Salute: Riccardi a vicino/lontano, sistema pubblico è a rischio
Udine, 10 mag - "Il patrimonio straordinario di una sanità
pubblica basata sui principi di universalità, uguaglianza ed
equità che ci consegna la Costituzione ha ancora poco tempo per
poter essere salvato e lo affermo in una regione che è in fondo
alla classifica per l'abbandono delle cure: il sistema non potrà
reggere a lungo se non ci sarà la forza per decisioni che spesso
incontrano l'opposizione dei tanti portatori di interessi
concentrati solo sulle loro, seppur legittime, ma singole
posizioni. Il Paese nel corso degli anni quando alcune questioni
diventavano complicate non prendeva decisioni e ora i nodi sono
venuti al pettine". Lo ha sottolineato l'assessore regionale alla Salute, Riccardo
Riccardi, al confronto sul tema "Codice rosso. Salvare la sanità
pubblica", organizzato dal festival vicino/lontano nella chiesa
di San Francesco con ospiti Simona Ravizza e Massimo Robiony,
direttore della Clinica di Chirurgia maxillo-facciale e del
Dipartimento (DAI) Testa Collo e NeuroScienze di Asufc, che ha
avviato un progetto basato sull'Umanizzazione delle Cure per la
gestione e organizzazione del Sistema sanitario nazionale. Ravizza è giornalista d'inchiesta del Corriere della Sera,
caposervizio della redazione di Dataroom, la rubrica di data
journalism, per la quale si occupa di sanità, immigrazione e
politica, ed è co-autrice dell'inchiesta "Codice rosso. Come la
sanità pubblica sta diventando un affare privato". L'inchiesta ha guidato i temi del confronto, moderato da Michela
Nicolussi Moro, giornalista della redazione veneta del Corriere
della Sera, sulla crisi del Servizio sanitario nazionale (Snn) e
su come le Regioni si stanno muovendo per arginarla. "È stata una conversazione civile, tratto di non poco conto, e in
cui abbiamo affrontato i temi strutturali: convengo che il primo
tema all'ordine del giorno riguarda le modalità con cui possiamo
convincere il capitale umano a ritornare a scegliere questo
mestiere; il secondo è modificare il modello di organizzazione
concentrato sull'acuzie e dedicarlo a rispondere ai bisogni
mutati, che sono quelli impellenti dell'aumentata cronicità: non
esiste categoria che si può chiamare fuori rispetto a queste
scelte strutturali. Assistere a resistenze sulla rimodulazione
delle reti ospedaliere, sul rapporto tra sanità pubblica e la
medicina generale o su altri temi nodali non permette di
stabilire un clima che - ha concluso Riccardi - sarebbe
indispensabile per affrontare temi complessi".
ARC/EP/gg
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