Agricoltura: Zannier, sicurezza alimentare è base per lo sviluppo
Al convegno "Blave di Mortean", a Mortegliano, l'assessore ha
richiamato l'attenzione sulla Pac e sui nodi della burocrazia Mortegliano, 18 set - "La nuova Politica agricola comune (Pac)
non offre reali prospettive di sviluppo: i pochi elementi
favorevoli vengono superati da troppi aspetti penalizzanti, che
rischiano di compromettere la stabilità delle aziende agricole". Con queste parole l'assessore alle Risorse agroalimentari,
forestali e ittiche del Friuli Venezia Giulia, Stefano Zannier,
ha aperto ieri sera il proprio intervento al XXXI Convegno "Blave
di Mortean", svoltosi a Mortegliano sul tema "Il futuro
dell'agricoltura del Friuli Venezia Giulia con la nuova PAC
2028/2034". Zannier ha richiamato da subito e con forza il tema
dell'autosufficienza alimentare: "In Friuli Venezia Giulia siamo
realmente autonomi solo nella produzione di vino, con circa
30.000 ettari di vigneto. Su tutte le altre colture dipendiamo
dall'esterno", ha ricordato. Negli ultimi anni le superfici a
mais sono scese da 90-100 mila ettari agli attuali 35-40 mila,
con circa 15.000 ettari destinati ai digestori (impianti di
biogas/biometano). "Eppure, sia che vada all'alimentazione umana
o a quella zootecnica, il prodotto finale resta comunque il cibo
per le persone. Oggi produciamo quantità che non garantiscono più
la nostra sicurezza alimentare", ha messo in evidenza. L'assessore ha poi allargato lo sguardo al livello europeo:
"Anche l'Unione Europea non è autosufficiente. È una scelta
politica precisa: si è deciso che l'agricoltura non è prioritaria
e che ciò che manca può essere comprato all'estero". A questo
proposito, Zannier ha ricordato l'esperienza della pandemia:
"Quando le frontiere si sono chiuse per il Covid, tutti si sono
accorti che senza agricoltura mancava perfino la farina. Questo
ci dimostra che non possiamo permetterci di trascurare la
produzione interna". Infine, ha posto un interrogativo di carattere strategico: "Il
vero problema è fino a quando potremo permetterci di acquistare
all'estero quello che non produciamo più. Con gli attuali
equilibri macroeconomici, non possiamo dare per scontato che
questa possibilità duri a lungo". Zannier ha quindi ricordato lo squilibrio che da anni
caratterizza la distribuzione dei fondi comunitari, con l'80%
delle risorse concentrate in poche regioni italiane: "Abbiamo
combattuto una battaglia epocale per riequilibrare questi
rapporti - ha spiegato - ma se lo schema ?80-20' dovesse
ripresentarsi, l'agricoltura del Friuli Venezia Giulia pagherebbe
ancora una volta un prezzo molto alto". Ampio spazio è stato dedicato al tema della burocrazia: "Non
esiste alcuna semplificazione - ha fatto notare Zannier -. Le
nuove procedure introdotte dal Piano nazionale di ripresa e
resilienza (Pnrr) e dagli strumenti europei hanno fatto aumentare
dal 30 al 50% i carichi amministrativi. È un paradosso: per
gestire 80 milioni di programmazione europea servono 85
funzionari regionali, mentre con le norme regionali 250 milioni
sono gestiti da quattro persone". L'assessore ha rivendicato lo sforzo del Friuli Venezia Giulia
nel sostenere direttamente il settore. Il "Programma valore
agricoltura" ha già raccolto richieste per 25 milioni di euro,
mentre il fondo di rotazione nel 2024 ha erogato oltre 230
milioni: "Questi strumenti non sostituiscono la Pac, ma
permettono agli agricoltori di avere un'alternativa: magari con
contributi leggermente inferiori, ma con tempi certi e rapidi",
ha sottolineato Zannier, esprimendo però dei dubbi sulla
sostenibilità futura: "Finché l'economia regionale regge possiamo
mettere a disposizione centinaia di milioni per l'agricoltura. Ma
se la disponibilità dovesse calare, le difficoltà sarebbero
enormi". In chiusura, l'assessore ha stigmatizzato la tendenza italiana a
moltiplicare le regole: "Mettere nuove norme non ha cambiato
nulla negli ultimi cinquant'anni - ha osservato -. Servono solo a
gravare su chi lavora onestamente, mentre chi vuole aggirare le
regole continuerà a farlo. È un approccio che non aiuta né il
settore agricolo né il Paese".
ARC/PT/ep
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