Notizie dalla Giunta


10.05.2025 18:22

Salute: Riccardi a vicino/lontano, sistema pubblico è a rischio

Udine, 10 mag - "Il patrimonio straordinario di una sanità pubblica basata sui principi di universalità, uguaglianza ed equità che ci consegna la Costituzione ha ancora poco tempo per poter essere salvato e lo affermo in una regione che è in fondo alla classifica per l'abbandono delle cure: il sistema non potrà reggere a lungo se non ci sarà la forza per decisioni che spesso incontrano l'opposizione dei tanti portatori di interessi concentrati solo sulle loro, seppur legittime, ma singole posizioni. Il Paese nel corso degli anni quando alcune questioni diventavano complicate non prendeva decisioni e ora i nodi sono venuti al pettine".
Lo ha sottolineato l'assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, al confronto sul tema "Codice rosso. Salvare la sanità pubblica", organizzato dal festival vicino/lontano nella chiesa di San Francesco con ospiti Simona Ravizza e Massimo Robiony, direttore della Clinica di Chirurgia maxillo-facciale e del Dipartimento (DAI) Testa Collo e NeuroScienze di Asufc, che ha avviato un progetto basato sull'Umanizzazione delle Cure per la gestione e organizzazione del Sistema sanitario nazionale.
Ravizza è giornalista d'inchiesta del Corriere della Sera, caposervizio della redazione di Dataroom, la rubrica di data journalism, per la quale si occupa di sanità, immigrazione e politica, ed è co-autrice dell'inchiesta "Codice rosso. Come la sanità pubblica sta diventando un affare privato".
L'inchiesta ha guidato i temi del confronto, moderato da Michela Nicolussi Moro, giornalista della redazione veneta del Corriere della Sera, sulla crisi del Servizio sanitario nazionale (Snn) e su come le Regioni si stanno muovendo per arginarla.
"È stata una conversazione civile, tratto di non poco conto, e in cui abbiamo affrontato i temi strutturali: convengo che il primo tema all'ordine del giorno riguarda le modalità con cui possiamo convincere il capitale umano a ritornare a scegliere questo mestiere; il secondo è modificare il modello di organizzazione concentrato sull'acuzie e dedicarlo a rispondere ai bisogni mutati, che sono quelli impellenti dell'aumentata cronicità: non esiste categoria che si può chiamare fuori rispetto a queste scelte strutturali. Assistere a resistenze sulla rimodulazione delle reti ospedaliere, sul rapporto tra sanità pubblica e la medicina generale o su altri temi nodali non permette di stabilire un clima che - ha concluso Riccardi - sarebbe indispensabile per affrontare temi complessi". ARC/EP/gg