Trieste, 13 mar - "Serve un'inversione di rotta rispetto alla
Mia voluta dal centrosinistra perché, dopo tre anni, i numeri ci
dicono che in Friuli Venezia Giulia l'intervento, pur iniziando a
incidere sull'abbattimento della povertà, ha generato uno
squilibrio rilevante a favore degli stranieri. La domanda da
porsi è se questi numeri siano anche l'evidenza di un malessere
sociale che va subito indagato".
Lo ha affermato il vicegovernatore Riccardo Riccardi, che oggi ha
illustrato in sede di Comitato per la legislazione, il controllo
e la valutazione del Consiglio regionale allargato alla III
Commissione i dati sul Mia (Misura attiva di sostegno al reddito)
adottato nella passata legislatura. Si tratta di dati riferiti a
domande presentate tra il 22 ottobre 2015 e il 22 ottobre 2018.
Secondo l'Istat, la quota stimata di famiglie in condizione di
povertà relativa nel 2017 in Friuli Venezia Giulia ha segnato un
decremento di 3,5 punti percentuali rispetto all'anno precedente.
"Quando tra i beneficiari del Mia hai il 45,4 per cento del
totale che sono stranieri - ha rilevato tuttavia Riccardi - è
evidente che c'è una sproporzione rispetto al rapporto tra i
cittadini italiani e stranieri che vivono in Friuli Venezia
Giulia".
Nello specifico, sul totale dei beneficiari stranieri, il 65 per
cento è composto da nati in Paesi extra Ue, il 10,5 per cento in
Paesi comunitari e il 25 per cento, in gran parte dato da minori,
è nato in Italia.
"Chi ha prodotto il Mia nella passata legislatura lo ha generato
in spregio all'equilibrio che andava introdotto in un
provvedimento così delicato. Noi invece guardiamo con favore alle
misure che proteggano anzitutto i cittadini italiani - ha
commentato il vicegovernatore -, perché la condizione di povertà
che vivono è oggi all'origine di molte tensioni sociali".
Per quanto riguarda la compresenza di provvedimenti di sostegno
al reddito regionali e nazionali, "vedremo ora quali saranno gli
sviluppi per il reddito di cittadinanza - ha rilevato Riccardi -.
Una volta avuta chiara la misura nazionale, valuteremo la
situazione nel complesso, tenendo conto però che, a mio avviso, i
filoni devono essere diversi: un conto è assistere chi versa in
condizioni di povertà strutturale, un conto è assistere coloro
che sono in attesa di un lavoro".
Riccardi, tra i dati di spicco, ha evidenziato la concentrazione
della domanda di Mia negli agglomerati urbani e la sua
distribuzione. "Nei Comuni fino ai 3mila abitanti - ha riferito -
si registrano mediamente l'1,9 per cento di richiedenti ogni 100
residenti; l'incidenza sale di poco al 2,3 pc nei Comuni tra
3mila e 8mila abitanti, per attestarsi al 3,8 nei Comuni al di
sopra degli 8mila abitanti e raggiungere nei Comuni capoluogo
quote molto più rilevanti. L'elemento di novità - ha concluso
Riccardi - è che il rapporto tra beneficiari e residenti nella
città di Trieste si attesti al 6,4 per cento, dato inferiore
rispetto a tutti i capoluoghi di provincia, con Pordenone al 7,7,
Gorizia all'8,3 e Udine oltre il 9".
ARC/PPH/dfd
Il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute Riccardo Riccardi
Foto Regione FVG