Udine, 29 ott - "È più facile riportare l'uomo sulla luna che
vincere una scommessa impegnativa facendo fare passi avanti alla
Pubblica amministrazione nel digitale. Quelli fatti finora - ha
sottolineato oggi a Roma l'assessore ai Sistemi informativi del
Friuli Venezia Giulia, Sebastiano Callari, intervenendo al
convegno 'Non voglio mica la Luna. Le tecnologie digitali al
servizio degli italiani' promosso da iCom, l'Istituto per la
competitività - sono stati possibili grazie agli investimenti con
risorse proprie da parte di Regioni ed Enti locali o attraverso
finanziamenti dell'Unione europea. Lo Stato italiano ci ha messo
scarse risorse e rischiamo, ad esempio, di essere travolti dallo
tsunami 5G, una tecnologia rivoluzionaria a cui non siamo ancora
pronti".
L'assessore Fvg ha preso parte a una tavola rotonda moderata dal
giornalista Federico Marietti e partecipata da Jasmin Battista,
capo settore e-commerce, digital single market Dg Connect della
Commissione Europea e Antonio Sassano, presidente della
fondazione Bordon.
"Ormai non stiamo più giocando la partita del digitale contro
squadre locali, ma in un campionato del mondo, in cui ciò che
conta è l'infrastrutturazione" ha evidenziato ancora Callari,
secondo il quale "dobbiamo approcciare questi temi considerando
l'ecosistema digitale come un'area dove si vive meglio e non alla
stregua di un mero strumento di lavoro introdotto e usato per
complicare le procedure".
Infine, l'assessore ha portato l'esempio virtuoso del Comune di
Trieste che presto introdurrà l'utilizzo di chatbot (intelligenza
artificiale applicata all'erogazione di informazioni) nei propri
uffici, a partire dall'anagrafe.
"È un esempio che mi piace ricordare - ha concluso - perché
concretizza il vero obiettivo del digitale nella Pubblica
amministrazione, ovvero migliorare i servizi e ridurre i tempi".
Nel 2019 l'I-Com Broadband Index (IBI) ha fornito una fotografia
del livello di maturità digitale dei vari Paesi europei,
attestando ancora una volta il primato del Nord Europa che si
rispecchia nella classifica stilata sulla base dell'indice che
vede sul gradino più alto del podio la Svezia seguita da
Danimarca e Lussemburgo.
Il dato generale che emerge con riguardo al nostro Paese è che
l'Italia rimane sostanzialmente indietro nel panorama europeo,
stabile al 23. posto rispetto al 2018 (sebbene in calo di una
posizione rispetto al 2017). La ragione principale è nello scarso
grado di maturità raggiunto dalla domanda digitale, dove il
nostro Paese rimane significativamente al di sotto della media
europea. Un dato che si riscontra anche con riferimento
all'e-governement.
A livello generale, una buona percentuale di procedure
amministrative relative ai principali eventi della vita (es.
nascita di un figlio, cambio di residenza) si riscontra in tutti
i Paesi dell'Unione, compresa l'Italia che con l'89% si posiziona
al di sopra della classifica europea (85%) mostrando una buona
maturità nell'offerta dei servizi digitali relativi alle esigenze
basilari e primarie dei cittadini.
Molto immatura, invece, appare la domanda. In Danimarca, infatti,
la percentuale di individui che nel 2018 ha interagito con le
autorità attraverso internet e ricercato informazioni dai siti
web delle stesse ha superato il 90%. L'Italia si classifica
terzultima in Europa con percentuali che non vanno oltre il 24%,
ponendosi ben al di sotto della media europea (52%).
ARC/SSA/fc
L'assessore ai Sistemi informativi del Friuli Venezia Giulia, Sebastiano Callari, incontra a Roma il ministro all'Innovazione, Paola Pisano. Roma - 29 ottobre 2019
Foto ARC
L'assessore ai Sistemi inormativi Fvg, Sebstiano Callari, durante la tavola rotonda moderata dal giornalista Federico Marietti, con Jasmin Battista, capo settore e-commerce, digital single market Dg Connect della Commissione Europea e Antonio Sassano, presidente della fondazione Bordon.
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