Mostre: Gibelli-Bini, 50 capolavori per riapertura Casa Cavazzini a Ud
Il curatore don Geretti rivela che ci sarà anche "L'Espérance" di
Gauguin Udine, 7 ott - "Investire in grandi eventi che richiamano largo
pubblico è importante ma è fondamentale farlo anche sui luoghi
della cultura, che hanno bisogno di essere mantenuti e aggiornati
dal punto di vista museologico: la città di Udine lo sta
compiendo da tempo con sistematicità meritoria". Lo ha sottolineato l'assessore regionale alla Cultura Tiziana
Gibelli alla presentazione della mostra "La forma dell'infinito",
a cui è intervenuta assieme all'assessore alle Attività
produttive Sergio Emidio Bini e che grazie all'organizzazione del
Comitato di San Floriano di Illegio di fatto rappresenterà
l'evento espositivo più importante dell'autunno in regione e
l'occasione per la riapertura di Casa Cavazzini. Le sale del Museo civico di arte moderna e contemporanea del
capoluogo friulano, ora dotate di soluzioni al passo con ambienti
espositivi all'avanguardia, stanno per diventare lo spazio
teatrale dove 50 opere di estremo valore saranno raccolte nella
mostra che ha il sostegno di Regione Fvg e Promoturismo Fvg e
Fondazione Friuli e che resterà aperta dal 16 ottobre fino al 27
marzo 2022. Nella quarta sala sarà possibile ammirare un'opera di
straordinaria importanza: mai visibile perché in collezione
privata, agognata dagli organizzatori della mostra fin dal primo
istante, fino all'ultimo pareva un sogno impossibile, ma la
qualità dei capolavori, riuniti a Casa Cavazzini in una mostra
senza precedenti, ha infine convinto il proprietario pochi giorni
fa a concederla per completarne il percorso: si tratta del
dipinto Natura morta davanti a "L'Espérance", di Paul Gauguin
(Parigi 1848 - Hiva Oa 1903), un vero e proprio testamento
spirituale dell'artista, frutto di un momento di genio e
commozione vissuto dal pittore nei primi mesi del 1901, subito
prima dell'ultimo suo viaggio e della morte. Acquistato inizialmente da Gustave Fayet, ad Igny
nell'Île-de-France, il dipinto passò poi a Paul Rosenberg, a
Parigi; quindi, venne acquistato da quattro consecutivi
collezionisti di Chicago finché la "Nature morte à l'Ésperance"
fu protagonista di una memorabile asta battuta da Christie's a
Londra nel 2011. Udine è il punto d'approdo di un percorso
d'onore per il dipinto, esposto già nel 1906 al Salon d'Automne
di Parigi nella prima grande retrospettiva dedicata al pittore
francese da poco scomparso: da allora, quasi oggetto di
venerazione, la tela è stata ammirata e presentata in oltre venti
mostre, l'ultima delle quali allestita nel 1989, tra New York,
Chicago, Washington, Toronto, Stoccolma, Monaco, Vienna, Parigi. "Una mostra di caratura internazionale di cui l'opera di Gauguin
è l'ultima sorpresa - ha commentato Bini - ma che grazie ai
capolavori, undici mai visibili al pubblico, in particolare sei
dei quali totalmente inediti, sarà occasione per far crescere
l'attrattività di una città come Udine che ben si è comportata in
questi anni, ma anche per tutto il Friuli Venezia Giulia". Secondo il progetto voluto dal curatore, don Alessio Geretti -
sacerdote udinese e direttore artistico delle mostre di Illegio -
"La forma dell'infinito" è una chiave per entrare nell'arte
moderna e contemporanea, anche per coloro che normalmente
faticano a comprenderla, scoprendo una delle intenzioni
fondamentali che hanno animato tanti pittori dalla fine
dell'Ottocento e per tutto il corso del Novecento: rendere
visibile l'infinito che dietro la prima apparenza delle cose
sussurra alla mente e al cuore umano. "Trovo molto appropriato l'approccio - ha commentato Gibelli -:
così come nella musica si propongono le opere più famose dei
grandi maestri per apprezzare il repertorio più colto della
musica contemporanea, anche nell'arte gli amatissimi
Impressionisti condurranno all'approfondimento di un concetto
filosofico, teologico, matematico complesso come la 'forma
dell'infinito". La mostra intende dare al visitatore la percezione d'essere il
destinatario di una rivelazione suggestiva, con opere che
facciano sfiorare l'infinito. Basti pensare alle firme dei
cinquanta capolavori,in arrivo da nove Paesi d'Europa, molte
delle quali appartengono ai più importanti protagonisti dell'arte
negli ultimi due secoli: Claude Monet, Paul Cézanne, Alfred
Sisley, Henri Matisse, Dante Gabriele Rossetti, Michail Nesterov,
František Kupka, Vasilij Kandinskij, Aristarch Lentulov, Natal'ja
Goncarova, Odilon Redon, Maurice Denis, Jacek Malczewski,
Mikalojus Ciurlionis, Nikolaj Rerich, Medardo Rosso, Umberto
Boccioni, Pablo Picasso, Emilio Vedova, Ernst Fuchs, Hans Hartung
e altri ancora.
ARC/EP/al
Mostre: Gibelli-Bini, 50 capolavori per riapertura Casa Cavazzini a Ud