommettere sulla riapertura della
linea senza però assicurarsi prima da parte di RFI le opere
infrastrutturali necessarie come, ad esempio, la soppressione del
passaggio a livello presente su una arteria molto trafficata.
Gioco forza è stato necessario ridurre il numero di treni
programmati sulla tratta Maniago-Sacile per non bloccare
ripetutamente il traffico lungo la pontebbana. Ma per avere un
servizio competitivo di trasporto pubblico locale ci vogliono più
collegamenti in grado di soddisfare il viaggiatore negli
spostamenti casa-scuola e casa-lavoro, prediligendo questo mezzo
di trasporto rispetto all'automobile".
Di questo problema se ne è fatto carico l'amministrazione
regionale a guida Fedriga, la quale non potendo potenziare il
numero di treni per l'assenza della necessaria infrastruttura, ha
dato prosecuzione al protocollo di intesa sottoscritto con Rfi.
"In questo accordo - evidenzia Amirante - è previsto un
miglioramento della linea con valorizzazione del territorio
nonché l'eliminazione delle interferenze con la rete viaria
statale e riattivazione dei servizi ferroviari sull'intera
Sacile-Gemona. In questo momento non è quindi possibile aumentare
il servizio senza creare disagi lungo la statale 13. Il
potenziamento, che andrà comunque valutato all'interno
dell'intera partita del trasporto pubblico locale tenendo conto
dei contratti in essere, potrà avvenire solo una volta realizzato
il sottopasso".
Infine, rispolverando un'idea emersa una decina di anni fa,
l'assessore regionale ricorda che già allora si era prospettata
per la linea ferroviaria da Sacile a Gemona una possibilità
simile a quella messa in atto lungo la ciclovia San
Candido-Lienz. "Questa nostra ferrovia - chiarisce l'assessore
regionale - rappresenta una grande opportunità se messa in
relazione e inserita all'interno della Fvg 3, una ciclovia
strategica che offre una possibilità di sviluppo turistico a
tutta l'area montana e pedemontana. Infatti al pari della San
Candido-Lienz, il nostro percorso ha le stesse caratteristiche di
quello altoatesino, poiché garantirebbe la presenza di una
ciclabile in prossimità di una ferrovia, consentendo al turista
di poter usufruire di entrambi i servizi. La validità di questo
connubio è testimoniata anche dai dati registrati sulla ciclovia
Alpe Adria che si avvale anch'essa della presenza della ferrovia
a latere, come 'sostegno' in caso di maltempo o volendo
percorrere solo un tratto in sella alle due ruote. I riscontri di
Promoturismo ci dicono che questa nostra tratta è molto
utilizzata fino a saturare tutta l'offerta di pernottamento
durante il periodo la bella stagione".
ARC/AL/gg