Conferenza friulano: Roberti, strumento di controllo e confronto
Udine, 5 nov - "La terza Conferenza regionale sulla lingua
friulana è una tappa importante per le lingue minoritarie. Si
tratta di appuntamento in cui l'Amministrazione regionale si
mette in ascolto per fare il punto sulle azioni messe in campo in
questi anni e quelle che potremo adottare nei prossimi per
migliorare lo stato dell'arte". Lo ha detto l'assessore regionale delle Lingue minoritarie
Pierpaolo Roberti durante la terza Conferenza regionale sulla
lingua friulana oggi, nella sede della Regione a Udine,
all'auditorium Comelli. L'obiettivo di oggi, secondo Roberti, è quindi l'ascolto: "La
legge di tutela del friulano impone che vi sia una Conferenza
regionale organizzata dal Consiglio del Friuli Venezia Giulia con
la motivazione che sia un altro soggetto diverso dall'Esecutivo
ad organizzare un evento di verifica su quanto abbiamo fatto
nella prima parte del mandato, un'analisi di tutte le attività e
le misure adottate. La ratio della Conferenza sta quindi nella
logica del controllo: da una parte c'è l'Esecutivo che compie le
azioni e dall'altro l'Assemblea legislativa che monitora. Oggi
ascoltiamo per capire quali azioni future potranno essere
effettuate per migliorare e promuovere le lingue minoritarie, per
comprendere cosa va migliorato e per darci una prospettiva volta
a valorizzare tutte le lingue minoritarie". Roberti ha rilevato la positività di queste conferenze
ravvicinate, la scorsa settimana quella dedicata al tedesco e la
prossima allo sloveno: "La pandemia ha fatto slittare gli
incontri ma questo permette meglio di cogliere i tratti comuni e
di vicinanza delle lingue minoritarie, quali ad esempio
l'educazione, la scuola la programmazione televisiva. Ci sono poi
anche esperienze positive da condividere per promuovere
l'utilizzo della lingua". Durante l'evento si è discusso del nuovo Piano regionale di
politica linguistica 2021-2025 che fra le finalità prevede di
favorire il ripristino della trasmissione intergenerazionale, di
migliorare la qualità della competenza della lingua e l'aumento
della stessa nell'uso sociale. Il Piano che ha un approccio
trasparente, secondo Roberti, mostra un'impostazione diversa
rispetto al passato. "Il documento illustra delle azioni puntuali con relative risorse
da spendere nel quinquennio attraverso delle linee specifiche di
indirizzo. Una caratteristica importante anche per il
monitoraggio. Chiunque potrà verificare se quelle cifre sono
state spese e quelle azioni compiute. E' un approccio importante
su cui l'Esecutivo si mette alla prova e rimarca la convinzione
dell'Amministrazione regionale nel proseguire a valorizzare tutte
le lingue minoritarie del Friuli Venezia Giulia". Il Piano, che vale circa 22 milioni di euro sul quinquennio, per
l'esponente della Giunta Fedriga ha un altro aspetto rilevante.
"Il documento va a cavallo di più legislature comprende un
periodo più lungo della mera scadenza elettorale del 2023. E' un
segnale preciso perché a prescindere da chi governerà, non
possiamo perdere il plurilinguismo che va preservato, ci
caratterizza e garantisce la specialità". La Conferenza odierna è quindi un vero e proprio stato dell'arte,
organizzata dall'Arlef, Agenzia regionale per la lingua friulana,
e dalla Regione con il coinvolgimento di istituzioni, docenti ed
esperti che si occupano a vario titolo dello sviluppo della
marilenghe. Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Udine,
Pietro Fontanini, di Enrico Peterlunger, delegato dell'Università
di Udine per la lingua friulana, di Eros Cisilino, presidente
dell'Arlef, moderati dal consigliere regionale delegato al
coordinamento della Conferenza Emanuele Zanon, si è dato il via
al confronto attraverso una serie di interventi. Fra questi Salvatore Campo, direttore del Servizio lingue
minoritarie, ha fornito alcuni spunti per una nuova strategia di
sviluppo della lingua friulana mentre Michele Gazzola, docente
dell'università dell'Ulster ha parlato del piano generale di
politica linguistica per il friulano e Linda Picco, dello
Sportello regionale per la marilenghe, ha esposto l'attuale
situazione sociolinguistica rilevando come secondo una ricerca
del 2014 siano 600mila i friulanofoni: 420.000 parlano
regolarmente il friulano e 180.000 in modo occasionale. Quanto
alla comprensione della lingua i dati indicano che è compresa da
9 persone su 10 in Friuli. Infine per quanto concerne i giovani,
se da un lato non esiste più l'idea della lingua carica di uno
stigma sociale, una lingua considerata 'dei vecchi', dall'altro
manca la carica ideologica ed emotiva presente nelle generazioni
precedenti.
ARC/LP/pph
Conferenza friulano: Roberti, strumento di controllo e confronto