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21.07.2025 10:45

Agricoltura:Zannier, su Pac serve visione concreta e non formule vuote

L'assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche, è intervenuto al convegno di formazione promosso da Informest a Udine nella sede della Fondazione Friuli
Udine, 21 lug - "La vera domanda non è come sarà la Politica agricola comune (Pac) dopo il 2027, ma se vogliamo ancora che esista un'agricoltura in Europa. Perché ciò che si sta prospettando a livello comunitario rischia di svuotare di senso l'intero comparto. Senza una visione politica forte e strumenti economici adeguati, il sistema agricolo è destinato a collassare. Non si tratta solo di numeri o bilanci, ma della tenuta del territorio, della sostenibilità ambientale e del futuro di migliaia di imprese".
Sono le parole dell'assessore alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche del Friuli Venezia Giulia, Stefano Zannier, che ha aperto così, stamani, il proprio intervento al convegno di formazione "Radici nel futuro: prospettive e sfide per l'agricoltura dopo il 2027" promosso da Informest e dai suoi partner nella sede della Fondazione Friuli di via Gemona, a Udine.
Nel corso della giornata, dedicata all'analisi tecnica e strategica della nuova Politica agricola comune post 2027, Zannier ha tracciato un quadro preoccupato ma lucido, denunciando il rischio concreto che "le nuove regole europee determinino l'impoverimento progressivo dell'agricoltura mentre nel contempo nulla frena il trasferimento del valore generato lungo la filiera verso le sole fasi di trasformazione e distribuzione".
"Non possiamo più accettare che, fatto 100 il valore di un prodotto, all'agricoltore ne resti una quota minima, mentre i costi di produzione aumentano ogni anno a due cifre. Questa non è sostenibilità, è emarginazione silenziosa", ha sottolineato Zannier.
Riflessioni importanti anche sul disegno di un fondo unico europeo per il settore, che secondo l'assessore, rischia di "strozzare le già poche risorse del primo pilastro", imponendo agli Stati membri scelte drammatiche su chi sostenere e chi escludere. "Un'impostazione miope, che costringerà i governi a scegliere chi far morire, e questo - ha detto - non è un sistema solidale, ma un disegno profondamente iniquo, l'assoggettare inoltre alle regole già utilizzate per il Pnrr il fondo unico, creerà un mostro amministrativo che riuscirà a peggiorare la già desolante situazione attuale".
Zannier ha inoltre posto l'attenzione sull'abbandono delle aree marginali, in particolare pedemontane e montane, dove la scomparsa dell'agricoltura porta inevitabilmente al degrado paesaggistico e ambientale. "L'abbandono non genera fiori e biodiversità, ma rovi, frane e isolamento. Se non difendiamo il presidio agricolo, perderemo molto più di qualche ettaro coltivato".
Al centro dell'intervento anche il tema dell'innovazione bloccata: "Abbiamo bisogno di strumenti moderni per fronteggiare le nuove fitopatie e i cambiamenti climatici. Ma prima di togliere ciò che c'è, bisogna costruire alternative. E oggi non ci sono". Infine, un appello alla responsabilità: "La sostenibilità ambientale e sociale non può prescindere da quella economica. Senza un sistema agricolo che regge, salta tutto il resto. E chiudere le aziende significa anche rinunciare alla nostra capacità di produrre cibo, presidiare il territorio e garantire sicurezza".
La giornata di studi, introdotta proprio dall'assessore Zannier, ha visto la partecipazione di esperti, tecnici e rappresentanti istituzionali, offrendo un importante momento di riflessione e confronto sul futuro dell'agricoltura regionale ed europea. ARC/PT/al