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18.09.2025 11:23

Agricoltura: Zannier, sicurezza alimentare è base per lo sviluppo

Al convegno "Blave di Mortean", a Mortegliano, l'assessore ha richiamato l'attenzione sulla Pac e sui nodi della burocrazia
Mortegliano, 18 set - "La nuova Politica agricola comune (Pac) non offre reali prospettive di sviluppo: i pochi elementi favorevoli vengono superati da troppi aspetti penalizzanti, che rischiano di compromettere la stabilità delle aziende agricole".
Con queste parole l'assessore alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche del Friuli Venezia Giulia, Stefano Zannier, ha aperto ieri sera il proprio intervento al XXXI Convegno "Blave di Mortean", svoltosi a Mortegliano sul tema "Il futuro dell'agricoltura del Friuli Venezia Giulia con la nuova PAC 2028/2034".
Zannier ha richiamato da subito e con forza il tema dell'autosufficienza alimentare: "In Friuli Venezia Giulia siamo realmente autonomi solo nella produzione di vino, con circa 30.000 ettari di vigneto. Su tutte le altre colture dipendiamo dall'esterno", ha ricordato. Negli ultimi anni le superfici a mais sono scese da 90-100 mila ettari agli attuali 35-40 mila, con circa 15.000 ettari destinati ai digestori (impianti di biogas/biometano). "Eppure, sia che vada all'alimentazione umana o a quella zootecnica, il prodotto finale resta comunque il cibo per le persone. Oggi produciamo quantità che non garantiscono più la nostra sicurezza alimentare", ha messo in evidenza.
L'assessore ha poi allargato lo sguardo al livello europeo: "Anche l'Unione Europea non è autosufficiente. È una scelta politica precisa: si è deciso che l'agricoltura non è prioritaria e che ciò che manca può essere comprato all'estero". A questo proposito, Zannier ha ricordato l'esperienza della pandemia: "Quando le frontiere si sono chiuse per il Covid, tutti si sono accorti che senza agricoltura mancava perfino la farina. Questo ci dimostra che non possiamo permetterci di trascurare la produzione interna".
Infine, ha posto un interrogativo di carattere strategico: "Il vero problema è fino a quando potremo permetterci di acquistare all'estero quello che non produciamo più. Con gli attuali equilibri macroeconomici, non possiamo dare per scontato che questa possibilità duri a lungo".
Zannier ha quindi ricordato lo squilibrio che da anni caratterizza la distribuzione dei fondi comunitari, con l'80% delle risorse concentrate in poche regioni italiane: "Abbiamo combattuto una battaglia epocale per riequilibrare questi rapporti - ha spiegato - ma se lo schema ?80-20' dovesse ripresentarsi, l'agricoltura del Friuli Venezia Giulia pagherebbe ancora una volta un prezzo molto alto".
Ampio spazio è stato dedicato al tema della burocrazia: "Non esiste alcuna semplificazione - ha fatto notare Zannier -. Le nuove procedure introdotte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e dagli strumenti europei hanno fatto aumentare dal 30 al 50% i carichi amministrativi. È un paradosso: per gestire 80 milioni di programmazione europea servono 85 funzionari regionali, mentre con le norme regionali 250 milioni sono gestiti da quattro persone".
L'assessore ha rivendicato lo sforzo del Friuli Venezia Giulia nel sostenere direttamente il settore. Il "Programma valore agricoltura" ha già raccolto richieste per 25 milioni di euro, mentre il fondo di rotazione nel 2024 ha erogato oltre 230 milioni: "Questi strumenti non sostituiscono la Pac, ma permettono agli agricoltori di avere un'alternativa: magari con contributi leggermente inferiori, ma con tempi certi e rapidi", ha sottolineato Zannier, esprimendo però dei dubbi sulla sostenibilità futura: "Finché l'economia regionale regge possiamo mettere a disposizione centinaia di milioni per l'agricoltura. Ma se la disponibilità dovesse calare, le difficoltà sarebbero enormi".
In chiusura, l'assessore ha stigmatizzato la tendenza italiana a moltiplicare le regole: "Mettere nuove norme non ha cambiato nulla negli ultimi cinquant'anni - ha osservato -. Servono solo a gravare su chi lavora onestamente, mentre chi vuole aggirare le regole continuerà a farlo. È un approccio che non aiuta né il settore agricolo né il Paese". ARC/PT/ep