Salute: Fedriga-Riccardi, nessun ospedale chiuso ma tutti potenziati
Palmanova, 20 lug - Necessità di compiere delle scelte per la
tenuta del sistema, garantendo il diritto alla salute dei
cittadini, ma senza alcuna intenzione di chiudere gli ospedali
della regione, i quali verranno invece potenziati anche
attraverso l'affidamento di precise mission.
E' la sintesi del messaggio che il governatore del Friuli Venezia
Giulia, Massimiliano Fedriga, assieme al vice governatore con
delega alla Salute, Riccardo Riccardi, hanno voluto portare oggi
al convegno che si è tenuto a Palmanova, per spiegare le
motivazioni del nuovo modello del servizio sanitario regionale.
Durante l'incontro è stato riaffermato come la nuova
programmazione sanitaria veda nel modello hub & spoke, in cui i
piccoli ospedali si specializzeranno garantendo sul territorio
un'offerta differenziata e di qualità, l'opportunità di non
decretare la chiusura di alcun ospedale.
"Le decisioni in tema di sanità - ha detto Fedriga - non possono
essere compiute per ottenere un consenso immediato perché in
gioco c'è il futuro della nostra salute. Sarebbe stato più facile
tenere aperti tutti e due i punti nascita - ha proseguito - ma
questa non è la politica che pensa al futuro. Nel compiere la
scelta, ci siamo affidati anche ai professionisti, capaci di
produrre dati previsionali utili a capire cosa succederà di qui
ai prossimi anni, così da strutturare il sistema per rispondere
concretamente sia alle esigenze della popolazione sia alla
sostenibilità".
"La soppressione del punto nascita di Palmanova - ha chiarito il
governatore - non significa chiudere la struttura ospedaliera,
quanto invece potenziarla. Si tratta di una scelta necessaria che
dobbiamo avere il coraggio di compiere per assicurare e
garantire il diritto alla salute dei cittadini".
"Grazie a questa programmazione - ha sottolineato Fedriga -
possiamo garantire che gli ospedali resteranno aperti;
diversamente, se non si fossero operate delle scelte, il rischio
concreto sarebbe stato quello di vedere un sistema non in grado
di reggere, con la conseguente chiusura dei presidi ospedali".
Fedriga, nel rimarcare l'assunzione delle responsabilità per le
scelte fatte, ha ribadito la ratio che ha guidato
l'amministrazione regionale nella decisione, dettata anche dalla
preoccupazione di non lasciare in eredità un crollo delle
prestazioni sanitarie in regione.
Analogamente, per Riccardi la salute deve essere garantita da un
nuovo modello che tenga conto delle mutate condizioni della
società. "Vanno fatte scelte coraggiose non solo di natura
economica, ma anche in considerazione della carenza di medici:
dobbiamo concentrare le attività affinché i professionisti
possano svolgere al meglio il proprio lavoro in strutture dove è
alto il numeri dei casi, permettendo loro di accrescere le
competenze e acquisire ulteriore professionalità a vantaggio dei
cittadini. Dividere le prestazioni su tutti i presidi della
nostra regione non è sinonimo di sicurezza".
Nel ribadire che non vi saranno chiusure dei presidi ospedalieri,
Riccardi ha citato la storia di un bambino a cui non venne
diagnosticato un tumore a causa di un'inefficienza nella
strumentazione: "è necessario scegliere al di là del consenso -
ha sottolineato Riccardi -. Come uomo, padre e amministratore non
voglio permettere che casi analoghi si ripetano".
Gianna Zamaro, direttore centrale della Salute, ha fatto
un'analisi di contesto evidenziando come l'indice di vecchiaia e
l'aspettativa di vita siano aumentati e come, in questa
situazione, il sistema sanitario regionale debba fronteggiare un
equilibrio demografico che porterà sempre più ad accentuare la
crescita della popolazione anziana e le nuove necessità di cure
che questa richiede.
Per rendere concreto che cosa ha prodotto il mancato incrocio fra
evoluzione del bisogno di salute, adeguamento tecnologico e
capacità di risposta del sistema, Zamaro ha citato un dato fra
tutti: la fuga dei cittadini per gli interventi di protesi (anca
e ginocchio) nella popolazione Fvg: nel 2010 erano 2.351 (fuga
extra regione 16%), nel 2017 si sono attestati a 4.238 (fuga
extra regione 25%).
Evidenziati anche i numeri su come sono cambiati i bisogni di
salute della popolazione dal 2000 al 2018: sono aumentati i
pazienti cronici con pluripatologie (326.083 nel 2002, 493.087
nel 2018) e, nel medesimo periodo, la natalità è calata del 17%
così come il ricorso all'ospedale (nel 2000 ogni 10 abitanti 1,84
ricoveri, mentre nel 2018 ogni 10 abitanti 1,38 ricoveri).
Quanto ai dati sul presidio ospedaliero Palmanova-Latisana,
durante l'incontro è emersa una percentuale totale di fuga del
34,5% e del 6,7% verso strutture extra regionali mentre il 27,8%
riguarda la fuga verso le strutture regionali.
I dati sull'assistenza ospedaliera nella Bassa Friulana forniti
da Giuseppe Tonutti, commissario straordinario dell'Azienda
sanitaria universitaria integrata di Udine, hanno rilevato come,
fino al 2018, un cittadino su tre, per discipline presenti fra
Latisana e Palmanova, abbia scelto di recarsi altrove.
Numeri, secondo Tonutti, che palesano la necessità di
differenziare il mandato delle due strutture con Latisana
dedicata all'attività chirurgica urgente e Palmanova alla
chirurgia programmata.
ARC/LP/dfd
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