Caccia: Zannier, ultimo tassello per filiera carni selvatiche Fvg
Approvato regolamento per contributi a riserve e distretti per
celle frigorifere
Udine, 7 mar - "La possibilità da parte di riserve di caccia o
distretti venatori di contribuire alla commercializzazione della
selvaggina si fa oggi concreta grazie a questo tassello di un
percorso per la creazione della filiera certificata delle carni
selvatiche avviato da anni e che valuta la fauna come
un'opportunità da cogliere anche dal punto di vista della
cessione delle carni sul mercato".
Lo rende noto l'assessore alle Risorse agroalimentari e forestali
Stefano Zannier, in merito all'approvazione da parte della Giunta
del regolamento che disciplina i criteri e le modalità per la
concessione, l'erogazione e la rendicontazione di contributi alle
associazioni delle riserve di caccia per l'acquisto e
l'installazione di celle di refrigerazione dedicate alla
conservazione della selvaggina uccisa a caccia nell'ambito del
distretto venatorio di appartenenza, per promuovere la
realizzazione di centri di raccolta delle spoglie da conservare
per il successivo conferimento ai centri di lavorazione della
carne.
"Si tratta - spiega Zannier - dell'ultimo passo di un percorso
avviato con l'istituzione dei corsi abilitativi per i 'cacciatori
formati' ai sensi della normativa europea, corsi ai quali hanno
partecipato anche gli operatori del Corpo forestale regionale
(Cfr) impegnati nelle operazioni del controllo fauna, per passare
poi al finanziamento per la realizzazione di centri di
macellazione per la fauna selvatica: il primo ad essere operativo
è quello di Prosecco, ne seguiranno altri che stanno proseguendo
con i lavori. Da ultimo, ora l'attuale regolamento consentirà la
realizzazione dei centri intermedi di raccolta in celle
refrigerate".
Per quanto riguarda il Cfr "è stata recentemente esperita - rende
noto l'assessore - una manifestazione di interesse per
individuare un macello, autorizzato per la gestione della fauna
selvatica, disponibile a ricevere i capi prelevati in controllo
fauna, consentendo così di poterli cedere all'interno di una
filiera certificata dal punto di vista sanitario e non doverli
più conferire per lo smaltimento. Questo potrà portare quindi -
precisa Zannier - all'eliminazione di una pratica eticamente
inaccettabile, quale lo smaltimento dei capi prelevati, e nel
contempo alla creazione di una prima filiera che potrà fare da
riferimento anche per quelle che si auspica nascano dalla fauna
prelevata in attività di caccia".
ARC/EP/pph
Header
contenuto
Attenzione!
Il sito è ottimizzato per le versioni recenti dei browser più utilizzati.