La Regione ha anticipato modelli per digitalizzazione su cui
adesso punta il governo nazionale con fondi Pnrr
Trieste, 17 mar - "Come Commissione innovazione tecnologica e
digitalizzazione della Conferenza delle Regioni stiamo
raccogliendo tutte le migliori pratiche che esistono nel nostro
Paese per creare il modello più adatto al superamento del divario
digitale in maniera "omogenea" per tutti i territori. Una di
queste best practices è quella della Regione Friuli Venezia
Giulia; in quattro anni, attraverso l'associazione dei Comuni,
abbiamo creato una struttura di competenza eccellente: il sistema
integrato 'Anci Fvg ComPa Fvg' che gestisce una piattaforma per
la formazione permanente di circa 20mila dipendenti, regionali,
locali e della pubblica amministrazione. Lo fa con numerose
attività, che includono l'apprendimento con video e moduli
multimediali e una formazione a distanza ibrida, fatta con
operatori che sono cresciuti molto nel tempo".
Lo ha detto l'assessore regionale ai Sistemi informativi,
Sabastiano Callari, che oggi pomeriggio ha preso parte, in
videoconferenza, alla tavola rotonda organizzata dall'Istituto
per la competitività, l'I-Com, dal titolo "Competenze digitali a
prova di Pnrr (e del futuro dell'Italia)", anche in veste di
coordinatore vicario della Commissione innovazione tecnologica e
digitalizzazione della Conferenza delle Regioni.
"Tra le buone pratiche, in Fvg, c'è quella della creazione del
network dei Centri didattici digitali diffusi, un anticipo di ciò
su cui oggi punta il governo nazionale attraverso i fondi del
Pnrr, in particolare attraverso la misura 1.7.2, quella dei
Centri di facilitazione digitale - ha detto Callari -. In Fvg
abbiamo creato 10 poli didattici diffusi, veri e propri hub per
la crescita digitale, destinati sia alla formazione dei
dipendenti pubblici che alla divulgazione e all'alfabetizzazione
del cittadino. Tale struttura, distribuita sull'intera regione,
riesce a raggiungere, difatti, una amplia platea di utenti;
questo ci è stato estremamente utile durante l'emergenza
sanitaria dettata dalla pandemia, in cui il modello di
transizione verso una formazione ibrida ha permesso a molte
pubbliche amministrazioni e alle nostre aziende sanitarie di
riuscire a trovare delle soluzioni molto prima che altrove".
"Con il nostro sistema integrato, poi, per la prenotazione delle
vaccinazioni, non abbiamo sofferto il disagio patito da altre
regioni: lo abbiamo gestito in maniera ottimale, e di questo ne
vado orgoglioso - ha detto ancora Callari -. Questo dimostra come
investire sulla formazione della pubblica amministrazione si
riveli lungimirante, di rapido sviluppo e concreta applicazione,
reale, a favore del cittadino. Fortunatamente negli ultimi anni è
nata la figura del Ministro dell'innovazione tecnologica e
transizione digitale, un importante passo avanti per attivare
politiche idonee a far transitare il nostro Paese verso un mondo
che ci vede molto indietro".
Durante la tavola rotonda è emerso come, in confronto con gli
altri Paesi europei, l'Italia presenti un forte digital divide,
sia per le competenze di base che per le competenze specializzate
e professionalizzanti. Per recuperare il gap storico, nel 2020 è
stata pubblicata la Strategia nazionale per le competenze
digitali, il primo piano di policy organico e multisettoriale
dell'Italia: a tappe, entro il 2025, mira a sviluppare competenze
digitali e utilizzo di Internet.
Dalle prime rilevazioni del piano operativo, che attua la
Strategia, emerge come siano state raggiunte 30mila scuole,
227mila imprese, 70mila occupati, 3 milioni di under 18. Le
maggiori difficoltà si riscontrano per l'uso di tecnologie Ict
nelle piccole e medie imprese e per l'assunzione di specialisti
del settore (dati dicembre 2021).
Il Pnrr prevede, a livello nazionale, 51 milioni di euro per il
cosiddetto "digital tagging", di cui 7 milioni destinati al
settore delle competenze e del capitale umano (4,4 dei quali a
sostegno di lavoratori disoccupati con la formazione in materia
digitale). Oltre alla digitalizzazione della pubblica
amministrazione e dei dipendenti, il Pnrr prevede, in dettaglio,
la promozione di competenze qualificate: più dottorati, nuovi hub
e politecnici, investimenti in competenze Stem e Ict,
potenziamento dei laboratori con tecnologie 4.0, rafforzamento
delle reti di centri di "facilitazione digitale", servizio civile
digitale e aggiornamento dei curricula scolastici ad esempio con
corso obbligatorio di programmazione informatica.
ARC/PT/pph