Peste suina: tavolo Ita-Slo per prevenire rischio tra cinghiali
Nova Gorica (Slovenia), 21 mag - Italia e Slovenia sono pronte
a predisporre un piano congiunto per la prevenzione
dell'insorgenza di focolai di peste suina africana lungo l'area
transfrontaliera.
Gli obiettivi della collaborazione sono stati condivisi oggi a
Nova Gorica nel corso di un tavolo bilaterale promosso dalla
Regione attraverso il servizio veterinario della direzione Salute
in collaborazione con il servizio Caccia della direzione Risorse
agroalimentari. All'incontro hanno preso parte l'Amministrazione
regionale, rappresentata dall'assessore alle Risorse
agroalimentari, e, tra gli altri, i presidenti dei sei distretti
venatori confinari e, per parte slovena, i funzionari del
servizio caccia del ministero dell'Agricoltura e quelli degli
Enti forestali e dell'ente per la Sicurezza alimentare e dei
Servizi veterinari.
La peste suina africana è un virus altamente infettivo e
virulento che colpisce sia le popolazioni dei suini selvatici
quanto i suini domestici e di allevamento. L'esigenza di attuare
tutte le misure preventive per scongiurare il diffondersi della
patologia è prioritaria alla luce degli enormi danni derivanti da
eventuali infezioni.
La prevenzione sanitaria è dunque l'obiettivo principale della
collaborazione che si intende consolidare attraverso un piano
straordinario che definisca le misure da adottare sulle
popolazioni selvatiche di ungulati, in maniera speculare su
entrambi i territori confinanti.
Il tavolo ha preso in esame le linee guida emerse dalla
conferenza internazionale sulla peste suina africana svoltasi a
Varsavia nel 2018, che hanno indicato nello spopolamento di
specifiche categorie di cinghiali, mirato in particolare a
giovani femmine in età fertile, lo strumento efficace per
garantire un maggior controllo della diffusione della malattia in
caso di esplosione di un focolaio.
Il controllo della crescita della popolazione di ungulati
selvatici è un fattore strategico per preservare la salute nelle
zone dove la malattia non si è ancora manifestata (il focolaio
più prossimo è stato segnalato in Ungheria). L'avvio di azioni
comuni tra servizi veterinari e forestali e associazioni di
cacciatori è quindi fondamentale ai fini della prevenzione
sanitaria, così come la definizione di un piano venatorio
straordinario che consenta un'azione transfrontaliera coordinata.
La fascia interessata dagli interventi di prevenzione è quella
che va dalle Valli del Natisone (Udine) a Basovizza (Trieste) e
interessa l'entroterra italiano e sloveno per qualche decina di
chilometro a cavallo del confine.
Nelle prossime settimane le due direzioni regionali del Friuli
Venezia Giulia e il Ministero sloveno proseguiranno gli incontri
per definire gli aspetti amministrativi e giungere entro la fine
dell'estate alla definizione del piano operativo.
ARC/SSA/fc
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