Udine, 1 feb - "La traduzione integrale della Bibbia in una
lingua viva fornisce alla comunità dei parlanti uno strumento di
maggiore comprensione dei testi sacri e, raggiungendo una più
larga diffusione tra i fedeli, assume il ruolo di agente di
unificazione sociale, di riconoscimento pubblico della propria
identità e di arricchimento linguistico. La traduzione friulana
della Bibbia ha dato e darà, anche con questa nuova edizione,
riveduta e corretta soprattutto con riferimento alla grafia
ufficiale approvata dalla Regione, un apporto significativo alla
promozione e allo sviluppo della marilenghe".
È uno dei concetti espressi dal vicegovernatore del Friuli
Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, in occasione della
presentazione della nuova edizione de La Bibie, la Bibbia in
lingua friulana, oggi al Centro culturale Paolino di Aquileia.
Il vicegovernatore ha ricordato l'impegno per la lingua friulana
da parte della Regione a partire dal primo riconoscimento
ufficiale della comunità linguistica friulana con la legge
regionale 15 del 1996, alla quale sono poi seguite la legge
nazionale n. 482 del 1999 e la più recente legge regionale n. 29
del 2007.
"Provvedimenti che hanno previsto il diritto all'insegnamento
della lingua nell'istruzione pubblica e l'accesso in veste
ufficiale della lingua friulana nella vita degli Enti locali e
regionali, nella toponomastica e nei rapporti con i cittadini" ha
sottolineato Riccardi, ricordando come la legislazione regionale
ha anche individuato un apposito organismo di politica
linguistica, l'Osservatorio per la lingua friulana, sostituito
poi dall'Agenzia regionale per la lingua friulana (ARLeF), che ha
il compito di lavorare per la promozione e lo sviluppo della
lingua friulana nella nostra società.
"Gli effetti di queste misure - ha precisato - hanno limitato il
declino del numero dei parlanti in friulano e, secondo una
inchiesta sociolinguistica realizzata dall'ARLeF nel 2014, ha
contribuito a far parlare in friulano i giovani. La forza del
friulano - ha aggiunto - resta il largo uso che se ne fa nella
società: quasi l'80% della popolazione della ex-provincia di
Udine utilizza attivamente il friulano. Il Friuli però non si
limita solo alla provincia udinese: infatti, la percentuale di
parlanti si attesta al 40% nel Friuli Occidentale e in quello
Orientale".
Anche i tassi di adesione all'insegnamento del friulano nelle
scuole, secondo Riccardi, sono un altro sintomo di come la lingua
sia un fattore di appartenenza che sta a cuore alla popolazione:
nel territorio friulano, il 65% dei genitori chiede
l'insegnamento della marilenghe per i propri figli.
"La storia ci insegna - ha precisato Riccardi - che c'è un unico
modo per far vivere una lingua: parlarla con i propri figli, ma
in un mondo così complesso, non possiamo pensare di salvare una
lingua solo parlandola in casa. Essa deve essere utilizzata in
ogni ambito sociale. In primis nelle scuole, dove va approfondita
da un punto di vista linguistico, letterario, storico e culturale
e nei mass media, nelle nuove tecnologie, nella vita civile,
nelle arti. Ed è proprio su questo che punteremo, insieme
all'ARLeF, per permettere al friulano di vincere la sfida del
futuro".
Riccardi, infine, ha auspicato che, ben presto, arrivi l'ultimo
suggello da parte della Chiesa con l'avvio dell'iter per la
traduzione del Messale romano in lingua friulana.
ARC/LP/fc
Il vicegovernatore della Regione Fvg Riccardo Riccardi in occasione della presentazione della nuova edizione de “La Bibie”, la Bibbia in lingua friulana, al Centro culturale Paolino di Aquileia.
Foto Regione FVG