Salute: Riccardi, 400 infermieri-comunità per assistenza su territorio
Udine, 26 set - "L'infermiere di comunità sarà un importante
pilastro per lo sviluppo della sanità territoriale, sia per
l'assistenza alle persone che per la promozione della salute. Per
istituire e certificare questa figura, in linea col Decreto
Ministeriale 77/2022 di riorganizzazione della medicina
territoriale, abbiamo avviato un percorso che porterà, entro il
2025, a rendere attivi sul territorio 400 infermieri di famiglia
o comunità".
Lo ha annunciato questa mattina il vicepresidente con delega alla
Salute del Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi, intervenuto a
Udine, nella sede della Regione, alla presentazione-incontro
"L'infermiere di famiglia o comunità: il modello assistenziale in
Fvg. Policy regionale" cui hanno preso parte i presidenti degli
ordini professionali e i rettori delle università di Udine e di
Trieste.
"Questa figura avrà un ruolo determinante nei processi di
assistenza e cura dei cittadini-utenti e nell'attivazione di
quella che si può chiamare la "sanità di iniziativa" - ha
spiegato Riccardi -. La presa in carico della persona avverrà per
livelli di complessità: la popolazione, cioè, sarà "stratificata"
per livello di rischio, per il quale sarà declinata una funzione
di infermiere di comunità. In questo modo si riuscirà a dare
risposte il più possibile appropriate, corrette ed esaustive alle
persone".
"L'infermiere di famiglia o comunità opererà in integrazione con
tutti i professionisti presenti a livello territoriale tra cui
medici di medicina generale, assistenti sociali, fisioterapisti,
educatori, ecc. In alcune aree della regione, negli anni scorsi,
sono stati già sviluppati modelli di infermieristica di comunità:
nella Bassa Friulana, ad esempio, e nell'area Isontina. Con il
modello che sarà avviato ora in Friuli Venezia Giulia si andrà a
uniformare la figura di questo professionista della salute
sull'intero territorio. Lo standard riferimento è di un
infermiere di famiglia ogni 3.000 abitanti" ha aggiunto Riccardi.
"L'infermiere sarà punto di riferimento per la comunità per
l'assistenza infermieristica generale; sarà presente in modo
connettivale nei diversi setting territoriali: ad esempio negli
ambulatori, in accordo con le amministrazioni locali, vicino al
medico di medicina generale e l'assistente sociale, perché la
prossimità fisica aiuta a realizzare la presa in carico e
l'integrazione tra tutti i professionisti e tutti i servizi".
"Non sarà solo un infermiere che eroga prestazioni ma si renderà
"attivatore" di vicinato, parrocchia e altre realtà di
volontariato della comunità locale perché alla cronicità non può
bastare soltanto una risposta prestazionale tecnica: occorre
invece una presa in carico globale per offrire alle famiglie che
hanno al loro interno pazienti portatori di patologie croniche
una risposta a 360 gradi, anche con l'assistenza di tipo tutelare
e relazionale".
"Gli infermieri di comunità si adopereranno per promuovere
interventi di promozione e di educazione alla salute proprio per
attivare e sviluppare stili di vita sani. A questi obiettivi si
arriverà in modo graduale con la formazione specifica e
informando tutti gli stakeholders della progettualità. Il
percorso formativo regionale per lo sviluppo dell'infermieristica
di famiglia o comunità è strutturato in circa 90 ore di
formazione residenziale e 200 ore di tirocinio al fine di far
acquisire ai professionisti le conoscenze utili ad agire le
competenze specifiche necessarie" ha concluso Riccardi.
ARC/PT/al
Salute: Riccardi, 400 infermieri-comunità per assistenza su territorio